Ines
si guardò intorno.
Tutto era brina,
tutto era silenzio.
I rovi
le punsero le mani.
-Non importa.
Sarò un cardellino,
che grida, inascoltato,
a tutti,
che la luce
è un'ombra,
e che ciò
che non si
leggi
|
|
|
|
E' un raggio di sole
la mia vita.
Fui fiore
che molte volte si spezzò.
E ora,
con le
leggi
|
|
|
|
Stamane
un canto soave
m'ha destata.
E' stato forse
il sorriso di un bambino
o un fruscio di rami.
Eppur tutto
qui d'intorno è brina.
Ma un sorriso dell'anima mi dice:
-Destati,
destati, Rosaespinosa.
L'Amore è dentro
leggi
|
|
|
|
Quando verrò
i miei occhi avranno visto
il tuo mattino,
e, lieve,
la speranza mi porterà
con se'.
Sarà sparita
ogni traccia di dolore, perché io
chiesi di pungermi
le mani.
Porterò
ghirlande di
leggi
|
|
|
|
Fosti
un canto di libertà,
Eleutheria.
Guardavo
le stelle,
sempre,
e piangevo sui miei passi
spenti, e sulle rocce
che mi ferivan
il cuore.
Fui abbandonata
mille volte
sugli scogli, e ora
ripenso
ai miei tesori:
un fiore
di
leggi
|
|
|
|
Volano
e garriscono in alto
le rondini.
E felici
tornan ai nidi.
Come le aquile
toccan le più alte
vette, così può
il cuore dell'uomo.
Pur se dall'umile
terra, il suo pensiero
vola, sublimandosi
nell'Infinito
leggi
|
|
|
|
Camminando
le mie sere stanche, io,
rimembro
un impeto che era vivo
in me,
e, come rosa,
mi pungeva sempre
l'animo...
Cercavo,
ovunque,
la giustizia.
E, disconoscendo
gli uomini,
la cercai
intorno a me.
E vidi
i versi d'un Poeta,
che
leggi
|
|
|
|
Dove van
le rose, se di esse
ne restan le spine?
Calicantus,
o mio Calicantus, tu
sei l’imago
d’ un fiore purissimo,
che sbocciò
fiorendo
tra la Neve...
Calicantus,
tu dicesti
che volevi farti spina,
per scordare
l’amor d’un uomo,
e
leggi
|
|
|
|
Stasera
contemplo la mia vita.
Fui foglia
e vento.
Poi,
volli esser neve,
che restava, tremante,
sulle foglie.
Dissi
che mai,
se il mio cammino
fosse lento,
o irto,
avrei scordato
il mio passo.
Non era
un correr lieve,
no.
Ma un paso
leggi
|
|
|
|
| E mi parla,
questo mio mare,
mi parla di immenso.
Il cielo
par quasi di corallo,
tra riflessi rossi,
ed azzurri.
E, come guscio di conchiglia, io
racchiudo le spine della mia vita,
ed il profumo
di rose in fiore.
S'io solo
leggi
|
|
|
|
| Vorrei
che tutto il sentire
ed il dolore del mondo
si trasformassero in luce- disse un giorno una fanciulla,
ad un 'immagine.
Vorrei
non essere così fragile,
poiché vedo
e sento
tutto il dolore del mondo.
Parlami,
leggi
|
|
|
|
| Non ricordo
se fosse perché
guardavo sempre in alto,
tenendo il nasino all’insù,
o perché tutto ciò
che era degli umili,
mi colpiva.
Ricordo
la stretta al cuore, quando
guardavo il volto
sfinito,
d’un uomo,
o donna che fosse,
che mi
leggi
|
|
|
|
| Dolcissimo fiore di Maggio,
Maris Stella,
Tu che vedi
da lungi
i nostri affanni,
prendi le spine
dalle nostra mani
e fanne rose,
Tu che installi
leggi
|
|
|
|
| Se un giorno,
di Settembre,
ripercorrerò il fiume
della mia vita,
guarderò all'Acqua, che,
come sorgente pura,
vi sgorgò.
Ed allora,
tutto l'Universo
della Bellezza del Creato
si porrà,
come riverbero,
davanti a
leggi
|
|
|
|
| Andava
pensando alla sua vita,
Rosaespinosa.
Lacrime
di dolore solcavan
le sue gote.
-La vita m'ha dato,
e m'ha tolto.-
Pensò.
-Non ho più
un ventre morbido
e sensuale,
né
lunghi capelli
da sciogliere
al
leggi
|
|
|
|
| Se, un giorno,
tu ti dimenticherai di me,
allora io non sentirò più
il profumo del mare.
Tacerà la mia cetra,
e, come pietra,
io non mi ascolterò più.
Sarò un'arpa
che suonerà alla
leggi
|
|
|
|
|
Cerca la poesia:
Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a valentinatortora.
Indirizzo personale di valentinatortora: valentinatortora.scrivere.info
| Quasimodo
si mosse, verso la finestra.
-Resterò qui,
nascosto,
nel buio della Notte.
Nessuno mi vedrà.-
Ma
venne un refolo di Vento.
-Tu sei un uomo,
e, seppur
nessuno t'ami,
t'amo io...
Apri la finestra
alla Luce,
o
leggi
|
|
|
|
| E' un suono mite e cristallino,
il suono delle campane
a sera.
Un ruscello
intona il suo canto
al mio.
Anima mia,
parlami d'immenso,
e
leggi
|
|
|
|
| Erasmo
si fermò,
ad un bivio.
-Ch'io debba vivere
chiudendo il mio sguardo
alla Luce, che m'investe,
o guardare,
come aquila fa,
scrutando ogni
più piccolo
dettaglio della Vita?-
Si chiese.
E sostò,
leggi
|
|
|
|
Scorrevano gli attimi,
quando
rifulse
d'incanto
lo splendore della vita.
Le onde del mare
parlavano,
mentre l'estate fuggiva.
Di te, di me,
resta
un
leggi
| |
|
|
|
| Correvo
nei campi di fragole.
Chiusi gli occhi.
Luce,
mare.
Tu, con me.
Uniti
per sempre,
nell'animo.
Udii
il Suono
che fa Primavera, quando
un bimbo
leggi
|
|
|
|
| Camminavo,
la sera stanca,
nei campi di fragole.
Vagava,
i mio cuore
nel ricordarmi
la vita:
una carezza
ed una parola
avrebbero fatto
la mia felicità.
Chiusi gli occhi:
tra breve,
la vera me
non sarebbe più
stata
la stessa.
Mi
leggi
|
|
|
|
| Fiore di musco,
mazzi di gelsomini d'India,
fior di Carolina.
Ecco ciò cui il mio cuore
anela:
amor di madre,
union d'animi,
separazione.
L'anima mia
mira ad un po'
di pace.
Cardi a mazzi,
e calendule in fiore,
un mazzetto
di
leggi
|
|
|
|
| Volevo
essere nuvola,
da bambina.
Soffrivo,
perché non avevo
una carezza.
Tutto
intorno a me
era un deserto
d'amore.
Ricordo
che ero fanciulla, e dissi
al Vento
che gli avrei donato tutto,
se mi mostrava
il Nord...
E, per
leggi
|
|
|
|
| Camminava
tra le rose di maggio,
la piccola Nevespina.
Amava
i ranuncoli e le primule
che il bosco di primavera
le regalava.
Sentiva il canto
dei pettirossi
al mattino,
ed il rumore dell'acqua di fonte.
Un giorno
la prese con se'
la neve di
leggi
|
|
|
|
| Di lei,
ricordo lo sguardo timido,
tra i banchi di scuola.
Teneva la fronte in giù, per timore
che le si arrossassero le guance,
Margherita.
E studiava,
studiava.
E leggeva,
leggeva.
Faceva
il cavaliere a cavallo, e disegnava
le
leggi
|
|
|
|
| Non fu
per i trenta denari
che io
ascoltai
il suono melodioso
della vera Arte,
Poiesis, la Poesia.
Essa
mi fu luce e pane, quando,
chiusa al mondo, io
guardavo fuori
scorrere la vita, tenendo stretti i fogli
al cuore...
Era come
correre
leggi
|
|
|
|
| Suonava,
per la stradina,
il vecchio Musicante di vita.
Piano, con dolcezza,
spargeva le sue note
al vento.
Affaccendata, la gente
distratta, ogni tanto,
si fermava.
-"Non voglio
ascoltare
questa musica gentile",-
disse un
leggi
|
|
|
|
| Correva
con il vento tra i capelli,
la piccola Malaspina.
Sognava
d’abbracci, risa,
e canti al sole
e al vento.
Ma
venne la pioggia.
-"Perché continui
a cantare, se gli uomini
vedono le nubi,
e ti deridon
del tuo canto?"-
_ Chiese un
leggi
|
|
|
|
| Era
una mano bianca,
su tasti neri,
quella della pianista.
- "Non posso suonare
del dolore, poiché io
non l'ho conosciuto "...-
Ma
entrò
la Notte
dalla sua porta, e le chiese:
" Vuoi venire con
leggi
|
|
|
|
|