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Veronica F
Le 146 poesie di Veronica F
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c’è qualcosa di sacro sul fondo
e non parlo di me,
ci sono colpe
senza santi né altari da incensare,
forse volavo troppo in alto
cosa pretendere da un rischio senza rete
ma lassù ero qualcuno
non ho mai capito bene il nome,
bastava il fruscio
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andare via
a luci spente,
lasciare indietro il cuore sbigottito
fuori tempo con i passi decisi,
il cerchio era chiuso
attorno al tuo morirmi dentro,
mi stavano addosso
le nostre diversità,
mostri sgusciati dall’incoscienza,
accecanti segnali
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basta così
non andare oltre
le parole urlate sparano nel vuoto
chi vuoi che le raccolga
io?
il livore cade come pioggia sull’asfalto
non aspettare i miei palmi aperti all’offesa
c’è tutto un mondo che ignori
vulnerabile ad ogni raffica
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è già notte sulla strada in fuga,
mi fa luce l’ombra oscena del non ritorno
la mia scimmia sulla spalla,
maligna passi muti nelle orecchie
contano quei mille che io sola sento,
colpi disperati del cuore a scavare il profondo
dove c’è roccia la
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Ti ho cullata a lungo
dolcemente stretta al seno
piccola fragile indifesa bimba mia,
nel tempo inafferrabile
fotogrammi di ricordi attraversavano la mente,
ti raccontavo
la fiaba della nostra vita in due
noi due sole
intrecciando fra le mie le tue
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anche allora
non ti sentii bussare,
entrasti dal retro di casa
eludendo il filo spinato della mia solitudine
orme lievi sul terreno bagnato
nel buio che puntava gli occhi altrove,
ma il pensiero non ha il passo del soldato
dove c’è malinconia si
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amare te
sentire, vedere, toccare
percezioni dell’è
insediato dal sempre
il respiro
la tua presenza,
la solitudine
un attimo senza te,
l’emozione
di pensieri e parole sottovoce,
e la pioggia suonava sui vetri
tra coperte rimboccate del
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e se a volte
senti il cuore in affanno
cercami oltre ogni distanza,
mi troverai di spalle al mondo
dove ci siamo incontrati
viaggiando solitari in contromano,
riconoscerò i tuoi passi disillusi,
senza voltarmi
ti farò posto sul gradino più alto
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una parola vuota
amore,
una bollicina di sapone
che volteggia sui pensieri annichiliti,
li sfiora giocando col sole
non seduce
l’arcobaleno sulla lamina delicata,
è l’incanto di un’illusione
che si frantuma sull’indifferenza,
solo qui evaporano
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resta sveglio sul tuo tormento,
vedrai l’immaginato
che ti ha solo sfiorato la pelle
ricamandola di false cicatrici,
trofei mostrati alla gente, all’onore, a noi
del sacrificio offerto al dio ego
scosta le mani dalle orecchie,
ascolterai la
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bastava ascoltarlo
il cuore all’antica,
nutrito di briciole e coraggio
mutava in oro silenzi di pena,
gesti melodiosi di voce bianca
falciavano l’erba cattiva dell’eresia
tra spighe di grano benedette
da una schiena spezzata e mai
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sei il respiro che mi manca
tra parole soffocanti d’inutilità,
sassi in caduta libera
nella mia solitudine
...tu
sussulti nel sonno leggero,
echi infiniti di silenzio
richiamano il dolore annidato
brucia le distanze
la smania di possesso,
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ed io
non ricordo più dove sono
ho cento anni
forse mille
lo dicono le mie mani,
le prime che riesco a guardare
di carta impecorita
vuote e doloranti
ossa spezzate
(erano pugni?)
caparbi, feriti
da muri di cemento armato,
paure,
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c’era lei
ignara al mio volere
passeggiava alle mie spalle
oscurando il sole,
gli occhi neri di futuro
bucavano la sua ombra
ad un palmo dal mio naso
avrei dovuto voltarmi
sfoggiava papaveri rossi
sul vestito griffato,
la taglia un po’
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che ne sai
della mia metà oscura
dove tutto è stato taciuto
da un dito arrogante sull’innocenza
delle pareti sottili
innalzate da piccole mani
tra il ricordo e l’oblio
ed il perpetuo pulsare del male
riversava affanno nel cuore
già vecchio in
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a mani nude
ti ho combattuto
da te volevo
la verità dell’essere,
sorgente di luce
di quel che chiamavi amore
sfide laceranti
cronometrate sulle dita,
parole di circostanza
sciupavano il tempo
mani a debita distanza
troppo gelide
per
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Cerca la poesia:
Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Veronica F.
| Non sarà mai l’attesa
a lacerare la mia vita in anonimi giorni
che muoiono dimenticati dalla tua assenza
ma il sorriso beffardo del destino
che potrebbe spuntare dietro gli sbuffi convulsi
dell’ultimo treno vuoto e infuriato,
più di quelli che
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| Parvenze di vivere
affannano giorni trascinati
su strade asfaltate di ieri
Indosso il tuo cappotto sdrucito
un solo bottone su sei
e quattro taglie più grandi
a stento contiene l’angoscia
che illumina la mia ombra di schegge
calpestate da
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| Dovrei parlare con me
per capire dove andare
smarrita da strade schiarite dal risveglio
ma sono troppe...
io non ricordo se sono sempre state lì
e poi...
quei cartelli ai crocevia,
confondono la mente analfabeta di altri mondi
Dovrei
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| La stanza dei giochi chiusa in fretta
imposta da una vita senza sconti,
maniche rimboccate sui gomiti per dirle grazie
e dell’infanzia neanche un sogno nel cassetto
sul tavolo apparecchiato per due
giacevano bocconi amari
di parole sottomesse
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| Il tempo non l’ha mai conosciuta
sfuggendogli a giorni vestiti di lutti e preghiere
il vento non ha mai potuto portarla via
come le altre sprecate nel perduto
silenziosa d’orgoglio di essere
ha umiliato il dolore negandogli il suo sapore
e
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| Ti lascio il mio amore
è tutto quel che ho
Riprendilo
è la parte migliore di me
incapace di capire i tuoi passi negati
e di tacere nei momenti sbagliati
Cancella il mio nome dalla realtà
che libera schegge da un sogno di cristallo
confuso
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| Troppi se e perché
senza risposte
stremano la forza della ragione,
fragile vela di cuori in tempesta
li ritroviamo qui,
relitti arenati ad un amore rincorso
e sfuggito per una vita
stordendo l’anima di silenzi
per non farsi del male
Ci
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| Vivrai per lui,
accoccolata in un segreto
dove il suo cuore non fa entrare nessuno,
nemmeno le parole
dove il sole non nasce né muore,
albe rosate e tramonti purpurei
celati al tuo sguardo,
perduto nell’infinito di un angolo chiuso
è nel
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| Sbircio nel ricordo di te
braccata dal senso di vivere
e mi ritrovo a guardarmi le spalle
anche ora che sei solo pensiero,
muovendo i miei passi uno per volta
su un terreno che scotta di mille divieti
Invulnerabile mi abbraccia al volo
la
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| Dite pure ciò che pensate di me
non alzerò la mano per chiedere la parola
e tentare di contestare le vostre sentenze
Seppur distante da voi
sopporterò il brusio che martella il mio udito
le maldicenze, sapete,
attraversano indenni l’etere,
come
leggi
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| Voglio darti i miei auguri
mamma,
ma li sussurro appena
per non disturbare il tuo sonno
immerso nella quiete
di un mondo divino
a me precluso.
E voglio affidare
le mie parole
alle note di una dolce melodia
che si diffonda
nell’aria che ti
leggi
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| Aspetta,
rallenta la corsa
ferma il tuo tempo,
ed apri la mia porta
Perdonami,
c’è caos in giro
ma adesso
metterò un po’ d’ordine
Lo so,
i miei scaffali sono pieni di polvere
ma la spazzerò via per te
E c’è aria di chiuso,
di mille
leggi
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| li sto contando
uno per uno
all’improvviso materializzati ai miei piedi
scrollati dalle spalle incurvate dal loro peso
chicchi di grandine
luccicanti al pallido sole d’inverni senza riposo
trascinano ricordi usurati dal cuore
li perderò nelle
leggi
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| Arriva il Bianco Natale
ma di bianco e puro
cosa c’è ormai
se non
la gioia dei bimbi
l’attesa dei doni
la felicità dei nonni
con accanto i figli
almeno per oggi
Cosa c’è di bianco
sulle tavole imbandite
con rosse tovaglie
e servizi di
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146 poesie trovate. In questa pagina dal n° 91 al n° 120.
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