Carlo attende con grande impazienza, in quel porticciolo turistico, il suo amico Roberto detto il comandante.
Ben allineate, sfoggiano tutta la loro eleganza un numero infinito di barche a vela. Gusci tirati a lustro nell’ attesa dell’ inizio della regata del giorno dopo.
Carlo, tutto casa e ufficio non ha mai partecipato a simili gare mentre Roberto solca i mari da oltre trent’ anni. Capitano di lungo corso è abituato a navigare su grosse navi,: petroliere e gasiere in genere. Ma, guarda caso, il suo hobby è quello di andar per mare in sella ad una vela: e che vela! Al contrario del suo amico che cura, invece, quello della cucina.
Carlo è anche un gran buongustaio, mentre per i vini osa dire: ogni piatto deve accoppiarsi col vino giusto e questo col bicchiere adatto.
Il mare un poco agitato faceva tintinnare le drizze della randa mentre il sole gradatamente si preparava ad abbandonare la scena per lasciare il posto ad altri astri.
L’ istante poetico velocemente lascia il posto ad esigenze più terrene:
“ E’ arrivato il tempo della cucina, sono già le venti!” -comanda Roberto, seppure in maniera scherzosa.
Carlo in un lampo è di fronte ai fornelli.
Un angolino che accoglie un piccolo “ tre fuochi” con accanto un frigo che sembra adatto ai lillipuziani.
Un tegame viene unto con dell’ olio extra vergine e ben presto aulenti cipolle sfrigolano strette. Anche una pentola panciuta trova la sua collocazione.
Come per incanto dei nobili gamberoni appaiono sul minuscolo tavolo a fianco della cucina e vengono velocemente capitozzati. Solo le teste, per il momento, accolte generosamente nel mare rosso di pomodoro che man mano diventa più intenso. Alcuni peperoncini fanno poi la loro parte.
Roberto è intento a mondare quanto rimane di tutto il resto.
Il magico tegame incomincia a riempire l’ aria di nobili fragranze.
E’ il momento! Via le teste per essere sostituite dal corpo dei nobili crostacei che scivolano dentro il recipiente che già libera gentili olezzi in sintonia con la fragranza del mare.
Ma ora anche l’ acqua dell'altra pentola, in precedenza preparata, dà segni di bollori irrefrenabili. Speciali spaghetti fatti a mano spariscono dentro il liquido ribollente e per alcuni istanti reagisce con una bianca schiuma.
Roberto velocemente prepara il desco e una tovaglia di carta, candida quanto una vela, si materializza sopra la tavola assieme a eccentrici tovaglioli multicolori.
Solamente i piatti, le posate e i bicchieri non hanno niente di “ falso”: niente plastica ne carta.
Il buongusto inizia dalla presentazione dei cibi.
Una bottiglia di prosecco della Valdobbiadene, già ben fredda, viene posta al centro tavola ed è introdotta nel cestello colmo di ghiaccio. Non attende altro che essere stappata!
Gli spaghetti scolati sono adagiati a mo’ di nido sui piatti e gemellati con abbondante sugo e gamberoni.
"Praticamente un ricco e appetitoso piatto unico!” Afferma con orgoglio Carlo che con mossa ardita, afferra la bottiglia del vino, taglia lo spago che ferma il tappo ed è subito un trionfo: “ In alto i calici” -viene gridato all’ unisono mentre i due uomini brindano alla vita e alla amicizia che proviene da lontano.
Il tintinnio delle forchette si mescola e si confonde con quello più cadenzato delle corde che reggono l’ albero maestro, seguendo così l’ andar del vento che ninna con dolcezza lo scafo mentre
i flutti lo accarezzano.
Tutto questo tiene loro compagnia tanto che si ha l’ impressione di non essere soli attorno alla tavola mentre i due, tra una forchettata e l’ altra, raccontano di improbabili avventure e fantasmagorici sogni e ben carichi per la regata del nuovo giorno che sta per iniziare.