L'estate volgeva ormai al termine, erano i giorni in cui chiunque avesse la fortuna di rimanere ancora in quella piccola spiaggia sul litorale toscano, poteva godere la limpidezza di quell'acqua cristallina, la freschezza di una leggera brezza e la tranquillità di un luogo lontano dal vociare della moltitudine di persone e bambini tipica dell'estate.
Il sole pigro tardava a tramontare, sulla spiaggia quasi deserta, Livia sdraiata su un asciugamano troppo piccolo per ripararla dalla sabbia, rubava il calore degli ultimi raggi.
Ennio era alla finestra del primo piano di quella piccola casa, a soli trenta metri da lei, proprio davanti al mare, ne sentiva la musica delle onde mentre la spiava e l'ammirava seguendo con lo sguardo il suo corpo sinuoso, avrebbe voluto averla vicino, ma se c'era una cosa che odiava del mare era proprio stare immobile a lasciarsi rosolare dal sole come una salamandra.
Così assorto in quei pensieri si era seduto a leggere un libro, felice di quella quiete, ed ogni tanto allungando il collo tornava a guardarla.
Pensò di accendersi la sua prima sigaretta della giornata, proprio profittando del fatto che lei non c'era, poi aveva riposto il pacchetto per non sentirla brontolare quando sarebbe rientrata, ed era tornato alla finestra.
Con sua sorpresa non la vide al suo posto, scrutò sullo specchio di mare antistante sperando di vederla nuotare, ma nulla, era come volatilizzata; "sarà andata a fare due passi" pensò, strano però, neanche l'asciugamano e la sua borsa c'erano più.
Non era ancora il caso di preoccuparsi, ma un certo nervosismo cominciò ad impadronirsi di lui, spense la sigaretta, scese le scale e decise di andare a cercarla, aprì la porta e... lei era lì, stava cercando le chiavi per aprire, non le trovava mai, in mezzo a tutte quelle cianfrusaglie tipiche che si confondono nella borsa di una donna, lei alzò il viso e lo guardò sorpresa, gli sorrise con quei meravigliosi occhi verdi.
Lui abbozzò forzatamente un sorriso, "Livia ma dov'eri? non ti ho più vista" le disse come per giustificarti del suo stato un po’ agitato.
"Come dov'ero Ennio, ero in spiaggia, amore, dove vuoi che fossi?" rispose giustamente meravigliata, continuando a sorridere, senza però comprendere l'ansia che scorgeva nel suo volto, lui non riuscì a trattenersi, la circondò con le sue forti braccia, stringendola come per paura di perderla, poggiò le labbra su quelle di lei, togliendole quel poco di respiro che il suo abbraccio le aveva lasciato, lei si abbandonò, ricambiò il suo bacio con lo stesso ardore, era felice, anche se dispiaciuta, che il suo uomo l'amasse così tanto da preoccuparsi per una così breve assenza.
Erano momenti in cui entrambi assaporavano appieno le felicità che si appropriava delle loro anime, ed i loro corpi si univano in una incredibile e armoniosa simbiosi di emozioni e sentimenti, erano come soli su un'isola sperduta, dove gli unici suoni percettibili erano il mormorio delle onde ed il continuo parlottio dei gabbiani confuso dal soffiare del vento tra gli alberi, un loro personale e riservato eden, il loro nido d'amore.
La loro relazione si snodava in questi brevi discontinui e passionali incontri, entrambi erano liberi da altri legami, ma avevano preferito lasciare inalterate le loro situazioni, rimanere nella loro autonomia, senza un preciso vincolo, se non quello voluto dal forte sentimento che li univa, era come se così avessero la certezza di volersi incontrare per amore e non per consuetudine.
Non volevano essere una coppia, ma due distinte entità che si cercavano, si trovavano e godevano delle sensazioni profonde che il loro amore regalava loro.
Nonostante avessero già superato i sessant'anni, si sentivano di essere come due ragazzi, pazzamente innamorati, che quando erano insieme diventavano una sola anima, ma quando erano lontani ognuno viveva la sua vita quotidiana, frequentava le proprie amicizie, rispettava le proprie abitudini, anche se i loro pensieri si incontravano da qualche parte.
Ogni tanto, quando erano lontani, si telefonavano, si mandavano messaggini d'amore, mantenendo accesa la fiamma del loro sentimento, che, quando poi finalmente si incontravano in quel piccolo paradiso tutto loro, lontano dalla quotidianità, bruciava loro i sensi con veemenza lasciandoli appagati e felici di godersi quegli istanti che sembravano eterni.
Non volevano fare progetti sul futuro, erano coscienti che per loro fosse già un miracolo essersi incontrati, aver trovato nell'altro un'alchimia così profonda e viscerale, che non chiedevano altro, solo di amarsi e sorridere finché ciò fosse loro consentito dal destino.