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Manuela Mori
Le 261 poesie di Manuela Mori
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S' inganna il tempo tirando la sorte.
Dal lancio esce sempre una croce
buona solo alla pietra dei morti.
Parete una novella da paura
a noi spianti le fronti aggrottate,
fra le pieghe, la carne e un'aria martoriate
da un potere mai sazio
di se
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Si tira la sorte
ed esce sempre una croce,
buona solo alla pietra dei morti.
S'ascolta una novella da paura,
d' acciaio che succhia
uomini vivi, già con la fama dei morti.
Il dio denaro e il poeta, in alleanza antica
di corruzione e
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La scena del commiato ha pause lunghe
e gesti elementari.
A me resta l'amore, soprattutto quello che ti sei data,
e la pietà, quella che di te, per prima, hai avuta.
Non temere, ti prenderò nel solito gesto.
Il regredire all'indiviso
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Perché ne eri così povera, sei stata tanto avara di comprensione?
Una mamma bambina
Mi raccontavi cose che dopo dette si nascondevano
e poi piangevano per giorni
Tu dicevi: ma ho solo te bambina come sfogo- scolo della vita
ed io
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Ah, quei poveri alberi! Ho visto bene i viali del Cairo
Nell'abbraccio mortale del vento svettavano braccia
Una preghiera rivolta alla coperta ottundente
Lo stupro collettivo di un dio- poverocristo.
Dio- filo di salice
Piegato sopra gore stagnanti
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Al mio paese
quando i tramonti precipitano oltre l'ultimo rigo
di cielo e di mare
la miseria s'appollaia sopra le case nude
Seccaioni incrostati di sale
allungano l'ombra scheletrita
su quelle mura spalmate d' inquietudini.
Incidere le carni
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Seduta sopra una panchina del viale
guardo due piccioni in amore
arioso spettacolo, di solito,
non oggi che mi guardo intorno
e da ogni parte è vita in sofferenza.
Al mio paese, lassù,fra le colline volterrane, l'acqua
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Eppure era ieri
che amavamo il sole e il colore dell'oro
e la parola non era
rassicurazione nuda dell'esserci
ma partecipazione.
Invece
guarda ora
S' aspetta invano quel trepestio d'intesa
che a primavera
è la corsa della vita
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Dacci oggi le nostre olimpiadi quotidiane
fatte di corse senza regole a ritmi da recordmen
mentre si declina un'analisi illogica
dove il complemento di moto non ha più una mèta
Non si uccidono così anche i cavalli?
Lo
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Non si uccidono così anche i cavalli?
Scoppia
il cuore che non regge
questa corsa pazza verso.
Complemento di moto ma il luogo
nemmen chi più corre più sa.
Ma di più non sa
qual senso d'arrivo nasca d'
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Felicità in tenera crescita.
Libero, senza sentire colpa.
Tutto trapassa, tutto si
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Si spande a gara con l'ombra meriggia
il mal di vivere del tempo troppo
troppo alta la voce
e troppo lo zimbellar dei nani
legati alla catena di stolti cortigiani.
Quest' ùggia che tormenta
come l'afa l'orto che langue
nel
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Esangue luna nella notte zita.
Sotto l'ala della compagna generosa
dormono i donchisciotte sfiniti.
Sotto la mia ala te,
misere chimere
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Come dagli occhi allo specchio e ritorno
- fulmineo- l'istante che brucia l'ammasso troncante
del giorno e sulle dita mi stende il cielo intero, niente di meno.
Un' esultanza simile a un delitto
onnipotente - acuta -
ma senza peso.
Tengo
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Infiora Aprile il grano tenero nei campi
non te che anzi
sfoglia anzitempo dei giorni
come l'ansia d'amore la margherita
Suona a martello la campana
nel cuore nostro che sa
ma la Pasqua pretende
distese di doppi trionfanti
e che di gloriosi
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E sempre quel qualcosa che manca.
Anche l'animale, anche il fiore?
nel tepore della tana accanto al nato,
nella febbre del colore esploso,
ad ogni colmo avranno dentro quest' uggia
che scava,
ci chiama,
ci manca.
Un cane abbaia a un tempo
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Festa delle Donne 2010 Autori Vari
Poesie per la Festa delle Donne.
Il lato femminile della poesia
Pagine: 107 - Anno: 2010
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San Valentino 2010 Autori Vari
Poesie d'amore per San Valentino
Pagine: 110 - Anno: 2010
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Addio Alda Autori Vari
Poesie per Alda Merini
Pagine: 92 - Anno: 2010
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Invia un messaggio privato a Manuela Mori.
In questa notte superba
il cielo pare una preghiera.
Dalle case spente.
Da un passo che trascina
ebbro
chissà quale peso,
un cuore gonfio in una mente vuota...
Lontano, un latrato richiama un vivere strozzato.
Lampioni al neon sul
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Il primo che la sorte vorrà lasci
con questa vita l'avventura che ci lega
d’ infinito sentimento
si siederà sul bordo della via
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Ora della tua assenza,
fluire dolceamaro che diventa
ridondo
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Sono i mattini di contentezza
immotivata
che danno spazio al dubbio.
Chi ce l'ha aperto il cuore, chi
ha gettato lì dentro
manciate di leggerezza speciale.
Si combatte
fra il senso vuoto e le luci fredde delle stelle
Sarebbe così
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Una strana contentezza.
Senza perché, ma resta.
Colma il vuoto
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Tenta l’acuto questo misero inverno.
E io lo sostengo.
Perché dalle gole delle sue vedette,
-vette violanti consenziente cielo-
vomiti mugghìo di gelo,
che bruci sanando
la nostra carne guasta,
e la memoria che strugge se
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Poiché ho il dovere di vivere anche per te,
che stai morendo al ritmo lento
di quelle cellule che
ad una
ad una
ti si spengono dentro
- nere stelle nel tuo firmamento-
toglierò alla mia porta il fisso dell’ inedia
e andrò,
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Questa tenerezza
incommensurabile,
che benefica molce
e silente si prende
ogni parte
del mio essere amante,
cos’è, se non amore…
e io,
che professavo il bruciare
cuore e carne
sopra il solito altare,
che di qualunque specie d'
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Getta sul lago la sua ragnatela,
e sul mio cuore strabico,
il ghiaccio.
Diresti,
nell'oggi vigliacco,
che non ritornerà la voglia d' operare,
col suo calore a liberare
dalla rete dei ghiacci
Rassicura.
L' alterna vicenda delle tue
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Che nemmeno una goccia
di quest' amara contentezza
dalle smorfiate labbra esondi
nell'avaro dei giorni,
come dall'orcio sbrecciato l'acqua
nella stagione arsa...
Resta l'intimità l'unica ricchezza.
Si perde l'altro.
Si vive
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Scala il sonno l'inquietudine,
l'unghia stride
mentre s' aggrappa al muro.
S' effonde, nel nero muto,
quel sempre stesso
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Splende il sole
splende alla faccia
dell'aria ghiaccia...
...
Sull'ombra brumosa
del primo pensare
trionfa
splendendo
s'infiltra
nel velo dipinto
ch' ammanta
l'umano mistero...
Il picciol che sfugge
dal lume del liso
s'invola...
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Se non si segue un dio,
se accettare non si può di dissolvere nel nulla,
e quando nemmeno si lasci germoglio dal seme,
come potremo allora,
senza isterìa, senza cedere alla vigliaccheria,
ascoltare l'anello mentre slega
dal rosario
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Come un cervo mugghiante
mentre rinselva dopo l'assalto,
così è tornato il freddo.
Risveglia il predatore che ci dorme dentro.
Ma è un risveglio breve, al limitare
del sonno lungo dell'inverno.
Nella campagna brulla,
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261 poesie trovate. In questa pagina dal n° 91 al n° 120.
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