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Gabriele Della Cornia
Le 94 poesie di Gabriele Della Cornia
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Sarà a cuore scalzo e semplice
guardarci nel nostro letto,
dopo essere stati cullati
dalle sabbie del tempo.
Nel gioco degli affanni
ci donammo
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Soffia e irrompe
il vento sul viso
al sapor di limoni,
cresciuti ad alti canti
su vetuste mura.
Al giogo d’aurora
danzano gli zingari
su sabbiose colline,
si segue il disperso ritmo
dove la luna bacia il sole
in un cielo d’indaco
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Mi consumerò, lo so già,
ti sto abbracciando
e mi sto scaldando.
Il centro di me porta calore
a ogni cellula e pensiero.
Moriamo ogni giorno,
ogni parte di noi
inevitabilmente se va.
Mentre, in autunno,
l'aria viene resa
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A candele accese
invoco la matriarca,
che di ogni luce
ne fece segreto e arca.
Battiti lenti quasi a morire
del corpo in cenere,
alla pira di lapilli,
al cospetto d'aquile
si rinasce con le fiamme
e l'impronta sacra richiama
e suole
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Acqua che cadi dal cielo, leggera e dolce,
il vento t’annuncia e poi t’accompagna,
semina e disperdi la vita, in piante vicine e lontane,
spargi il tuo odore su foglie, terre e cose attorno.
Rendimi quel sentire,
quel inconsapevole
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Con le spalle a un faggio bianco,
dipingo il mondo che vorrei
con occhi, verso trame di verdi foglie.
L’impresa è ardua ma la tela è bianca e vasta!
Ogni possibile colore è sulle mie dita
che plasmano il centro del candido
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Tu con i capelli grigi e turchini
con pieghe sagge nella liscia pelle,
mi lasciasti disarmato, perché
ti ritrovassi su asfalti neri,
ancora da costruire.
Non guidavi i miei passi,
li vegliavi, proteggevi un cuore,
talvolta, abbindolato da
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Occhi che non conoscano
né secondi, né anni
che tolgano la polvere sulle pagine
delle nostre trascorse Vite.
Non ti ho mai pretesa,
ma sempre fortissimamente voluta
perché è così e basta,
come nel giorno e
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Mi commuovi e sorprendi
di cuore impavido sul finir della sera,
mentre vaga la distratta mente
tu riporti la mia essenza
al limitar di noi.
Amo il noi,
dischiuso nell’aroma di un’unica pelle,
epitaffio misterioso i tuoi occhi,
ineffabile
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Di minuti e di vento
ho agognato i versi
della poesia a tre tempi,
arare questa ruvida e odorosa terra
risveglia il sapore di una pelle,
fragorosa come la quercia
onorata dalla feconda pioggia.
Siamo polveri di stelle
vecchi del vagare, con la
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Mentre fuori una pioggia
di stelle cade toccando il suolo,
io non trovo calma.
Cavalcando la frenesia di questa notte
non c'è il fresco sollievo nel letto,
ma solo il tormento del caldo girarsi
da un lato all'altro.
Il coyote mi guida
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Invia un messaggio privato a Gabriele Della Cornia.
Scemando l'esistenza
si trovano attimi
al di là del tempo.
Si vuole restare
fermando d'ossidiana le lancette,
perché nella pace dello stare,
si trova la colomba fiorita
in mani abbracciate.
E ci si aggrappa
a quel angolo
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Il vascello cavalca i flutti
dell'odorosa terra
mentre i grilli cantano
per ogni volto e cosa.
Sguardi fissi e scintille
come calamite, cadiamo
l’uno nell’altra.
Sale e scende il vascello
sull'ormai umida terra,
mentre la luna indica la
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Tutta la realtà in mille vetri
si frantumò in un secondo,
in assenzio la mente galleggiava
ma navigava con rotte confuse.
Tentai in una stanza asettica,
di riunire i passi
del mio distorto cammino,
mi sforzo di capire, di
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94 poesie trovate. In questa pagina dal n° 81 al n° 94.
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