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Questa è un racconto erotico: se può turbare la tua sensibilita o se non hai più di 18 anni dovresti evitare di leggerlo.

Bella di notte

Erotismo e per adulti

L’esistenza di Lucia è sempre stata una storia di maltrattamenti, violenze e soprusi. Dopo un’ infanzia difficile, passata al paese natio, dove era stata costretta a subire le angustie del padre e l’ indifferenza della madre, Lucia era rimasta incinta di un ragazzo di cui non volle mai rivelare il nome. Ma, da allora, piuttosto che rimanere al paese e affrontare l'onta della gravidanza senza marito, preferì emigrare in un piccolo paese della Lombardia.


Arrivò in treno a Varese e poi in autobus fino a Paca, provincia di Varese, dove iniziò a lavorare in un primo momento come lavapiatti in una piccola pensione della frontiera italo - svizzera, dove s’ incontravano le coppie clandestine del Canton Ticino, poi trovò un lavoro in una fabbrica svizzera che produceva cioccolato. Nacque in quel paese la piccola Francesca.


Il salario che guadagnava in franchi svizzeri le permetteva d’ allevare sua figlia con un certo agio. Si alzava all’ alba, affidava la bambina alla vicina di casa che pagava con una modesta cifra in franchi svizzeri, e poi si recava al lavoro oltre frontiera con una vecchia cinquecento.


Viveva in funzione del suo lavoro e della figlia fino al giorno in cui incontrò Maurizio, un uomo che catturò il suo cuore e comprese il suo dolore.


Andarono a vivere insieme, in un’ epoca in cui la convivenza era considerata un’ offesa alla morale, e, dopo alcuni anni di vita in comune, comprarono una vecchia cascina proprio a ridosso della frontiera svizzera che Maurizio ristrutturò lavorandoci anche di domenica.


La loro storia d’ amore continuò senza intoppi fino a quella sera, in cui un episodio sconvolse la loro tranquilla esistenza. Lucia si trovò suo malgrado coinvolta in una storia a causa di una fatale coincidenza di circostanze.


Come i lettori del mio racconto sapranno senz’ altro, oggi in Svizzera la prostituzione è libera e legale, soprattutto poi se le lucciole pagano le tasse allo stato elvetico.


Dopo la caduta del Muro di Berlino, le case di tolleranza svizzere si erano riempite di giovani prostitute dell’ Europa dell’ est: Albanesi, Rumene, Ucraine, Moldave…


Il locale che ospitava le ragazze si trovava a linea d’ area a circa 50 metri dalla casa di Lucia e Maurizio.


Bastava attraversare la frontiera a piedi per trovarsi di fronte a “ Villabella”, un suggestivo e anonimo bar che nascondeva dietro al suo anonimato il più classico delle case di appuntamento. Le ragazze svolgevano la loro attività con discrezione, e non avevano bisogno di affacciarsi sulla strada con vestiti succinti per adescare i loro clienti.


Gli uomini che frequentavano il locale parcheggiavano le loro macchine in Italia, poi furtivamente si avviavano a piedi verso l’ Olimpo dei locali hot. Erano soprattutto italiani e le prostitute praticavano loro un prezzo di favore in quanto il prezzo d’ acquisto delle lire era inferiore a quello del franco svizzero.


L’ episodio che fece balzare Lucia agli onori della cronaca mondana si svolse esattamente la notte tre l’ 11 e il 12 novembre 1992.


Quella sera, verso le ore 23. 45, dopo aver cenato, Lucia si rese conto che Zouzou, il suo cane meticcio, era scomparso, per cui decise d’ andarlo a cercare. Si mise il paltò sul pigiama, e uscì con le ciabatte, che indossava poiché era già in procinto di andare a letto. Quella sera Maurizio faceva il turno di notte e lei era sola con la bambina che già dormiva nella sua stanza. Uscì sulla strada e chiamò ripetutamente il cane, poi ebbe l’ infelice idea d’ attraversare la frontiera per vedere se anche lui aveva seguito la scia degli ospiti della pensione.


Salutò con il capo la guardia di finanza mostrandogli il guinzaglio e poi s’ inoltrò nel sacro suolo svizzero alla ricerca di Zouzou.
Camminò per un centinaio di metri, con il guinzaglio nella mano destra, quando intravide Zouzou che s’ infilava nel bar seguendo una piccola cagnetta bianca.


Lucia entrò seguendo il cane repentinamente nel locale, senza rendersi conto che quel luogo aveva una cattiva reputazione.


Lo spettacolo che si presentò davanti ai suoi occhi la fece rimanere di stucco. Una decina di ragazze, bionde, truccatissime, in abiti succinti e tutte di bell’ aspetto, erano sedute attorno al bancone del bar, dove un cameriere con il papillon serviva loro da bere. Alcuni uomini quasi tutti ultracinquantenni erano seduti, davanti ad un boccale di birra, e osservavano le ragazze con morboso interesse.


Lucia disse al barista di Zouzou, quando intravide il cane che cercava di nascondersi sotto un tavolo, si chinò per afferrarlo quando udii un mormorio di voci che gli rimbombò nella testa:


“ Polizia Cantonale svizzera! Nessuno si muova, per favore!”


Lucia alzò lentamente la testa, con il guinzaglio nella mano sinistra, e vide quattro poliziotti elvetici. Gli agenti non impugnavano le armi ma dal timbro della voce del gendarme che impartiva gli ordini giunse all’ ovvia deduzione che stessero facendo un controllo.


Il più giovane degli agenti di polizia si avvicinò a Lucia e, dopo averla osservata da capo a piedi, con un ghigno di sorpresa sulle labbra, le disse sottovoce:


“ Signora, mi favorisca la sua carta d’ identità!”


Lucia era in preda alla disperazione: si trovava sola in un bordello svizzero, a mezzanotte, vestita con un pigiama rosa e ciabatte, con un guinzaglio in mano e, soprattutto, senza documenti.


La donna cercò di chiarire la sua posizione ma, in mezzo alla confusione provocata dalle donne e dai clienti che tentavano di dileguarsi verso l’ uscita del locale, sperando così di sfuggire al controllo della polizia, le fu praticamente impossibile.


La donna fu condotta al centro del bar in mezzo alle altre, colte di sorpresa mentre stavano elargendo le loro giovani grazie a clienti frettolosi.


Lucia prese il coraggio a due mani e rivolgendosi al giovane agente che le aveva chiesto i documenti disse:


“ Mi guardi attentamente, agente, ma le sembro una che possa fare la prostituta, alla mia età e con le misure che il buon dio mi ha messa a disposizione?”


Le prostitute si misero a ridere sonoramente, poi salirono sul cellulare della polizia cantonale, parcheggiato di traverso davanti al bar “ Villabella”. Lucia e le squillo furono accompagnate al commissariato di polizia di Lugano, dove passarono la notte in guardina in attesa che il giudice facesse i dovuti accertamenti.


Il blitz era stato eseguito soprattutto per individuare ragazze sprovviste di regolare permesso di soggiorno e non per il fatto che esercitassero il mestiere più vecchio del mondo.


Lucia era in un pietoso stato di trance e assistette alle procedure di detenzione come se stesse guardando un film poliziesco alla televisione.
Mentre aspettava il suo turno per essere interrogata dal giudice per le indagini preliminari stringeva ancora nervosamente il guinzaglio tra le mani. Fu lasciata libera per prima poiché il giudice si rese subito conto dell’ equivoco e, dopo aver fatto una telefonata alla caserma dei Carabinieri di Lopardo, impartì l’ ordine di lasciare andare la donna.


Lucia fu accompagnata a casa, dove trovò sulla soglia il suo cane che era tornato a casa da solo e sua figlia che ancora dormiva.


Ma la notizia fu divulgata dai giornali e dalla televisione italiana con dovizia di particolari e foto.


Lucia conserva ancora oggi, dopo 20 anni dall’ accaduto, in un cassetto della sua scrivania l’ articolo di un giornale locale che esponeva la notizia a caratteri cubitali:


“ Donna meridionale di mezz’ età arrestata in un locale hard svizzero mentre si prostituiva con alcune ragazze dell’ Est!



Sergio Melchiorre 05/02/2012 13:01 3145

Creative Commons LicenseQuesto racconto è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons: è possibile riprodurla, distribuirla, rappresentarla o recitarla in pubblico, a condizione che non venga modificata od in alcun modo alterata, che venga sempre data l'attribuzione all'autore/autrice, e che non vi sia alcuno scopo commerciale.
I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.

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Molto ben raccontato, come sempre. (Antonio Terracciano)

e proprio carina e si legge volentieri (ross)



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Antologia degli autori del sito Scrivere

Pagine: 132 - € 10,00
Anno: 2012 - ISBN: 9781471686061


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Autori Vari
Poesie per la Festa delle Donne. Il lato femminile della poesia

Pagine: 107 - Anno: 2010


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Il primo racconto pubblicato:
 
Gina non ha più lacrime per piangere (07/10/2010)

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