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Inconsapevole, distratto investigatore... (provvisorio) 9a parte

Giallo e Thriller

Aveva fatto sentire la sua melodia, l’ antico pendolo nell’ atrio, battendo le 14. 00, Marie- Claire aveva già preparato a tavola per il pranzo, Alberto e Maxim erano in giardino a fumare, quando giunge Michele di ritorno dall’ ospedale.

Da quella notte per Antoine cambiò molto, sia dello stesso vivere sia nel modo di vedere le persone che lo circondavano.

È una splendida giornata di sole, nell’ aria si respira la fragranza della natura, la quiete del lago di Como avvolge, come in una fiaba, tutto intorno a se, anche le mura del vecchio castello, ormai abbandonato e messo in vendita. Si sentono dalla strada principale due automobili fermarsi davanti al grande cancello di ferro battuto, opera meticolosa di un artigiano dell’ epoca. Le occupanti, entrambe incuriosite dall’ altra, scendono, avvicinandosi alla maestosa entrata, guardandosi l’ una con l’ altra, tutte e due vestite con eleganti tailleur; una ostentando un appariscente decolté, con una delicata farfalla tatuata, su di un prosperoso seno che non lascia nulla al naturale e, delle ben tornite gambe scoperte oltre la metà, avvolte in delicate e sensuali calze autoreggenti, con la loro preziosa fascia elastica appena coperta dall’ orlo della gonna, truccata in modo incisivo mettendo in risalto gli occhi e in particolar modo la bocca, delineata con un acceso rossetto su carnose labbra innaturali, facendo mostra, su mani curate di preziosi gioielli in armonia con il girocollo e orecchini; l’ altra, nella sua sobrietà è avvolta da un’ incisiva classe e femminilità che da non lasciare indifferenti entrambi i sessi.

Contemporaneamente:

<< anche lei è qui per la vendita del castello? >> rendendosi conto di avere lo stesso pensiero, sorridono:

<< piacere sono Alexia, vedo che abbiamo un comune interesse>> interrompendo quel momento di sorpresa e, l’ altra:

<< piacere sono Benedetta, sono la titolare di un’ agenzia immobiliare con varie sedi, quanto sembra anche lei è interessata a questa casa in rovina>> risponde tra il superbo e il faceto. Rimanendo appoggiate al mirabile cancello, Alexia aggiunge:

<< capisco il suo interessamento, per lei è solo lavoro, invece per me piace far rinascere le meraviglie di una volta, diciamo che sono una restauratrice>> ascoltando la sua voce, Benedetta non sentiva ipocrisia ne vedeva rivalità, come spesso gli accadeva quando incontrava altri del suo stesso sesso. È attratta dai suoi modi delicati e particolarmente incuriosita dal suo insolito lavoro, forse perché era il suo sogno nascosto ma, il desiderio di agiatezza e benessere economico ha prevalso sempre sopra ogni altra cosa.

Iniziano così, senza accorgersi a parlare di loro, dei loro interessi, le loro soddisfazioni e, lentamente la loro estraneità non è più tale. Mentre Benedetta inaspettatamente si sente a proprio agio, senza avere nessuna diffidenza e, non accadeva mai con i suoi interlocutori ma, questa volta è diverso, si sente diversa, con lei forse per la prima volta, si sente libera dalle sue stesse barriere che costruisce verso gli altri. Così gli viene spontaneo parlare di se, della sua vita della sua storia con Alberto, il matrimonio con Antoine, dei suoi timori, delle sue angosce. Alexia invece preferiva rimanere ancora nel vago, senza esporsi troppo, certamente gli fa piacere quella nuova conoscenza, una bella persona, colta, anche se ostenta il suo stato sociale, ha modi garbati e educati anche se nascondono il suo animo autoritario, veste in modo elegante anche se troppo appariscente. Nonostante queste impressioni, anche lei parla un po’ di se.

Lentamente iniziano a fare conoscenza, terminando quella fase di estraneità e, unirsi perseguendo lo stesso obiettivo “ il castello”. I proprietari del maniero gli hanno fissato appuntamento, a entrambe, per le 11. 00 all’ ingresso principale:

<< speriamo che siano puntuali, dovrei essere a Milano per il primo pomeriggio>> dice Benedetta mal celando uno stato d’ impazienza.

<< vedrai che saranno qui a momenti, manca poco alle 11. 00, tu conosci i proprietari? >>

<< no, hanno preso contatto con la mia agenzia di Milano, per mettere in vendita l’ immobile>> rispose Benedetta e, domandando;

<< Tu, sei una conoscente? >>

<< no, neanche io ma, abbiamo amici comuni e, appunto loro mi hanno avvisato dell’ intenzione che avrebbero venduto, così gli ho telefonato per un appuntamento. Sento l’ arrivo di un’ automobile, forse sono loro! >>

Non sono i proprietari ma, i loro eredi, due ragazze e un ragazzo, tutti molto distinti, subito Alexia nota il cambiamento di Benedetta. I tre ragazzi gli fanno da guida tra le antiche mura, mentre per Benedetta diventa, una valutazione commerciale per Alexia è un immergersi in una piccola parte di storia, la respira nell’ aria, la sente nelle sensazioni che percepisce in ogni passo.

Terminata la visita, si fermano in una sala, l’ unica tenuta in ordine per queste evenienze, per definire gli accordi. Avendo visitato quasi tutto l’ antico castello e, presa visione delle piante planimetriche di ogni piano, costatano che nel periodo della sua costruzione, erano due i castelli, uno accanto all’ altro. Entrambi con un lato verso il lago, un lato in comune, le sei torri e le due entrate laterali collegate alla strada che percorre tutto il perimetro collegandole al viale principale terminando con il grande cancello, elettrico, in ferro battuto che da accesso alla via principale. Loro due si prendono un minuto per riflettere, si allontanano in un angolo della grande sala, Benedetta si avvicina di più e, abbassando ulteriormente il tono di voce, le dice:

<< Alexia, poiché ci interessa a entrambe, perché non lo prendiamo per intero invece che separatamente, così il costo è minore e, poi lo dividiamo. Che cosa pensi? >>

<< non sarebbe una cattiva idea, tanto a loro non interessa cosa ne facciamo. A loro basta vendere. Quale dei due desideri? >>

<< io, preferirei quello di sinistra, con la torre lato strada se, per te va bene>>

<< va bene anche per me Benedetta, andiamo>>

Ritornano dai tre ragazzi, firmano l’ accordo, aggiornandosi per la settimana successiva, per il compromesso dell’ atto di vendita, all’ ufficio dell’ agenzia immobiliare di Benedetta a Milano. Congedandosi con una stretta di mano dai tre ragazzi. Escono con le automobili dal grande maniero insieme, percorrono lo splendido viale alberato che le porta al grande cancello, fermandosi nell’ ampio spazio, a forma di semicerchio, davanti l’ ingresso principale, per potersi salutare e, esternare l’ euforia tenuta a freno fino a quel momento, per avere un po’ di calma solo per loro. Scese dall’ auto senza avere tempo di parlare si abbracciano. In quel momento si sente una melodia diffondersi in quello spazio, Benedetta si scioglie dall’ abbraccio, dicendo:

<< scusami, è il mio cellulare>> corre alla borsetta, lasciata in auto ma, non lo trova, è poggiato sul sedile, ha appena smesso di suonare, lo prende, guarda il display esclamando:

<< accidenti! !! cinque chiamate perse, dove avrò la testa oggi…>> tornando verso Alexia aggiunge:

<< in questo susseguirsi di emozioni, non ci pensavo proprio, è mio marito>>

<< penso che capirà, se non hai risposto, è perché avevi degli impegni di lavoro>> Benedetta fa un cenno di assenzo, con uno sguardo esclamativo.

A entrambe viene l’ idea che immediatamente esprimono nello stesso tempo:

<< perché non ci fermiamo in qualche posto e prendiamo un caffè? >> scoppiano a ridere. Risalgono in automobile.

In un’ area di servizio dell’ autostrada, scendono, entrambe ancora euforiche per l’ acquisto appena fatto, si abbracciano di nuovo, scelgono un tavolino, si siedono:

<< sono contenta di aver fatto questa cosa con te>> dice Benedetta, aggiungendo:

<< ma, non tornerai a Roma! se poi tra pochi giorni devi essere di nuovo qui. Se ti proponessi di essere mia ospite per questo breve periodo, ho un appartamentino a Milano, così possiamo stare un po’ insieme. Ti va bene l’ idea? >> rimanendo un attimo in silenzio, per la sorpresa di quell’ invito, Alexia risponde:

<< Benedetta, sarebbe splendido ma, ho promesso a quel mio amico, sai quello di cui ti ho parlato, l’ artista che non sa di esserlo, scrive molto bene e disegna altrettanto, che sarei andata da lui in Liguria, se tu vedessi dove abita, è un posto incantevole, si trova su un promontorio in una vecchia torre che ho ristrutturato.>>

<< perché non fai venire anche lui, la descrizione che mi hai fatto mi ha incuriosita, deve essere una persona interessante, posiamo la tua auto e andiamo a prenderlo con la mia, cosa dici? >>

<< non lo so Benedetta, a me piacerebbe ma, lui è un po’ restio a muoversi quando è impegnato, sta scrivendo un altro libro e non vorrei distoglierlo>>

<< dai, proviamo, tutto al più ci dirà di no, così mentre tu parli con “ l’ artista”, io chiamo Antoine>> dice Benedetta insistendo, in quel momento squilla il cellulare di Alexia, ed è proprio lui, Sante, risponde:

<< ma, hai forse il sesto senso? si stava parlando proprio di te>>

<< ciao Alexia, no, non ho il sesto senso ma, ho una notizia fantastica>> le dice tutto euforico e, lei:

<< cosa succede? >>

<< ricordi che avevi parlato del mio libro con i tuoi amici, ebbene ho appena ricevuto la lettera d’ invito per la presentazione, desiderano che vada domenica prossima a Parigi>> lei sorpresa e nello stesso tempo felice, esclama:

<< ma, è splendido! !! in quale libreria dovresti andare? >>

<< alla “ Guinanard Sarl” in rue Montmartre>>

<< bene, una splendida libreria, in una prestigiosa via di Parigi, cerca di non dimenticarti nulla, portati tutto il necessario e, più che altro, mi raccomando, non vestirti come il tuo solito>> l’ ultima frase la dice con voce perentoria:

<< no, stai tranquilla, come sempre sei dolcissima>> disarmata dalle sue parole, le si accende il viso e gli occhi brillano di sentimento. Benedetta, gli fa dei cenni d’ intesa e, lei tornando nel presente dice:

<< Sante, ascolta sono qui in un’ area di servizio dell’ autostrada Chiasso - Milano, con un’ amica, abbiamo appena fatto un accordo per l’ acquisto di un vecchio castello sul lago di Como e, tra una settimana dobbiamo fare il compromesso, nel suo ufficio a Milano, con l’ occasione avrebbe piacere se stiamo da lei per questo breve periodo. Ti andrebbe l’ idea? se vuoi, veniamo a prenderti>>

<< ma, Alexia dobbiamo andare a Parigi, non ricordi? >>

<< si, ricordo benissimo ma, potremo partire da Milano sabato mattina e tornare il lunedì, da qui sono più frequenti i voli invece di Genova, non pensi? >> dopo un momento di silenzio, Sante prosegue:

<< ma sì, dai! un po’ d’ aria della metropoli mi farà apprezzare ancora di più questo piccolo angolo di paradiso. Alla tua amica piace l’ arte? piace leggere? diciamo che gli piace “ l’ antico” come a te? >> sorrideva nel finire la frase e, lei lo stesso nell’ ascoltare, poi rispondendo:

<< non molto ma, si è incuriosita quando ho parlato di te. Sarà felice della tua decisione>> facendo un cenno di assenso verso Benedetta e, continuando:

<< bene, allora come facciamo, veniamo a prenderti o vieni da solo? >>

<< visto le splendide giornate, avrei l’ idea di prendere la moto, cosa dici? >> lei con un’ ombra d’ ansia, subito ribatte:

<< se vuoi venire da solo, preferisco che prendi il treno, così sono anche più tranquilla e, poi dovresti portarti almeno una valigia per le tue cose, con la moto non sapresti come fare>> Benedetta, ascoltando quella leggera discussione, sorrideva.

<< e, va bene, quando vuoi che arrivi a Milano? >>

<< credo che per le 19. 00 va bene>> mentre dice questo, guardava Benedetta che faceva un cenno d’ approvazione.

<< bene, dammi il tempo di vedere gli orari e, ti richiamo. A dopo>>

<< ciao Sante, a dopo>> e chiude il cellulare.

Terminata la chiamata, Benedetta sorridendo, gli dice:

<< ci devi tenere molto a lui? >>

<< sai, non lo volevo ammettere a me stessa, ma è proprio così. Sì, ci tengo in modo particolare>> cambiando il tono di voce, aggiunge:

<< in tutti i sensi…>> proseguendo con voce normale:

<< non puoi capirlo, fino a quando non lo conosci, riesce a darti molto, riesce a farti star bene con te stessa e con il mondo, soltanto con la sua presenza>>

<< sono contenta che abbia accettato, sono curiosa di conoscerlo>> trilla di nuovo il cellulare, Alexia risponde:

<< dimmi Sante, hai visto gli orari, verso che ora arrivi? >>

<< ciao mia ispiratrice, sì dovrei arrivare con l’ intercity alle 17. 55 a Milano Centrale. Prima, preso dall’ euforia della lettera e del sentirti, mi è sfuggito di mente, hai detto che siamo ospiti di una tua amica ma, che tipo è? come hai fatto a conoscerla? >>

<< è molto piacevole ma, penso sia più opportuno parlarne dopo, non credi? >> risponde Alexia in tono perentorio e, lui:

<< ah, scusami, penso che sia lì con te>>

<< infatti, allora ci vediamo domani pomeriggio, un bacio>>

<< a domani Alexia, un dolce bacio a te>> riposto di nuovo in borsetta il cellulare, si rivolge a Benedetta:

<< ha visto gli orari e dovrebbe arrivare alle 18. 00>> tale è l’ euforia di Benedetta per quell’ incontro, che l’ entusiasmo del nuovo acquisto è passato in secondo piano, dimenticando anche di chiamare Antoine:

<< scusami caro, se da quando ci siamo sentiti dall’ aeroporto, non ti ho più chiamato ma, si sono susseguiti degli avvenimenti uno più emozionante dell’ altro, che mi hanno fatto dimenticare il cellulare in auto>> esordisce Benedetta tutta euforica e, lui:

<< ciao Benedetta, per la verità mi stavo preoccupando ma, se tutto è andato bene, sono felice. Che cosa è successo oltre l’ appuntamento per vedere quell’ immobile? >> gli risponde Antoine, facendo un sospiro e, lei:

<< sai caro, ho conosciuto una persona interessante e, tra non molto ne conoscerò un’ altra ancora più interessante, un suo amico. In tutti i modi ti spiegherò con più calma. Mi fermo a Milano per una settimana, sia per definire l’ acquisto dell’ immobile, pensa è un vecchio castello formato da due più piccoli uniti insieme, sia che ho invitato entrambi a passare qualche giorno con me, vedrai ti piacerebbero anche a te, lei è una restauratrice e lui un’ artista, dipinge e scrive.>> sentendo con quanto entusiasmo le parla, gli dice:

<< sono contento, Benedetta, poi mi racconterai meglio, se vuoi perché non gli proponi di passare qualche giorno da noi a Parigi? >>

<< sarebbe splendido! !! domani, quando arriva il pittore glielo dirò. Ed a te, tutto bene? >>

<< si tutto bene, ascolta Benedetta, riesci a passare un momento nel nostro laboratorio? >>

<< si, certo Antoine, così ho l’ opportunità di farlo vedere anche a loro, ora ti devo lasciare, a dopo>>

<< a dopo mia cara>> chiuso il telefono, Benedetta si accorge di avere altre tre chiamate perse, immagina già, chi poteva essere, congedandosi un attimo da Alexia, si alza e, si allontana di qualche passo. Compone il numero a memoria.

Maxim è seduto alla scrivania del laboratorio, intento all’ aggiornamento dell’ inventario, quando, si illumina il cellulare, subito si alza, rifugiandosi nel retrobottega e, abbassando il tono di voce, risponde:

<< finalmente, non stavo più in me, nel non sentirti, come stai? non che il momento di vederti, stringerti, di amarti…>>

<< tesoro, anche per me è lo stesso ma, ti avevo scritto che ero impegnata, non preoccuparti, quanto prima ci vediamo, questa sera sono a Milano e, non sono da sola>> Maxim rimane un momento in silenzio per la sorpresa, riprendendo:

<< come mai, non sei sola? chi sta con te? >>

<< Maxim, calmati, stai tranquillo, ho conosciuto una cara ragazza e, gli ho proposto di stare qualche giorno da me, viene anche un suo amico, una persona particolare ma, tutto questo non ci impedirà di vederci, dammi il tempo per organizzarmi e, ti farò sapere. Ed a te, tutto bene? >>

<< va bene, aspetto un tuo messaggio. Sì, qui in negozio prosegue abbastanza tranquillamente>> interrompendo:

<< ascolta, non posso trattenermi, ti mando un bacio e, ci sentiamo al più presto>> lui, avrebbe desiderato sentirla ancora ma, con la tristezza nell’ anima chiude la comunicazione, tornando nel suo studio tra i numeri dell’ inventario. Benedetta chiude il cellulare e, si avvicina al tavolo dicendo:

<< cosa dici Alexia, vogliamo andare, così arriviamo giusto per l’ ora della cena>>

<< certamente, Benedetta, ti seguo con l’ auto>> pagano e lasciano l’ area di servizio.

Senza altre soste arrivano a Milano e, s’ immergono nel traffico della metropoli, quando giungono in una grande piazza tutta alberata, Benedetta fa cenno di posteggiare, sono in viale di Porta Vercellina, vicino alla sede dell’ agenzia immobiliare, davanti ad uno splendido palazzo dell’ 800. Dove c’è l’ appartamentino di Benedetta. Entrano nell’ atrio e, in quel momento la pendola che si erge nell’ andito, come un vigile custode, scandisce i rintocchi delle 18. 30, entrano nel lussuoso ascensore, per salire al terzo piano.

Nello stesso momento a Parigi, anche il pendolo della villa di Antoine, ha dato l’ ultimo rintocco, nelle stanze sotto la grande scala, si sentono dei movimenti concitati, è soltanto Michele che si prepara per la partenza di domani, se riesce a fare in tempo, ha il volo per Milano alle 6. 50, altrimenti il successivo parte alle 7. 45. E’ agitato dall’ emozione, non vede Francoise dal giorno della partenza, anche se, al cellulare la sente ogni giorno. Prepara, come sempre, la borsa da palestra e una porta abito, sistemando sulla sedia, vicino al letto, i vestiti che indosserà per la partenza e fissare la sveglia alle 5. 00. sistemato quasi tutto, sta per uscire dalla sua camera, quando squilla il cellulare, rientra e risponde:

<< Francoise, tesoro, non ti aspettavo a quest’ ora, sono appena le 19. 30 ma, non sei in laboratorio? >>

<< no, non sono in laboratorio, sono uscita un momento, per fumare e per sentirti, Michele non vedo il momento di essere tra le tue braccia. Quando arrivi domani? >> ancora con l’ emozione accesa, risponde:

<< se riesco a fare in tempo, dovrei arrivare alle 8. 20, altrimenti il successivo arriva alle 9. 45 ma, tu cosa fai, mi vieni a prendere in aeroporto? >> lei con un tuffo al cuore, dice:

<< Michele, sarei già lì ma, forse è meglio se, ti aspetto in stazione, ora vedo di trovare un albergo dove poter stare tranquilli e, ti farò sapere. Adesso a malincuore ti devo lasciare, con un bacio. A domani>>

<< va bene Francoise, a dopo>> quella notte, sia per Michele sia per Francoise, diventa un mare in tempesta, tale è l’ emozione d’ incontrarsi.

Chiusa la chiamata, si aggiusta la livrea ed esce nell’ atrio, quando dalla porta d’ ingresso, giunge Antoine, sempre impeccabile, nel suo completo di Valentino, anche dopo un giorno di lavoro.

<< buona sera signore, le preparo il bagno? >>

<< buona sera Michele, sì prepara il bagno, poi dopo cena vieni nel mio studio, che devo chiederti una cosa>>

<< va bene signor Antoine>> congedandosi e, incamminandosi su la grande scala, con una leggera ansia interiore. Mentre Marie- Claire prepara la tavola per la cena.

Trascorsi 30 minuti, Antoine, nell’ uscire dal bagno, avvolto nel suo morbido accappatoio, vede sul tavolino tra le poltrone, il cellulare e, gli viene in mente di chiamare Benedetta.

Dopo il quarto trillo risponde:

<< ciao caro, sono qui con Alexia, abbiamo appena finito di fare una doccia veloce, che dobbiamo uscire per la cena e, tu come stai? >>

<< abbastanza tutto tranquillo, ho sentito Maxim, gli ho detto che forse domani andate in laboratorio a fargli visita>>

<< sì, certo caro ma, forse nel tardo pomeriggio, il mattino ho da fare nel mio ufficio, infatti, dovrò lasciare sola Alexia ma, certamente lei non si perde…>>

<< va bene, Benedetta, vedi tu quando puoi, dovrebbe anche darti delle cose per me>> sbuffando, risponde:

<< d’ accordo, vedrò di esserci, ti chiamerò domani. Ciao Antoine>>

<< ciao Benedetta>> posa il cellulare e, scende per la cena.



Piccolo Guerriero della Luce 30/01/2012 23:52 1297

Creative Commons LicenseQuesto racconto è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons: è possibile riprodurla, distribuirla, rappresentarla o recitarla in pubblico, a condizione che non venga modificata od in alcun modo alterata, che venga sempre data l'attribuzione all'autore/autrice, e che non vi sia alcuno scopo commerciale.
I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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