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Giorgio Lavino
Le 886 poesie di Giorgio Lavino
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Scompiglio di cuore
quando
i miei occhi
sgranano sulla tua bellezza
E le mani s’indignano
Per
non potersi
godere
il calore
delle tue guance
Frenesia di sangue
quando
non posso
afferrare il seducente
brio
del tuo corpo
Tamburo
leggi
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Come saremo quando
approderemo in quest’altro
giro del tempo?
Sarà la volta buona
per cercare
e finalmente gustarlo
il chicco saporito
della serenità?
Sapremo inchiodare
le mani che vogliono
sbarrare il tragitto
della
leggi
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Passo audace
portami via dalla mia abulìa
Aiutami a lasciare per sempre
questa sosta permanente
Stuzzicami l’appetito
del movimento
E lanciami
mole
d’acqua rovente
nelle arterie fiacche
e annoiate
Farà il sangue
mille
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Poco prima il cielo brontolava
Ed ora invece è un’infinita
coltre di sorrisi azzurri
E su di me dondola
la freschezza della gioia
Spazzata finalmente via
la vischiosa ansia
di non farcela
Bella notte ieri notte
Gufi e avversari
Son
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Un corpo lacerato
sorretto da mani calde
del suo stesso sangue
Un urlo che scalpita
lanciato con la stessa
voce che gli hanno tagliato
E’ vivo ancora il battito
scappato via dal cuore
che gli hanno inchiodato
dentro una verità
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Vado dentro di me
A fare compagnia
ai resti di una libertà
che non ha voluto mai
arrendersi
Parole sbattute via
cercano un ricovero
sicuro nelle stanze
del passato
Le strade per tornare
indietro sono tutte sbarrate
E sono volati
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Il cielo bestemmia
su di noi
Ma pensiamo
che sia grandine passeggera
Le nubi tracimano esplosivo
fino a scatenare il putiferio
Ma pensiamo
che la nostra incolumità
non è a rischio
Sono cloache le stanze
dove s’amministrano
le
leggi
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Voglio andare
fuori da qui.
Lontano
da questo insopportabile
frastuono,
colonna sonora
di strade
di stanze
di palazzi.
Lontano
dalle parole
che ingiuriano
i suoni, i colori,
le armonie
Voglio restare solo
dentro me stesso,
per restare
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Da qui
passano i giorni,
con le facce
abbandonate dall’allegria.
Su di loro
camminano madri
imbottite
di pensieri
conditi di paure.
Vecchia
che s’affaccia
al balcone
e canta sempre
gli stessi ritornelli,
questo tempo
pieno di
leggi
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Sgomitano e tagliano
traguardi di vergogna
per tutti poveri noi
criminali a turno
seduti su poltrone
pubbliche
Mattoni e pile di danaro
sporco e trafugato
dalle casse tricolori
sono la vera effigie
di una repubblica
affogata nella miseria
dei
leggi
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Gli occhi tuoi
sono la voce tua
che ti sussurra i battiti
del mio cuore
Le mani tue
sono i sensi tuoi
che intercettano
il mio bisogno
di te
Ascolta la voce
dei tuoi occhi
E con la complicità
delle tue mani
offrimi mille
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Accomodami
sulla tua chioma
intrigante color notte
E fammi dondolare
con la mia brama
per farla giungere
pian piano
fin
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La pioggia cavalca
il mattino trasfigurandolo
in cavaliere afflitto
Il fuoco delle nuvole
rovina
Il paesaggio naturale del cielo
Le strade
non hanno scampo
gonfiandosi d’amarezza
d’acqua
Gli scoppi del cielo
agitano gli avventori
della
leggi
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Cercavano la consolazione
di mille sorrisi su un solo labbro
La convinzione che il loro sole
dovesse brillare almeno questa volta
L’immortalità di un gesto
che potesse fargli vedere
un inedito splendore di cielo
Hanno trovato la
leggi
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Corri con me
Dietro di me
Davanti a me
Corri per le scale
Fino alla loro fine
Corro con te
Dietro di te
Davanti a te
Corro per le strade
Fino alla loro fine
Corri con me
E se inciampi
T’aiuto io
A ricominciare la corsa
Corro con te
E
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I sorrisi non vogliono
più giocare con le labbra
E se ne stanno seduti
ad aspettare la voglia
di ricominciare
Passi deboli non hanno
fretta di abbandonare
il silenzio che non è quiete
Le parole s’addormentano
nel vuoto delle
leggi
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Cerca la poesia:
Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Giorgio Lavino.
Regalami il crepuscolo
del mio tormento
Abbandonando
la tua indifferenza
Che mi fa correre
disperato
dietro i tuoi silenzi
Con un bacio
Solo con un bacio
Infilalo in un tuo pensiero
audace e sincero
Mi basta tanto
per consolarmi
con
leggi
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Un giorno frettoloso
si consegna prima del tempo
al crepuscolo
per accontentare un innamorato
che nel buio
vuole godersi
tutti i sapori della sua donna
La luna anch'essa s’affatica
per dare più luce
a un clochard
affaccendato a trovare
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Goccialami sulla carne
il sapore delle tue labbra
e infilami un po’ alla volta
la schiuma della tua pulsione
Sentirò la mano del piacere
scorrere dentro le mie viscere
e la voce della quiete raggiunta
raccontarmi la felicità
di un
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Goccia di respiro rimane
dentro ad un gradino di consolazione
Simulano la bellezza questi brandelli
di emozioni scadute
Ciclone muto spazza via il rumore
arreso al silenzio dei pensieri
Eppure ora s’ode il vento della chiarezza
ancora lento ed
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Le verità ferite
giacciono
negli abissi degli uomini
I cuori gelidi
non hanno la forza
di camminare
per incontrare
la via giusta
I soli
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Si va via
a tempo scaduto
con il bagaglio
dei ricordi
nella tempesta
delle domande.
Si gioca
a far finta di niente
nel cortile dell’ipocrisia.
Niente torna
nei conti della disfatta.
Buon viatico
solo la voglia
di sotterrare il passato
che
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Hanno ancora
la carne di seta
di un tempo
Aprono ancora
le labbra
per fare entrare
il miele dell’adolescenza
Credono ancora
che la serpe cattiva
possa essere avvelenata
dal bene della giustizia
Cercano ancora un pizzico
di
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La strada perfida
inchiodata
nel suo nero impenetrabile
Uno stuolo di lanterne
sfiduciate s'aggrappa
ad un misero barlume
Per consolare qualche
sperduto avventore
Piccole luci
non cessano
la loro forza
Mai
Come la luna
nelle notti
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Forse avrei dovuto
guardarti negli occhi
prima di dirti
del fuoco
che non riesco
a far diventare cenere
Forse avrei dovuto
correre veloce
nei miei desideri
Prima di non dirti
la solitudine
che mi corre
sempre dietro
Forse avrei
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Abbatterono un muro
per liberare il pensiero
dalla sua angoscia
La libertà è l’unico
vessillo che il vento
di ogni gente
può agitare
La verità è l’unico
segno che scatena
il desiderio di conoscenza
di ogni
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Stammi vicino ora che il nostro tempo scorre veloce
per raggiungere presto la sua fine.
Tienimi ben coperto nella fucina della tua indulgenza.
Solo così il sole non si lamenterà e non smetterà mai
di darci il suo fiato cocente.
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Cercami sempre lontano
dalla luce che confonde
gli occhi tradendoli
con l’icona fasulla
del Dio della verità
Guardami con i tuoi occhi
vedrai il tuo sole mai assopito
vedrai i gesti che ammazzano
il frastuono delle parole
il cardiopalma
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Dai saltiamo l’ostacolo
Corriamo per la stessa strada
E buttiamo nel fossato
più grande
tutte le parole
Le nostre parole
vogliono rovinarci
Cacciamole via
Adesso cacciamole via
Le nostre parole
ammazziamole tutte
queste vecchie
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Ci sono ombre
solitarie
orfane di fonti
La luna non trova
niente per specchiarsi
La notte ha la luce
del giorno
I cani hanno troppi padroni
I padri
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886 poesie trovate. In questa pagina dal n° 151 al n° 180.
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