Ma proprio in questo pensier m'annegai e il naufragar pagai a caro prezzo perché in appena due mani persi una barca o meglio una nave di soldi, non avevo fatto bene i conti con il mio destino tracciato e con mio padre dall'alto!
Infatti lo scriteriato commerciante di salumi, pensate un po', in un colpo di telesina a carte scoperte, si venne a giocare la mia resta milionaria (avevo esposto un full di donne che mai mi portano fortuna!) per l'assurda impresa di una scala reale ad incastro che fatalmente realizzò con l'ultima carta di colore!
Nella mano successiva di poker chiuso fui freddato, invece, da un poker d'assi con uno scarto di ben tre carte, che mandarono in fumo il mio poker di re servito!
Ancora oggi, giocatore incallito e mai rinsavito, mi vengono i brividi addosso al pensiero di quei due colpi che la mia mente ha anche sceneggiato e così mi vedo, da uomo mascherato, appostato
(in attesa del viandante da depredare!) dietro una siepe lungo la strada con la pistola in mano,
sorpreso a mia volta da un brigante con fucile dalla foresta retrostante!
Vedendomi, comunque, la strada del poker sbarrata e non volendo demordere dalla caccia dei soldi senza per niente sudare, mi diedi anima e corpo alla sistemistica, studiando con sacrificio notte tempo sequenze e frequenze di segni 1x2 alla ricerca del sistema giusto (totocalcio e totip) e qui gli eventi avversi, non casuali ma di certo fatali, furono davvero tanti e vi riporto ai miei libri, eccezion fatta per questa estrazione che ha dell'incredibile.
Ritenendomi perseguitato dal diavolo mi venne lo schiribizzo di giocare al superenalotto (non è un gioco per sistemisti!) la mia data di nascita (23, 9, 48) e il 77 (il diavolo che banca il gioco) e vi mostro l'allucinante responso...
Estrazione del 2 Dicembre 1998:
Bari --- 23 19 26 39 60
Cagliari --- 48 41 75 60 33
Firenze --- 9 54 15 19 42
Genova 43 56 58 90 60
Milano 67 47 9 39 50
Napoli 36 63 18 71 17
Palermo --- 77 57 61 85 13
Roma 66 17 79 86 26
Torino 33 32 84 74 86
Venezia 87 77 29 59 74
Dopo tanto ho dovuto desistere dai giochi per professione (resto comunque un giocatore... da diporto) che mi vedevano impegnato la notte, da riservare invece, per fato, alle scritture dell'anima al servizio della morale, dando, nel contempo, anche la testimonianza della fede da parte di un soggetto tanto razionale, prima pokerista e poi sistemista che si voleva godere la vita senza per niente lavorare.
In un primo momento avevo pensato davvero di esser preda del diavolo (e il gioco esasperato lo è!), ma poi ho realizzato che le anime pie dei nostri cari ci seguono in vita e qui c'è la chiara regia di mio padre (angelo in terra sotto mentite spoglie!) che, vedendo le sue sudate fortune a rischio di un colpo pokeristico, coinvolse l'intero paradiso per farmi cambiar strada.
Ciò di cui, però, andrò sempre fiero, è che ho salvaguardato l'armonia della sua famiglia, nonostante le follie da gioco di mio fratello Mario, per il quale di certo non fui di buon esempio.
Per mantenere l'equilibrio familiare di una grande famiglia, bisogna partire dal presupposto che l'amore filiale e fraterno sono paritari e su questo, da tempo, faccio riflettere i miei tre figli.
Se un giorno, infatti, si troveranno ad aver realizzato 100 con tre figli e un fratello in difficoltà (i miei figli da 110 e lode alla Bocconi e senza i vizi del padre mai lo saranno) dovranno fare 100 diviso 4 e non certo diviso 3 (mogli da zittire in caso di necessità).
Ritornando alla mia sintesi vitale tanto fatale, dopo la dipartita paterna e il gran colpo perso al poker, ripresi a studiare con i libri aperti sul bancone del negozio paterno che conducevo e, tra un pullover celestino e un gilè verdino, tra un'arteriopatia obliterante e una neoplasia allucinante, mi ritrovai, a mia stessa insaputa, con la laurea in medicina.
Su questo percorso fatale fui proiettato, poi, da Sant'Anastasia (paese del santuario della Madonna dell'Arco) a Gragnano (terra del pane e del vino, alimenti sacri della vita) a fare il medico di famiglia in tre contrade montane (Aurano, Castello e Iuvani), dove ancora si vive il culto del matrimonio e della famiglia.
Sempre in tema di sacro, anche da calciatore ho militato in squadre di santi e madonne, a partire dalla Milizia immacolata, alla San Sebastianese, al San Giorgio, al Sant'Anastasia, alla Madonna dell'Arco e, per finire, in prestito estivo alla Fiamma Sangiovannese del centenario comandante, presidente- allenatore (scopritore di Totonno Juliano), a cui tanto piaceva un inarrestabile attaccante (ero naturalmente io!) che faceva realizzare da fermo, a porta vuota, gol a grappoli a un centravanti spilungone di nome Orofino, mentre io avevo l'argento vivo addosso.
E' proprio quello che è mancato a mio fratello Michele (il Riva in miniatura!) e a mio figlio Vincenzo, compagno di squadra di Vives, Capuano e Sardo (adesso giocatori di serie A) nella juniores del Sant'Anastasia dove, più che medico sportivo, ero un dirigente con gran competenza calcistica (calciavo sin dalla vita intrauterina!).
In appendice a questo ampio puzzle fatale, ritorno alla mia fatidica data di nascita del 23 settembre, a cavallo tra vergine e bilancia, per lanciare questo mio messaggio a qualche uomo vittima delle donne (da medico di famiglia vedo tanti mariti mal ridotti!): per cavalcare (nel senso di meritare) la “ vergine” necessita grande equilibrio (bilancia) per non esser scalciati e buttati giù dalla sella!
Inutile illudersi, il sesso forte è la donna, soggetto più razionale sin dalle origini dell’ anima, quando in qualità di mente (Eva) prese le distanze dalla sua coscienza (Adamo) che, passivamente e senza
un minimo di riflessione, mangiò la fatidica mela, nonostante che proprio a lei (Eva non era stata ancora creata) fosse stato ordinato di non mangiare dall’ albero della conoscenza del bene e del male.
Comunque Eva, con il peccato originale o naturale, scelse per noi la libertà dell’ anima e, così facendo, ci ha regalato l'emozione della vita alla passiva contemplazione.
Adesso sempre nell'ottica di rivalutare i miei natali, dopo la fortuna di un padre angelico, ho scoperto che nel giorno di nascita di mia madre si festeggia San Giustino, patrono dei filosofi e primo filosofo cristiano.
Nativo di Flavia Neapolis in Terra Santa, fu un martire della fede, convinto assertore che le Sacre Scritture e il pensiero filosofico colmassero in modo adeguato la sua distanza dalla ragione.
Da parte mia non essendo un filosofo né tanto meno un santo, a colmare il vuoto tra fede e ragione ho messo questa mia mirabile trama fatale.
Così da esperto sistemista, se Pascal (sommo matematico) diceva di puntare su Dio (si vince tanto e non si perde niente!), io (sommo giocatore) vi posso assicurare che è l'unico modo di vincere matematicamente qualcosa e, trattandosi della vita eterna, conviene puntare ad occhi chiusi.
Sfruttando questo mio illuminante assist proverete l'ebbrezza di un goal segnato nella porta della felicità eterna, che è un semplice goal a porta vuota, assolutamente da non mancare!