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Giuseppina Di Noia
Le 232 poesie di Giuseppina Di Noia
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Ti ho incrociato forse un giorno
per le vie del mio cuore
mentre chiedevo alle mie dita di non tremare
e le tue sfioravano il mio braccio
ignara
inconsapevole dei miei domani,
ci riconosciamo
solo dopo ferite profonde
e i solchi scavati
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Aprimi
come fossi una scatola
abbandonata in soffitta
rispolvera le ingenuità
le immagini che contengo
questo credere fortemente
che ci sia amore
fa che sia pensiero di un tempo
ancora da ricordare,
aprimi
aprimi le braccia in
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i tuoi silenzi
planano con ali spiegate
nel mio infinito accrescere l'amore
creano musica nel cuore,
ad ogni battito d'ali
è brusio di onde
e la terra si risana,
i pensieri che ti ascolto
quasi fossero parole
mi dimenticano le
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cos'è? se non la paura
ad aggredire i nostri cuori
a farci allontanare,
a toglierci le parole,
la paura
a far diventare aggressivo un animale
e distante una persona
la paura
a dettar legge dopo l'amore,
a intimorire persino il
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La passione è come un fuoco
brucia e arde consumando tutto,
frazione di momenti
la passione è bella,
ma quando diventa cenere non lascia niente,
sono stata ad osservare la cenere volare
fino a non lasciare quasi traccia
voglio
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Nel tuo sguardo vivo e assente,
guardo e oltrepasso il mio degrado
e tutto assume forme e motivi differenti,
credo in te,
credo in te più di ciò che tocco ed è reale,
ho imboccato milioni di viuzze,
passeggiato scalza su prati
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Ancora adesso non mi so spiegare
l'abilità delle persone
a tramutare vizi in virtù,
a travestire lo squallore,
a trastullare i propri venti
in brezze e salmastre ovvietà,
come la neve candida
macchiata dal sangue dei
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la notte
insaziabile bellezza del creato
silenziosa aspetta
canti di usignoli e bagliori nuovi,
la notte ricoperta di stelle
a insegnare la via ai naviganti di sogni,
agli amanti perduti,
ai solitari sconosciuti che vagano all'infinito,
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Le tue dita singolari incurvate in alto
mi ritorna l'mmagine di un giorno non lontano
in cui lacrime copiose rigavano il mio viso
e tu con un sorriso
il ditino alto e curvo
hai tirato giù la goccia del dolore,
guardavi quella lacrima
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un giorno ancora e si svilisce questo aggrapparsi
ai giorni miei desiderati,
mi accorgo solo adesso di aver perso ogni difesa
e non è per stanchezza che poso le armi
e indosso l'amore,
non la vigliacca quietudine a far di me la stanca
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l'amore... divide le ore,
spezza incantesimi
e scende nelle oscure caverne... l'amore è coraggioso
si veste di speranze e spoglia le sere,
l'amore abita i giorni maledetti e sfratta i ricordi,
armoniosa voglia di fare e disfare
che
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La condivisione degli eventi,
i frammenti trasparenti delle dipartite
perdersi e ritrovarsi
ancora qui,
ancora in questo infinito sconosciuto
che siamo di noi,
non ci conosciamo mai abbastanza
porte chiuse e braccia stanche
a trattenere in
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Ho nel cuore la neve,
la bianca polvere ghiacciata
delle megere verità che mi consumano,
come primula resto insediata nella roccia
figurandomi fra le compagne
che sfoggiano altri colori,
nella mano che non mi ha raccolto
ho lasciato
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l'amore che vorrei è caldo
come mattini luminosi di primavera in festa,
scioglie la rugiada,
sfuma la nebbia,
è arrendevole
ha lasciato che carezze e tenerezze
prendessero posto a scudi e armi,
perché un ruscello aveva
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sembri la fiamma viva di un camino
calda e rassicurante
quando fuori è freddo
e si ha bisogno di torpore,
riflesso nello specchio ti osservo
e mi appari quasi come la parte mancante,
un desiderio inesistente,
vorrei non essere quella
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Amico
che manchi come la neve
in una città arida di sole,
amico
che accogli le mie mani
e le tieni giunte nelle tue
rassicurandomi le paure,
che tu sia in festa
o in tormenta
non lasciarmi mai sgomenta
ti verrò a cercare
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Cerca la poesia:
Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Giuseppina Di Noia.
Ho pensato e ripensato
alle miriadi di stelle che hai suscitato,
ho scavato la mia fossa
e non c'è cosa che io possa
se tu mi navighi il meriggio,
se tu volteggi le mie sere
e fai le notti quasi tutte nere,
faccio quel che posso
ma
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il pensiero,
nemico guida il furfante
nei passaggi segreti che portano al cuore,
ha trovato i miei fantasmi
seduti a tavolino
che cospiravano al mio cuore,
troverà anche i miei demoni
lo so è solo questione di tempo... ci
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tornano i fantasmi del passato
non resto più tremante
ad ascoltare il suono dei suoi passi
quanta cenere ci ha cosparso il capo
quanto tempo ha inondato questo ardere
lascio accesa lo candela... l'unico filo che ci lega
il ricordo dolce
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fai il mio tempo ora che sono lancette lente,
ora che mi spendo in tutto questo
fai il mio eterno oscillare,
guardami
ora che sono nuda
svestita di tutta me stessa
di tutto il mio orgoglio,
dimessa alle tue scelte,
dimessa al tuo silenzio,
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l'infinità...ha il senso delle cose che non puoi avere
la grandezza di ciò che devi tenere per te
e certe cose hanno il senso del surreale
sono solo tue;
l'infinità sta scritta sulla tua pelle
lambita
marchiata
a
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l'immagine riflessa
un lago che non posso attraversare
non sono io quella
non sono io,
non sono io quel desiderio impresso,
quel triste ciglio,
non sono io quel espressione affranta,
eppure il desiderio d'amore
trasfigura,
indebolisce,
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sono un soffio nei pensieri che hai
vuoti e lontani dal mio cuore,
i tuoi giorni vivono l'intensità del nulla
riempiti dai richiami di sirene
che non rendono il senso voluto,
sono un soffio
e non ho inteso il senso
di questo ferire
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siamo persi
eppure mi appari come un ritrovo,
come se fosse sera ed io conoscessi
il manto stellato cosi come riflette
la mappa completa del cielo,
misterioso e lucente
amico del mio niente.
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La tua assenza non esiste più
perché dentro di me
ho ucciso tutto quello che sei stato,
annegando nel mare
le paure che hai inculcato,
le amarezze che hai lasciato.
la tua assenza
è una cosa inesistente,
sa di nulla e
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è lì che vorrei essere ora
come vento fra gli alberi,
ad oscillare le foglie
strabiliante pensiero che passa e filtra la luce,
che profuma di pini,
leggera come flebile suono
quasi sussurra nei boschi,
libera dalle catene
da
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è questo silenzio sepolcrale
che il mio stato mal sopporta,
gli orecchi tesi a percepire un suono
un tuo cenno,
la mente invasa da pensieri morbosi
quasi che fossi tradita in queste assenze,
quasi che fossi poca cosa
nei tuoi giorni,
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t'amo
cose se fossi in una casa nuova
alle mie finestre tende di tela linda
invitano a nuovi giorni,
come mi fossi reinventata
ho lasciato i giocattoli oscuri
del mio male,
t'amo come i ricordi dolci d'infanzia
che mi lasciano ancora
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Ti trascino nei giorni
a volte leggeri
frizzanti
altre lenti
prepotenti
alle mie finestre sbattono
come se non avessi la forza di aprirle al sole
mi fanno compagnia le parole
quelle che vorrei dirti
quelle che mai ti racconterò
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e mi perdo in questo mare,
il cuore gonfio di lacrime
che non trovan la salita,
si allagano i pensieri
di tutte le cose che mancano a queste mani,
manca la forza
la forza di chiedere
la forza di accettare che la volontà
è fuori da
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232 poesie trovate. In questa pagina dal n° 181 al n° 210.
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