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Francesco Fabris Manini
Le 339 poesie di Francesco Fabris Manini
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Tu sei...
erba verde e chiara
che fa sereno il mattino,
danza del sole sull'ombra
d'arduo cammino,
vento sull'arido respiro,
rugiada sui rovi d'una
terra riarsa,
capanna di pensieri
di rondini senza nido,
chiostro d'asilo per le
solitudini
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Ha riacceso il colore
il giorno dell'estate
e la pioggia all'azzurro
ha ceduto le sue tracce;
s'agita argentina la campana
al mattutino e Fulgenzio dà
un buon giorno francescano.
Recita che il Signore ti vuol bene,
alla maniera del
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Manca forse l'illusione
delle divertite passioni
che l'azzurro del cielo
ci regalava nei campi,
e manca la dolcezza inquieta
al riparo dagli sguardi,
e forse i nostri spogli segreti
che scoprivano miracoli,
e le nostre mani libere
che vagavano
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Ci pensi? Uomo che sai pensare,
ci pensi essere nel grembo del Nulla,
non avere più ricordi, più memoria,
non sapere nemmeno che sei cenere,
briciola di polvere soluta, ignoto,
estraneo pure al vuoto, alla tua vita?
Ci pensi? Essere
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Oggi l'aria dev'essere gentile
e accarezzare tutti i pensieri,
smarrirli in un bosco di lamponi,
tra rovi senza spine,
lungo magici sentieri.
Sollevarli con zeffiri turchini,
dentro nubi di velluto chiaro,
e portarli dove le cime
sciolgono
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Una strana terra la tua,
di vigneti e di vendemmie,
di uve gonfie e belle,
che al calar del sole,
al desco d'un bicchiere,
mésciono un vino
bugiardo di parole.
Una strana terra la tua,
di messi fluenti e bionde,
che una tramoggia
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Ognuno è padrone del mondo
e nulla ci appartiene,
quando il vento porta il profumo
degli alberi nei giardini accanto,
e la pioggia bagna il contadino e il padrone,
e il sole entra negli occhi dei neri e dei bianchi,
e la terra non conosce i
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Si può vivere nel silenzio
quando la luce si fa avara
e le cose tradiscono
o cambiano rotta
su battelli alla deriva.
Si può vivere nel silenzio
quando i fiumi camminano
all'indietro e la foce è
insoluto miraggio.
Si
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Colli di festa
che rimbalzano nel cielo
gli aneliti delle rondini,
eppure eguali nei voli
e nell'attesa, come ieri;
luccicano le case
e le grondaie al sole,
accovacciati i passeri
al caldo tepore dell'incavo
che tintinna
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La pietra del tempo morde i passi
che s'allentano
col rumore delle foglie
che cadono dagli alberi.
Verde lo sguardo si volge all'indietro,
ma gli alberi hanno nomi diversi,
e diversi sono i rami,
e le foglie ci somigliano la notte,
quando la
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Chiama la Voglia sospesa,
azzardo d'ignoto paese,
e anela come falco al volo
oltre le cime del sole.
Questa voglia che pigia,
che preme che stanca
che inganna che crede.
Questa voglia che geme
e ama la schiuma del mare,
che prega sonni nel
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Sul tuo volto quel sorriso strano
di chi ascolta la notte come i gatti
che sentono il tempo senza rumori,
garbati al sole, la pioggia, le stagioni.
Sonnolenta e pigra è la tua voglia
e t'accoccoli tra fusa di velluto
s'un divano ancien
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Immerso in un sereno mattutino
sta nell'azzurro il colle solitario
e nelle strade tra portici ricurvi
si risveglia quel magico mio borgo.
Da poggio a poggio cantano gli uccelli
e a logge e terrazze giungon le campane
e s'incrociano i suoni tra
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Non devo pensarti la notte,
quando coi ricordi il buio
trasforma le ombre in volti,
e le verdi foglie del giorno
diventan mani aggrappate
a rami come croci.
Non devo darti occhi per vedermi
sull'erta del silenzio che non parla,
sradicati gli
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Con te l'attimo del tempo che rimane,
tra pietre d'un silenzio che ci ascolta,
guardando un orizzonte ebbro di verde,
le mani sul capo ch'è preghiera.
E mi trovo a sognare l'illusione
che è sogno di vivere più oltre
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Libero
ma non danzerò le lusinghiere musiche
con l'orgoglio dei vent'anni accorrendo
a richiami di gioventù e di vita.
Non farò trionfare gli specchi di Narciso
ormai deriso dagli anni, né profumi
e balsami
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Invia un messaggio privato a Francesco Fabris Manini.
Guardarsi, guardare, far niente, galleggiare,
abbandonarsi ad un'attesa sbiadita dal sole
come questo colle di immagini senza parole,
e un'ultima volta andar per silenzi
come un tempo s'andava per fiori
e sotto un cielo senza stelle e
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Erano voci come nuove dall'attesa,
tra cortili, portici e fragili balconi
e più in alto ai sentieri, ai tenui colli,
con allegri suoni di campane
e di ultimi mestieri.
Brulicava il borgo di volti un po' diversi,
pronti a vestire gli abiti
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E'inutile chiedere perché
il niente ci frana fra le dita
e il giorno si racconta al giorno
e la notte alla notte che ci esilia
dentro ringhiere di solitudine.
Non sognare per quest'aria
impazzita d'azzurro che reclama
occhi ad un cielo
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Conosco un'amica che mi sta accanto
col sorriso della notte e del buon giorno
e mi parla con la penna a fianco
e passeggiamo al buio col suo raggio.
Percorriamo strade che noi sappiamo,
così per voglia ma non per caso,
ci scambiamo dolci e
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Prende il sole e riguarda i monti
s'un poggio d'usignoli e di silenzi,
e la sua terra gli siede accanto,
sposa di ricordi coi capelli bianchi.
Quel primo sentiero disteso tra le valli,
la stradina in discesa corsa dai carri,
gli squilli d'osteria
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E si fa sera,
dolcemente sera
in questo sfumato d'azzurro
ch'è primavera.
E' troppo
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In alto sopra al suo paese,
in cima a sentieri di sassi levigati
da centenari corsi di slitte e carri,
si stendevano all'ultima collina
di gonfie viti verdi filari con l'uve
appese al cielo come gocce
distillate dal bel sole.
Lo rincorrevano
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Battelli di cristallo le illusioni,
trepidano ai venti e temono burrasca,
salpano per lidi troppo lontani
e approdi son porti di buio
senza fanali.
Più lieve è in questa stagione
far vela lungo costa
e navigare con scogli sempre a
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C'era un po' d'ombra al fondo del mio orto,
tra rugginose pietre del sole dell'estate;
lì guardavo la terra vangata nell'inverno,
i solchi profondi richiusi nell'attesa del bel tempo.
Eran filari lunghi e neri che la pioggia veniva
a
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Nella stagione prossima a migrare
i giorni si rallentano col dubbio dei tuoi passi
che non sanno d' altre terre e d'altre strade.
Giungon più vicini i silenzi dalle stelle
e i mari son senza sponde per pensieri d'approdare.
Posi lo sguardo
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Ti ho acceso una sigaretta
e offerto due dita di bianco,
non ho altra moneta
per fermarti ancora un momento.
Questo strano tepore che appare
acceso ogni sera d'un fuoco,
coi frastuoni del giorno alle spalle
come tempo che non si conviene.
Certe
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Una solitudine inquieta
tende sottili funi notturne
di contrappesi precari,
come funambolo
sull'orlo di abissi da varcare.
Placa con
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C'era una casa vestita di bianco
come le spose d'un tempo.
Dietro gli angoli crescevano gli anni,
dietro gli alberi giocavamo a nasconderci.
Lì ho imparato i nomi dei fiori
e correvano felici i miei cani.
Lì ho sentito i primi
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Ci siamo appartati un momento
e m'hai guardato negli occhi
e m'hai detto... un istante,
ambigua e seducente,
parevi un'anima tornata al risveglio.
Quell'estate... un istante
e quel tuo viso nell'oro dei grani di sabbia
e racemi di schiuma
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339 poesie trovate. In questa pagina dal n° 271 al n° 300.
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