Ero a Gessopalena, ridente paesello della provincia di Chieti, in compagnia di mio nipote Aronne.
Faceva molto freddo, nonostante fosse ancora il mese di agosto. Sentii una voce:
“Sergiò, voglio farti un regalo… ”.
Al paese mi chiamano tutti così…
Mi girai e riconobbi Leonardo, un “vecchio” partigiano della gloriosa “Brigata Majella”, formazione partigiana nella quale ha combattuto anche mio padre nel 1944.
Lo guardai, sorpreso.
“…perché tu ami leggere”, aggiunse l’uomo dai capelli bianchissimi.
Lo guardai, sorpreso.
Mi diede un libro intitolato “Zia, cos’è la Resistenza?“, di Tina Anselmi.
Lo ringraziai e continuai a camminare con mio nipote con il libro stretto nella mano.
Mi ricordai che, qualche giorno prima, sulle “scale della speranza”, il luogo deputato per ogni sorta di psicoterapia di gruppo, Leonardo aveva risposto ad un militante del P.D.L., che lo provocava maliziosamente sull’attualità della Resistenza, 65 anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale
“Fin a quando saranno in vita coloro che hanno partecipato al Movimento di Liberazione, non potrete rinnegare il passato…
Poi, quando saranno tutti scomparsi, parleranno per loro i libri…”
Sul momento, non capii l’importanza della sua risposta.
Leggendo il libro, successivamente, afferrai il significato delle sue parole e fui felice, come una Pasqua, d’aver ricevuto il più bel regalo della mia vita.
Era come se fossi stato insignito del Premio Nobel per la Pace.
A volte, bisognerebbe aver il coraggio di guardare negli occhi le persone, quando parlano del loro passato, perché “il paradiso è nel saper ascoltare gli altri…”