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Giuseppe Vella
Le 112 poesie di Giuseppe Vella
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Chi,
non ha visto
il fumo di ipocrisia,
dal treno dell'idiozia.
Chi si è pentito di parole,
emesse solo con frenesia,
gettate in fondo nell'anonimia.
Chi,
ha scacciato via,
gli umori neri dell'abulia.
Chi,
non si è trovato
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Accanto e dietro,
impalpabili e concrete,
sopra e sotto,
tutto e niente,
presenze altre,
presenze familiari,
presenze nelle assenze,
amici di sempre.
Vicini,
mai distanti dal dubbio
che ci assale
nel mondo del normale.
Presenze
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Attimi seguenti ad attimi,
di smarrimento animale,
a sfiorare queste mani dell'intuito
l'impalpabile coscienza,
sopraggiunge la piccola
e sferica goccia d'acqua.
Entro nei misteri puri dell'essenza,
della candida sfera d'acqua eterna.
Si aprono
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Passi arrancati
su sanpietrini medievali.
Spifferi di ricordi
che si aggrovigliano
in umide matasse
di lana melanconica.
E' il pasto quotidiano,
consumato nello spazio virtuale,
è il calderone
per altro tempo
volato via
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Al di là,
di un vetro appannato,
bagnato dall'acqua del cielo
in un gelido inverno,
voci antiche,
trovano un cuore ferito da gocce di pioggia,
urtano in ritmi naturali
sul parabrezza di un auto spenta.
Affanni ora addormentati
su
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Breve,
come un soffio di particelle ideali,
passeggio tra i desideri,
del tutto lieve e sostanziale.
La sera,
il senso perso tra i mille rivoli del dettaglio,
viene a galla,
come segreti nascosti
nel tempo di un altro mondo.
Breve è
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Che il giorno si nutra
del corpo in divenire,
che il volto dell'amore
indossi maschere polverose
di antichi mondi.
Che la mente si arrenda
ai comodi sofà
e ai primi freddi di attimi inattesi.
Che il mare di malinconia
abbracci inutili
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Morbidi suoni
allineati con la terra ideale,
tappeti acerbi di incanti d'oltre tempo.
Armonia secca e decisa,
mai
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Lascia al suono dissonante
delle ragioni del corpo,
ogni malinconia.
Abbandona i rumori cerebrali,
al silenzio delle stelle.
Lasciati avvolgere
dagli abbracci calorosi
degli spazi bianchi,
nascosti nei buchi del non tempo.
Lascia ogni
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Crisi del tempo,
che invecchia
ai passi immobili della gente.
Crisi solare,
che brucia
sterpaglie di campi incolti,
dimenticati dall'acqua di un vecchio pozzo.
Crisi come incisi musicali,
cellule benefiche per un nuovo mondo.
Crisi di
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Fermo e supino
al centro del settimo
deserto d'amore,
assaporo i raggi infiniti
del mio futuro.
Mani pesanti
accarezzano i corpi
dei miei vicini,
asciugano lacrime passate
e trasformate
in dolce pioggia di luna.
Meditando le assolate
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Un eco di menzogne
dal mondo che cambia,
al generarsi dei conflitti,
macerati nelle miserie,
degli stupri consumati
nel ventre della notte.
Alberi spogli di vita,
marciapiedi sporcati dai passanti incerti,
voci perse nell'oblio
delle origini
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Rinunciare quando il sole
fa l'amore con il vento.
Arretrare,
come i fiori s'accecano
al grigio dei sorrisi bianchi.
Seduti, cavalcando l'onda salata,
raccolta da una conca d'acqua dolce.
Sospesi da dolci sonorità domenicali,
sfiorati da
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Poco tempo
per dimenarmi
tra il nero del giorno che non muore.
Forse è ora d'assaporare la pece
dei pensieri umorali della gente,
che non trovano pace nelle assenze.
si aggiunge il frenetico parlare
nell'aria delle case,
che annebbia e
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Insopportabile l'idea
nel vedere gli altri
con ragioni culturali,
perché il tempo oggi brama e non può
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Passato è il tempo
ove i giorni giocavano
con l'amore della terra.
Finiti gli attimi che trapassati dal pulviscolo lunare,
si rivestivano di nuove identità.
Ora non sono più
quello che ero,
la mia nuvola anziana
si è
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Giuseppe Vella.
Dolci e lontane sonorità vocali,
mentre assorto da rumori cerebrali,
temprano legami d'amore,
quietano sentimenti umorali.
Non c'è niente che non abbia senso,
non c'è caos reale.
Nei percorsi tortuosi,
urto incosciente le
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Roboanti aspetti
quando ti trovi davanti
alle inimmaginabili e concrete
stupide illazioni.
E ancora non puoi,
e
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E' come se
qualcosa spunti all'alba,
uno strano senso del divenire,
un nuovo mondo da conquistare.
E' come se,
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Vuoti di senso
ora i pensieri,
seguon ragioni corpose di eventi.
Passano invano alcune passioni, che doloranti
colorano
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Lontana virtù,
cercata ed amata
odiata e negata.
Distanti vicissitudini di eroi immortali,
pregati e adorati tra le abitudini animali,
traditi da altre illusioni,
ripresi all'angolo e ora nell'oblio per pochi denari.
Inganni di sempre,
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Non con le parole, nemmeno con gli occhi,
che guarderò la fine.
Non con l'amarezza che gusterò il sublime.
Il sole, il buio e l'attesa rallentano il risveglio e
il desiderio di essere cercati distoglie il pensiero dall'eterno.
Non
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112 poesie trovate. In questa pagina dal n° 91 al n° 112.
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