Un cane, nel girovagare attorno al caseggiato,
venne fermato e condotto ‘nanzi al tribunale:
-Per la legge, vagabondare è un reato,
un atto indecoroso verso il bene comunale! -
-Ma Vostro Onore! Il girare è mio mestiere,
cerco di
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Certo è, che nel veder la prole,
distinto al viso tuo son di fattezze,
solo di gesti, non muove parole,
dolci lo sono, ci voglion carezze.
Cela lo sguardo ancora impreciso,
pone un sorriso con gote arricciate,
tendi la mano, vezzeggi
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Quel buio, sopprime ogni sguardo diretto,
nell’angolo stretto non sente ragioni nel dire,
ogni cosa che vede rigetta il sospetto,
neppure l’amore che gl’è dato, lo può garantire.
S’aggira tra frasche come belva vogliosa,
non
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Stringe il cuore quel che non posso fare,
nel dire quanto per te sì vero sentimento,
ch’al dir per quanto paragone possa portare,
l’immaginario astrale vien solo d’ardimento.
Lauto parrebbe a vista del viandante,
ciò ch’alluscir
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Una formica, stanca della vita abituale,
decise una mattina di darsi all’avventura,
uscì dal nido e passò oltre il crinale,
sino al ruscello che tagliava la radura.
Vide un petalo che con brevi volute,
sull’acqua posava sospinto da fievoli
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Passa nel tempo ciò che ora s’oscura,
ma nel volger la via una traccia mantiene,
nella mente si salda e v’erige le mura
dell’oblio precario, per confonder le pene.
E’ quando si presenta egual condizione,
le cinta di prima che
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Musa non v’è, ch’al senno possa donare
fiorente estro, cagion d’intenso amore.
Tu stessa guidi la mano a stesura di canti,
ténere note a noi volte, fulgidi amanti.
Nulla potrei, s’al passo tuo non fosse,
ch’al volger di mano
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Volano i giorni nell’esserti accanto,
come un ruscello che volge in discesa,
tu porgi l’orecchio, ascolti il suo canto,
di note sussurra l’amor che palesa.
Son note segnate s’un foglio di cielo
di cirri rimossi che si pongono a fianco,
sino a
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Senti lo foco di lame ardenti salir la mente,
ch’al sfiorar la pelle tremiti induce ed all’oblìo,
come lo fiume al mar la foce espande.
E’ sì puro amore, che al fonder acqua accresce,
mai sazio di blandizie che non di vezzi,
ma ad ogni tocco,
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Mai fu, per quanto infame stringer quell’ intesa,
ch’accorporò quei scissi sotto l’unica bandiera,
un solo capo, nutrito in devozione come Eterno
e decretar così, chi vada in paradiso o nell’inferno.
Fu enunciato dal concilio come
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Nell’aria si odon parole sepolte,
come frammenti fissati a quel luogo,
stipati alla mente come tante raccolte,
s’ergono al cielo come vampe di rogo.
Corolle di fiori che fan da contorno
a quei paesaggi con scorci montani,
la quiete ovattata
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Se in cuor tuo la tristezza non trova affranco,
ti vien d’immaginar nessuna uscita,
come un fringuello, che per cantar cede la vita,
nel continuar tra quattro mura il mesto canto.
Nulla chiede o pone, ma resta appresso
e confortar ogni
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Quegl’occhi sgranati in richiesta d’aiuto,
con braccia protese ad un flebile abbraccio,
sulla terra è disteso il corpicino appassito,
col capo adagiato s’un pezzo di straccio.
La madre, il viso sdrucito dal sole e la fame,
ha fisso lo sguardo
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Le note che un tempo parevan passate,
di fresco ritrovano quel flesso d’acuto,
parevan deposte in rimesse offuscate,
perché dell’impiego non venisse saputo.
Son note che danno finezza alla vita,
c’ognuno di noi, non vorrebbe obliare,
nel
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Ricordo la voce di richiamo al balcone,
il cortile assolato d’innanzi al caseggio,
le sfuriate di Gemma che brandisce un bastone
nel corrermi appresso, pensando del peggio.
Ricordo soffuso mi vien da quiei giochi,
fatti di spago e d’oggetti
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Uno sguardo gettato sul viso accarezza la pelle,
un velato sorriso risponde arricciando le gote,
non contan parole,
l’intesa è un discorso d’amore.
Il tempo si ferma,
lui stesso ti osserva dall’alto,
intorno il vuoto assoluto,
testimone
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Indirizzo personale di Vincumali: vincumali.scrivere.info
Rifletti la sera, quando il capo s’adagia al guanciale,
su quel che nel giorno parole ch’hai udito,
di quel che di traccia è rimasto sopito
e quel che d’impronta ha lasciato alla mente.
Son lampi sfumati in figure tradotte al vociare,
avanzi di
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Senti lo scorrer nell’aria di lievi note,
andante leggero, d’impulso si scuote,
si leva, s’impenna, s’adagia ancor piano,
poi tende la china con canto soprano.
Un’aria leggiadra in armonica intesa,
una foce di fiume, nel mare distesa,
un
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Frùscia la fronda nell’ondeggiar al vento,
braccia protese a seguirne il canto,
mesce nell’aria all’agitar del tempo,
ogni fragranza disseminata in campo.
Senti il calar del sole, ogni suono
La mente associa nature variopinte,
ch’al volger
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Quanto tormento per chi non sente più la fame,
per chi di lacrime la traccia ha sol rimasto,
per chi del male ch’al sangue ha ricevuto
ed innocente muore, perché gl’è dato guasto.
Quante parole dette e non di fatti all’alto clero,
demandare al
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Nulla di più è cosa bella e grata,
ch’al veder il tuo sorriso impresso,
gioia mi dona come note di sonata,
ch’all’amor ‘gnì gesto vien concesso.
E’ per concesso le reminiscenze vanno,
nell’antro della mente a riguardar appunti,
che nella
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Pennellate di lemmi sfumati in note,
tinte, ch’al seguirne il tratto danno sequenza,
chi le redige, ascolta nel silenzio della mente,
i timbri c’ogni parola, fan d’arte all’eloquenza.
Il precetto di quest’arte è nel narrare,
nel come d’un
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E’ quel sogno segreto che freme nel petto,
t’insegue come ombra al passar delle ore,
t’infetta i pensieri che colgon la mente
e come brocca forata, fuoriuscir dell’umore.
Non conta esser forti a contrasto la fiera,
più la pressi, più s’accorta
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Con larghe volute dolcemente lei scende,
sino al planare sul dorato lido,
punge la sabbia al passar dell’onde,
scrolla le ali emettendo uno strido.
Seguendo il richiamo d’amor manifesto,
d’un balzo gl’è accanto con fare giulivo,
ritmando lo
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Si accende lo schermo, sussurri e parole mai dette
che rendon piacere, pensieri e sogni nel vento perduti.
Lontananza e desiderio, struggenti parole che gonfiono il cuore,
stringono il nodo che lega la gola lasciando al vento messaggi d’amore.
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Qual pensiero mai grande fu fatto,
che per un attimo l’immagine alla mente mia impressa eterno vale,
seppur d’un lampo sia mai grande amor siffatto,
ch’al tocco tuo ogni giudizio more ed al giudicante eterno pare.
Eterno è grande, ma seppur ciò
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Chiudere gli occhi,
abbandonarsi al pensiero di chi vicino a te lo stesso desiderio ha.
Forse il cuore non lascia ciò che deve,
trattiene a sé ogni sussulto per le carezze avute,
ad ogni bacio un sussulto nuovo,
ad ogni sguardo il desiderio mio
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Il vento riporta solo parole disperse,
silenti ricordi ripresi da quel ch’è narrato,
sfumate al giudizio di gesta ricorse
dal tempo comune, a quel che fu stato.
Sono racconti riposti nell’antro del senno,
apparenze fugaci dai contorni dissolti,
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Lento l’udir al rintoccar di mesti passi,
nessun sussurro ma odi frusii di vesta,
a capo chino accompagnar appresta
ricordar chi fù, mastro di malta e sassi.
Arduo pensar a ciò che vedo sia vero,
l’angoscia accresce con sospiri e pianti
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Tutto al veder lontano tranquillo pare,
eppur qualcosa cambia al vicinar dell’ombra,
lento il passaggio nell’affondar al mare,
ad arrossar ”gni cosa tutto sembra.
Scende un afono silenzio al brillar dell’onde,
fruscii di schiume e sussurar
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