Quando saliva dalla Pignasecca per tornare alla sua casa, sita al Vicolo Ventaglieri quartiere Avvocata, " ansa di un intestino conosciutissimo della vecchia Napoli", Coccinella ancheggiava, si dava aria da star, le donne diventavano gelose, ma non per i loro uomini, ma per la sua femminea natura.
Indossava sempre abiti sgargianti e pieni di colore e si truccava tanto che sembrava una maschera indiana. Tutti lo fermavano per strada per chiedergli qualche cosa, alcuni per curiosità, ma molte di esse si soffermavano anche per salutarlo con affetto e stima, ma soprattutto una persona tanto diversa da loro. Penso che Coccinella sia stato il primo rivoluzionario che ho conosciuto nella mia vita. Guardate che all'epoca, e parlo di tanto tempo fa, ci voleva fegato per essere "Femminello". A lui non interessava, lui non era un femminello era solo incatenato in un corpo che non corrispondeva alla sua anima. Ancheggiava e si muoveva come una star sul palcoscenico della strada, a volte noi ragazzini lo applaudivamo e qualche volta gli lanciavamo fiori. Ci dava sempre caramelle e con le donne del quartiere aveva un rapporto particolare. Tutte andavano da lui per consigli, per un conforto e qualcuno anche per chiedergli un prestito, per poter mettere la pentola sul fuoco. Si chiamava Mario, logicamente il nome Coccinella era quello artistico e il più conosciuto da tutti noi. Vi giuro che era una donna incarnata nel corpo di un uomo. Era dolce e mansueto, era cattolico praticante e un femminista convinto. Una volta ricordo, solo una volta, l'ho visto vestito da uomo, in modo serio e doloroso, accadde una domenica di marzo, quando gli morì un suo amico molto giovane, qualcuno diceva, all'epoca, che era morto il suo uomo. Per lungo tempo non uscì da casa, ma poi fortunatamente ritornò nuovamente il Coccinella che tutti nel quartiere conoscevamo.
Quando veniva Natale o meglio la sera della vigilia, la sua casa era sempre piena di gente, persone non solo del quartiere, ma anche persone che non erano del popolino, c'era persino un avvocato e un fratello di un giudice, venivano soprattutto per il gioco della tombola, tale gioco era uno spettacolo nello spettacolo. Coccinella si preparava a dovere, vestito con abiti di seta come una vera signora, cantava e ballava e a ogni numero che usciva dal "panariello" associava qualcosa a qualcuno. E tutti ridevano, alcuni piangevano dalle risate. Non scriveva poesie che peccato... Ricordo che Donna Amalia, la matrona del vicolo, si faceva la pipì addosso dalle risate.
Era un personaggio Coccinella. Conosceva la vita come pochi, il dolore, la miseria, la fame e tutte le frustrazioni del mondo. Insomma era uno che la sapeva lunga la storia della vita, quella vera e soprattutto quella del marciapiede. Era una persona favolosa. Aiutava i bisognosi senza far pesare alcuno sforzo. Si metteva sempre a disposizione degli altri. Il mese di Maggio con le donne del quartiere sdrotolava il rosario, era serissimo quando pregava, anche vestito da donna, assumeva un'aria d' innocenza infinita. Ricordo.... Passarono gli anni e il tempo nel quartiere o budello. Un giorno d'estate alle prime ore del mattino, quando il sole allarga le braccia baciando noi tutti, Coccinella uscì di casa con due grosse ali, ballando per il vicolo ci salutò tutti, un attimo ci mise a volare via per raggiungere la Sua vera natura. Volò nel cielo azzurro, proprio come una Coccinella, non si seppe più nulla di questa donna imprigionata nel corpo di uomo di nome Mario.
Per un incantesimo divino...
Per sbaglio della natura,
in quel preciso momento dove l’armonia si dovrebbe accoppiare con l'amore, qualcosa accadde,
si vede che la stessa era distratta da altro.
L’anima di una donna finì per sbaglio nel corpo di un uomo di nome Mario, questo creò disarmonia, non ci fu ordine, chi sa, come avvenne lo sbaglio e se sbaglio è stato, non abbiamo ancora gli strumenti per comprendere! Come facciamo a stabilire cosa veramente sia successo, se minimamente non andiamo oltre l’ipocrisia, quale è catena arrugginita che ancora contrasta con l’evoluzione degli esseri.
A nulla valsero le proteste,
le grida di Coccinella.
La natura non fu clemente, anzi da parte di una certa parte di natura ,fu deriso, sbeffeggiato, insultato.
Coccinella si ritrovò un corpo che non desiderava e lo combatté fino alla fine.
La natura è spontanea purtroppo è a nulla valsero le proteste di Coccinella.
La stessa ,
non segue le regole degli uomini
è altro dalle regole.
Segue strade inimmaginabili
che ancora non conosciamo.
Ma per fortuna l’amore di Coccinella
per la natura umana e non,
portò la stessa a essere clemente nei suoi riguardi.
Infatti, la stessa, lo munì di ali e lo liberò dal corpo dell’uomo Mario, Coccinella volò, si ricongiunse all’anima universale, si ricongiunse a quell’anima che non possiede ambiguità di materia, ma è tutt’uno con il Principio di ogni cosa creata. Nemmeno possiamo fantasticare il Principio. Siamo animali così piccoli che appena volgiamo lo sguardo dei nostri occhi al cielo, a stento, notiamo il satellite Luna, nemmeno ce ne accorgiamo della luce che ci dona nelle tenebre. Ci siamo sostituiti a Dio, crediamo di aver scoperto lo Stesso Dio tramite una particella, o meglio il Bosone di Higgs e lo chiamiamo voce di Dio, superbia animalesca. Ecco il perchè, ora comprendo.... comprendo bene la cacciata dell'uomo dal Paradiso.
|
|