Maria Grazia aveva fatto pubblicare un annuncio sul giornale ma non immaginava che qualcuno avrebbe risposto.
“AVETE I CALZINI BUCATI? C'È MARIA GRAZIA. RAMMENDI PRECISI E INVISIBILI”
Non sapeva fare molte cose ma il rammendo lo sapeva fare bene. Sua madre non le faceva fare altro perché era convinta che la figlia non era buona ne a cucinare e nemmeno a sbrigare le faccende domestiche. Maria Grazia ubbidiva in silenzio. C'erano tre uomini in famiglia e i calzini bucati erano tantissimi. Suo padre e i suoi due fratelli: tutti e tre lavoravano la terra con ai piedi grossi scarponi e alla sera tutti avevano grossi buchi nei calzini. E così, dopo che i calzini erano stati lavati e asciugati, Maria Grazia pazientemente li rammendava e mentre lavorava... cantava.
Si, Maria Grazia cantava con voce stonata e senza conoscere bene le parole, ma non smetteva mai di cantare. E, tra un motivo e l'altro riparava i buchi nei calzini, nelle calze della mamma e in quelle sue. I suoi rammendi erano un'opera d'arte. Poi, il padre era morto e i fratelli avevano deciso di continuare il cammino della vita in un paese lontano, ma talmente lontano che Maria Grazia non ricordava nemmeno il nome. Lei e sua madre non ne avevano saputo più nulla. Sua madre aveva venduto la terra e la piccola fattoria, aveva depositato in una banca i soldi ricavati intestandoli a Maria Grazia e tutte e due avevano lasciato la campagna per andare a vivere in paese in un piccolo bilocale.
Ma Maria Grazia non aveva perduto il buonumore e cantava lo stesso. Le bastava stare con la sua mamma e loro due si accontentavano di poco, quel poco che riuscivano ad ottenere grazie alla pensione di invalidità di Maria Grazia. La mamma non voleva assolutamente toccare la somma che era in banca. Diceva che era destinata alla figlia, al suo furturo tanto non l'avrebbe sposata mai nessuno... era destinata a rimanere sola. Sua madre non le aveva permesso di fare niente, l'aveva protetta troppo.
Ma un brutto giorno anche la mamma l'aveva lasciata: si era addormentata la sera e la mattina non si era più svegliata. E così adesso era rimasta completamente sola e aveva paura di rimanere senza soldi. Ma non era in grado di fare molte cose e così aveva deciso di mettere quell'annuncio, sapeva rammendare benissimo ma non pensava che qualcuno potesse avere bisogno dei rammendi ai calzini. E invece... dopo appena due giorni dall'uscita dell'annuncio, il campanello incominciò a suonare. Erano, di solito, uomini soli quelli che si rivolgevano a lei. Adesso aveva montagne di calzini da rammendare.
Maria Grazia rammendava e cantava, poi parlava un po' con la foto di sua madre e cantava ancora con la sua stonatissima voce. Non chiedeva molto per rammendare i calzini e i clienti aumentavano e, vista la precisione dei suoi rammendi, ora cominciavano a portarle anche biancheria intima da rammendare come mutande e canottiere. Lei si sentiva un po' imbarazzata dalla biancheria intima maschile ma si faceva forza a furia di cantare. Era, tutto sommato, soddisfatta dell'idea che aveva avuto di mettere quell'annuncio, riusciva a guadagnare qualcosa e poi... lei si accontentava di poco.
Quando squillò il campanello quel lunedi mattina, si era alzata da poco ed era ancora in pigiama. Per andare ad aprire indossò velocemente La vestaglia e si ravviò velocemente i capelli. Non le piaceva apparire disordinata. Nell'istante in cui aprì la porta provò un po' d'imbarazzo. Colui che le stava davanti con un sacchetto in mano, la fissava attentamente da dietro un paio di spessi occhiali da miope che velavano due occhi chiari. Maria Grazia lo fissò da dietro le sue lenti (anch'esse spesse e pesanti) e si sentì incapace di parlare... Poi si rese conto che anche il suo visitatore era stato assalito dal suo stesso incantesimo.
Così rimasero a fissarsi sulla soglia di casa, quasi avessero paura di fare o di dire qualcosa di sbagliato. Man mano che si fissavano avevano l'impressione di guardarsi in uno specchio, stessi lineamenti, stessi occhi chiari e inevitabilmente allungati, a mandorla, tipico segno che contraddistingue tutti quelli che nascono con la sindrome di Down.
“B... buongiorno s... signorina, mi chiamo D... daniele, mi f... faresti e... entrare?” Balbettava per la timidezza e Maria Grazia si accorse di essere stata scortese.
“Entra pure – disse – facendosi da parte e scusa per il disordine, mia madre è morta e vivo da sola e se non metto in ordine io non può farlo nessuno”.
“Che strano! Anch'io vivo da solo e non ho nessuno che mi può rammendare i calzini”.
Maria Grazia preparò il caffè per offrirlo al suo ospite... Che bellezza! Era la prima volta che vedeva Daniele... ma si sentiva meravigliosamente a suo agio con lui. Arrossendo si chiese se fosse questo il colpo di fulmine, l'amore a prima vista. Non aveva mai pensato d'innamorarsi, ricordava le parole di sua madre: “ Tu resterai da sola, nessuno ti vorrà mai” E poi si sentiva così, così “ diversa” e inadeguata. Ma con Daniele NO, con lui si sentiva normalissima e bellissima. Mentre nel cucinino era intenta a preparare il caffè, si sentì osservata, alzò gli occhi e vide Daniele davanti alla porta che la fissava incantato, con uno sguardo dolcissimo e le disse: “ S... senti – di nuovo quella dannata timidezza – p... posso ripassare questa sera per parlare un po' con te? S... sei così carina”.
Di nuovo diventò tutta rossa e poi rispose con semplicità: “ Torna quando vuoi, Daniele... mi farà piacere avere un poco di compagnia”.
Da quel giorno Maria Grazia e Daniele stanno quasi sempre assieme e stanno programmando di sposarsi. Lui incomincia a diventare geloso e pensa che lei non debba più rammendare calzini agli altri uomini. Ogni volta che a Daniele si buca un calzino, lo fa vedere a Maria Grazia e incominciano a ridere e a scherzare come matti. In fondo è grazie ai buchi dei calzini che loro si sono conosciuti.