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vincenzo gunnella
Le 51 poesie di vincenzo gunnella
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Si schiude
come persiana al vento
la malinconia della sera
mentre, riluttante,
il suo chiarore
l'ultimo sole declina
nella valle scarnita
della notte vicina,
materna coltre,
di nero vestita,
sul travaglio
della mia pena, china.
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IL mare dolce- amaro
che mi vive dentro
(abbarbicato alle alghe,
alle deiezioni del tempo)
m'è sogno d'incoscienza,
d'Afriche lontane,
d'albe giovani
tinte da schiume gaie.
Ora, allunga brame
distende l'onde
fino a dilatare,
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Se son vuote le attese
mi accontento del nulla
e nel mare in subbuglio
sondo approdi
nel resto dei giorni.
Le parole sono rocce
alle quali mi aggrappo,
con le quali spesso
aguzze mi graffio.
Se la vita è tempesta
la mia barca è
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Là oltre i gorghi
s'alza come lanugine
al vento
sipario di nebbie
scorrevole agli affanni.
Dei nuovi
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Sulla terrazza ancora
s'accese l'estate:
stese la sdraio,
aprì l'ombrellone,
si fece avvolgere
da un abbraccio
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Intingendo nella neve
l'indolenza
scrivo sillabe vane
che si sciolgono presto
con gelidi fiocchi
in folate
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L'universo dormiva
un illusorio dormire
col vento che rimestava
l'attutito ribollire
dell'inquietudine della
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Aria tersa e silenzio:
solo la tramontana
può svelare l'inganno
del cielo di gennaio
mentre all'ombra
l'inedia cristallizza
pozzanghere
di limacciosi sentieri.
Con grigi immanenti
e foschie di pensieri
(come è difficile
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La stanza nuda, un libro, la sera,
disegna indizi d'inquietudine
e svuotati ghirigori di parole
un vento d'afa e di apatie
come se le ore,
orfane del mare,
fossero dilatate
da disattese frescure.
Io che ero l'acqua
che circondava
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La notte abbrunita
ha occhi dilatati
vene pulsanti
e dita addormentate.
La luna sfuggente
ha segreti disvelati
sguardi distaccati
e rabbie rattrappite.
Nelle anse dell'ora
la sete divora
i rimpianti salati
dalla luna cullati.
Il mare nel
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Lento il nuovo sole
scalda l'aria
ma è pur freddo
sotto la velatura
ancor cagionevole
della primavera,
so e vorrei
non provare il gelo
di tutte le stagioni,
sento e come
potrei non sentire
i lamenti gemmati
dai risvegli
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a vincenzo gunnella.
Vento d'incertezza
sembra musica
per questo canto
fra tremuli giunchi.
E' la pioggia di marzo
che tambureggia severa
per i lividi sentieri
e gela i conti dell'inverno.
Ristagna la sera
che espande
brezze grigie
come brandelli d'ombra
su un
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Strade di silenzi grigi
e smarrite allegrie.
Il tempo. Che un po'
cicatrizza, non guarisce.
Ma se penso allo squarcio
del mare
la ferita si riapre
e bruciano gocce
di sale
(la mia vita
di stanze attempate
è una chiesa violata,
una
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Poesia è piuma
su brezze leggere
a sorvolare le pene,
a render meno irti
gli scogli, i pensieri,
le ore più grevi.
E' mutar di nubi
in isole di cielo
e ali di sogno
sopra un nero velo.
Poesia è distacco
visione
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Gli olivi di Capaci piangono
improvvidi di vermiglio,
gocce acidule del'anima.
Nel giardino di via D'Amelio
la calura riscopre
foglie di metallo
nel meriggio spezzato
da apocalittico lutto.
Brandelli ormai laceri
di omertà in
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Ora solo brusii
preghiere di vento
rimuovono le stagioni,
come lisi grani di rosario
sfilano i giorni effimeri
dell'autunnale incalzo
e pioggia battente
distende tappeti
di foglie caduche
di sogni marciti
di brune prenombre
di speranze
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Se la vita è altrove
oltre il concepibile,
per derive e nebulose
(con cadute rovinose)
voliamo ignoti voli,
azzardi avventurosi
di un irraggiungibile
dove.
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Ancora settembre
con cornici dorate
intreccia al tramonto
matasse di nuvole porporine
con disincanti d'estate.
Tepori dei giorni,
respiri di maree,
vivi ritorni
di spuma di sale
a rinverdire ciottoli opachi
con fugaci
acquerelli di mare.
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Sulla spiaggia,
nell'argento
dove spurie ombre
ripresero identità
ieri andai a ritirare
i sogni stesi al sole.
Ormai senza di te,
senza più nostalgie,
senza vele, come prima...
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Sovente nelle veglie
(o in silente meriggio)
un mescolare urgente
di sfuggenti biglie
che tra griglie d'ombra
si svelano grigie,
muove
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51 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 20.
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