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Giuliano Nardelli
Le 37 poesie di Giuliano Nardelli
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| C'era un volta...
un Principe, Granduca di Toscana,
che ricevette in dono
un cesto variopinto di
frutta e di verdura
da un fiorentin fattore,
di proprietà elevata.
Tal gesto fu apprezzato
perché "Loro
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| Aspergere vorrei della rugiada lieve
di ciocche i capéi tuoi,
e le tue guance
vezzose e rosee
foss'io re Eolo
le lambirei.
Dello splendor degli occhi,
i tuoi,
infin sì cupi
simili a stelle in cielo
millenni fermi
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| E come il Sol d'adagia
di buon mattino in terra
per umidirsi il viso
della rugiada sparsa,
tal'io vorrei emularlo
baciando te assopita
sì ché al tuo risveglio
mi trovi lì d'accosto.
E come il cavaliere,
errante e
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| Ora che il brontolio invernale
reso di gelide notti
e freddi mattinali
si allontana
con epilogo cupo,
subitamente si mostra
alla finestra schiusa
d' improvviso l'annunzio
che frantuma il sonno
di un preludio gaudente.
Le piante che si
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| Improvvido è stato l'incontro
felicemente desiderato
ma che avrei voluto
né ora né mai.
Lettura dei segni
e della vita
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| E la penetravo sempre più a fondo,
là dove c'era una gran quiete
contrariamente al turbinio delle membra,
dei corpi nostri ondeggianti,
dei nostri occhi roteanti.
Io avanzavo lento, lungo la linea
della comprensibile frenesia,
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| Resti immobile e attendi
che una voce,
suadente e armoniosa
giunga a mormorare lieta
una frase breve, ambita.
E, come orchestra d’archi
e mesti queruli violini,
il sussurro a un orecchio
di ciò che si agogna da tempo
e si ode con
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| Donde saetti fulgida e radiosa cometa oggidì,
dopo una nottata spesa a rimembrarti allato a me,
priva di vesti, con la cute chiara e cristallina?
Prefigurare con gaudio il vederti giacere
al mio cospetto con reciproca e devota
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| Curva sopra di me i tuoi capelli neri
ricavano un antro buio e cupo
dove i tuoi occhi a stento mal si vedono
ma che simile ad un guardingo gatto
subitamente ne ritrai tuo il volto
che nell'oscurità assume smarrimento
è allora che
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Il cielo quest'oggi mi parla di lei.
Spumose nuvole d'albume bianco
si rincorrono come discoli
e con occhi penetranti si svelano.
Si cercano e accostandosi
l'un l'altro, si sfiorano appena col capo
e con le mani lambiscono labbra
protese a
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Ho sempre odiato il caffè amaro,
ma da quando tu
lo prendi così schietto, rude
e brusco un pochetto
lo amo ancor di più.
E seppur mi piace dolce
e assai mieloso
vorrei sacrificarmi
e berlo anch'io acrimonioso.
E adesso che
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Invia un messaggio privato a Giuliano Nardelli.
Passi lenti e silenziosi
Con intimi e protesi singhiozzi
Per l'ultimo stanco tragitto.
L'umido afròre è quel che spira
Dal legno del cataletto:
La fossa è già pronta
Nella cupa e profonda sua terra.
Il corteo si
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| Un tardo pomeriggio autunnale
un pallido e mellifluo chiarore
residuo del mattino suo ombroso.
L'incontro si svela a sorpresa.
Le forme ed i volti indugianti
rallentan la smania in coscienza
di dare un indubbio ritratto
a muliebre voce
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| Tornano amori moribondi,
antichi amori dalle èlitre fioche,
sogni morti di ricordi adesso spenti
e di stagioni purtroppo già consunte.
Fràle, come sottile peduncolo di foglia,
è la sua vampa dell'oblio estinta
di cui
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| Un fausto dì, Cefiso dio del fiume,
notò Lirìope, candida ninfa,
che presiedeva alle sue acque fresche.
Quindi la imprigionò nei suoi
tentacolari ed ammalianti flutti
e la violò immantinènte.
Dalla divina
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Una persiana di legno verde e consumata
nel purissimo chiarore di luce rapida
si apre improvvisamente come un seme.
Destarsi in un mite mattino
tra un tremolante ronzio di api
con gli usignoli che decantano i loro versi
e lambire con mano la
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| E' una passione,
una emozione
di un fuoco cinereo
ma che serba più in basso
il fervore e l'ardore
di una attrattiva coscienza.
Dal fiato bagnato
che mi innalzi sul viso
al pianto versato di un salice,
che di primavera il fiore ho
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Da questa verde terra lambita dal vento
nella Valle del Foglia,
in ripida corsa verso il mare
maestosa e solitaria si erge
su di un piccolo colle
di guardia... la Torre.
Guarnigioni sparute
di servigio e presidio
in medievale bertesca essa
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Capiterà un giorno
forse anche a noi?
che tornando da vecchi
in quei luoghi ormai scordati
che videro le loro impronte
di ragazzi quasi intatte sulla sabbia
dove si erano amati
per l'ennesima volta
erano impronte di un frasario
e di una
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| Il cielo è plumbeo, le nuvole appannate
E il vento vagabondo
Incerto a transitare
Tra il granoturco biondo
O il selvatico finocchio.
Esso è lamentevole per tutta la giornata
E le foglie ormai già spente
Si staccano dai
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37 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 20.
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