Camminavo,
di Primavera,
nel bosco incantato.
Colsi rose,
e spine.
Ero una ragazza
sensibile.
Amai
il mare,
che porta all'Oceano.
E venne
la Primavera, ed essa,
dolcemente,
bussò alla mia porta.
-Che desideri, di
leggi
|
|
|
|
Fosti
un canto di Primavera, tu,
rondine.
Giocavi
tenendo margherite tra le mani.
L'Amor vero, no,
quello non ti fu mai insegnato.
E così
passarono gli anni
della tua vita.
Conoscesti la Poesia,
quella sublime,
che innalza i
leggi
|
|
|
|
Volavano
con le ali colorate,
gli uccelli
nel vento...
Fu
un attimo...
Vidi
tutta la vita mia
senza amore...
Ascoltai,
pregai...
-Fa'che io possa vivere,
incontrando ovunque
i miei passi mi portino,
la poesia della vita.
E l'amore
leggi
|
|
|
|
Eri
un fiore di poesia, tu,
Ninette.
Giocavi coi petali
bianchi
della tua giovinezza, e cercavi
l'amore.
Ninette, tu
non sai che l'amor puo'voler dire
amar uomo, o donna, e che tutto
cio'che'egli fa, e'ricercar
leggi
|
|
|
|
Girava
La carta del destino.
-Non e`questa
la strada da
percorrere.-
Si disse la fanciulla.
-Va bene.
Seguiro`Il mio destino, ove
esso mi portera`.
Ma l'amicizia, no,
non perderla,
l'amicizia,
e non sfuggir perfino
ai versi
leggi
|
|
|
|
Ascolto
lo stormir di foglie.
-...Vivi, vivi... -
par che dicano...
Ma io
non ho più forze, e, seduta
al mio letto
contemplo lo scorrer della vita...
Non tradirmi, non scordare
ciò che il vento è,
tu che hai visto...
Non
leggi
|
|
|
|
Tu restes,
je reste aussi...
Vedi,
è neve tutto
il cammino, ma io
ne porto
le spine.
Ascolta, fanciulla,
il canto della vita.
C
leggi
|
|
|
|
Fosti
Neve a primavera, tu,
Primula.
Amasti
Un giorno,
Per una vita.
Dicesti
Ch'era per sempre, come
refolo di vento
Che lascia
Il timor del sentimento.
Tu
Fosti una primula, derisa,
Lacera.
Resta,
tra la neve, di te,
il profumo
leggi
|
|
|
|
E piove,
sui nostri volti
sommersi dall'acqua,
non vedi, o
Alcyone?
E piove
sulle tamerici sparse.
E tu
dicevi
che era
per sempre,
ed anche lui
penso'
che era cosi'.
Ma
l'oscura nube della vita
ti porto'lontano da dove
leggi
|
|
|
|
| Son
occhi celesti, gli occhi
dei bambini.
Non conoscon
la guerra, ne'
la falsità.
Solo
il Sogno, che li lega
al Cielo.
Potessi io
tornare
di nuovo bambina,
sarei allora
un cerbiatto, che s'avvicina,
con dolore
alla fonte
leggi
|
|
|
|
| State buoni,
bambini, che oggi vi racconto
una favola.
E' la fiaba
dell'amore cercato, e della vita.
State buoni,
non vi narrerò
di streghe, o di folletti,
ma di una ricerca.
E del guardare il cielo,
e del mare.
Bambini,
leggi
|
|
|
|
| No,
nessuno mai
fu più vicino
all'anima mia...
Ero una donna
sperduta,
spaventata dalla vita,
ed i versi
mi curaron l'anima.
Vidi
un oceano di bellezza,
e fiori
a neve di primavera.
Ora,
che chiesi
di toccar le spine,
leggi
|
|
|
|
| Presi
un cesto di fiori, rose
a Neve Mattutina, e lo deposi
sulla tua porta.
Tu
eri Neve, per me, ma
l'oscura nube dell'amore, giaciuto
e sottaciuto,
mi trafisse il cuore.
Che', ciò ch'io sapevo
era segreto.
Qui,
leggi
|
|
|
|
| Ricordi,
ero la tua Calliope,
ed ora
sono Mnemosyne.
Non ricorderai
più
il volo d'aquilone,
il mio ascoltare
il Vento,
poiché
fuggiron
da me
le genti,
all'ascolto
del Vero.
E allora presi
un pezzo di terra
nera,
la
leggi
|
|
|
|
| Guardai
l'insegna.
-Neve,
oggi.-
Presi il mio cappotto, mi incamminai.
Pensai.
-Tutto
ciò ch'io so, ed ho visto,
è vento, anche
il mio cuore.
Un giorno, forse,
ciò che io feci
si saprà, ma ora
il mio
leggi
|
|
|
|
| E' notte.
S'ode, fra i rami,
il rumore del Mare.
Tarda,
una capinera
giunge al suo nido.
Dormono
le cime dei monti,
nella notte.
Una gazza
fa udire
il suo canto.
Miti, i rami
lasciano
di luce il rifllusso
dell'Onda a cui
leggi
|
|
|
|
|
Cerca la poesia:
Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a valentinatortora.
Indirizzo personale di valentinatortora: valentinatortora.scrivere.info
| Restava,
stupita alla finestra,
Ines, a guardare il cielo.
Passava, di lontano,
la gente:
ella aveva
lunghi capelli d'oro.
Passò una donna,
e le offerse
il miele della amicizia,
e lei lo prese:
ma il suo cuore ne fu
leggi
|
|
|
|
| Avevo
lunghe treccioline,
ed un sorriso timido,
bambina.
Amavo
i doni che mio padre,
la sera stanca,
mi portava.
Guardavo
mia madre, fragile,
lavorare a maglia,
e chiacchierare.
Tutti i gattini
e gli uccellini
del vicinato
furon i
leggi
|
|
|
|
| Mi ricordi
un bambino spaurito,
cugino mio.
Abitavi
in una grande città, ove
lingua e cultura
non ti mancaron.
Ma eri solo.
Bello,
come un Dio, vivevi
del sole degli altri.
Un giorno
fosti neve, e le dure battaglie
della vita,
leggi
|
|
|
|
| S'udiva,
tra le fronde,
il rumore che faceva
il vento.
Ines prese, allora,
un aquilone, e corse
e corse
gridando a squarciagola
che tutto
ma tutto
ciò che il suo sguardo percepiva,
era Bellezza.
Si fermò
ad una
leggi
|
|
|
|
| C'è un'isola,
su, al Nord,
ch'io vidi,
cara a Yeats.
Verdi colline d'erica
ti circondano,
o Tara,
e silenzi d'Oceano vestiti.
Là corre l'erica tra i boschi,
e suona il mare.
Potessi portare ancora
da te il mio cuore
io ti
leggi
|
|
|
|
| Vissi,
di gioia, e canti,
da bambina.
Disegnavo
le nuvole con la punta
dei piedini,
correvo
con un immaginario destriero,
e parlavo col Cielo.
-Mostrami
tutte le stelle
del Firmamento,
ch'io possa gridare
a tutti
la mia gioia...-
E
leggi
|
|
|
|
| Ninette si fermò,
sulla riva d'Inverno.
Disse:
"-Tutto
mi fu tolto.
Amicizia,
amore,
salute.
Tranne
il sublime volo,
che feci, volando
con la mente.
Una croce, a terra esposta,
mi fermò.
Udii, dalla pioggia,
che il
leggi
|
|
|
|
| Forse perchè
dell'Infinito
io fui
un'umile foglia,
che volli esser
ramo d'Inverno.
Non chiesi
d'esser immortale, no,
ma di sentire in me,
infinita,
l'Aurora.
Sapevo
di me,
del mio destino,
e chiesi
di cantare
dei
leggi
|
|
|
|
| Ave,
Madre della Neve.
Tu, di stelle argentee
fulgida Stella,
guardi dall'alto
le cime dei monti,
i boschi,
il mare,
e sorridi
d'Amore,
sugli uomini.
Madre,
più pura
di un Cristallo
di Neve,
tu sei
il nostro
disegno
leggi
|
|
|
|
| La fanciulla corse
con i pattini,
sul lago ghiacciato.
-Danzerò, e danzerò,
fino a sera,
fino a coglier nell'ebbrezza della danza
tutto il Sublime di cui
la mia anima, stanca,
si nutre.
Ho visto
ciò che uomo
non
leggi
|
|
|
|
| Se
un giorno,
guardando indietro
alla mia vita,
il Fattore Immobile mi chiederà
chi fui, io
Gli risponderò:
-Una bizzarra farfalla,
che non voleva posarsi
sui fiori,
ma sulle spine.-
Se Lui
mi domanderà il
leggi
|
|
|
|
| Danzava
tra le foglie,
la petite enfant.
Rideva.
Cantava.
Era
felice
per un ramo
d'Inverno intrecciato
a rose, e viole.
-Perché sei
felice?-
Le domandò
una grigia foglia di Dicembre.
-Io?
Io
son
leggi
|
|
|
|
| Donne,
fanciulle,
bambine,
uomini,
anziani,
guardate in alto:
non si vede bene
che con gli occhi del cuore.
Non cercate la felicità persa,
o irraggiungibile:
guardate i fiori di campo,
e gli uccellini,
che vivon
nell'armonia d'Un
leggi
|
|
|
|
| Era d'Inverno.
Roland usci' dall'uscio,
e s'incamminò verso la Neve.
Fuori, il bianco manto.
venne Rolf, il lupo.
-Che fai, bimbo?-
Gli domandò l'animale.
-Gioco
coi piccoli cristalli
di Neve, perchè
ogni
leggi
|
|
|
|
|