Domani sarà, in noi, il dì Vostro, a onore:
"Vogliate convenir, Voi due, clementi!"
Egli è il bel Sir sovra Sue alme
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A chi è studente, scuola di Brunetto,
Dionigi il santo d’Aeropago insegna;
sappiam da lui, scrittor de: "Il
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Palagi antichi, in pietre di misura;
filosofali, delle Rimembranze;
oro diafano, lume è nelle stanze,
omaggio e onor,
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Toni soavi, qui dai tempi immensi:
inchini quieti, umili, benigni;
benevolenza, mistici silenzi,
laghi fra i monti, e, sovra, eterei cigni;
campane arcane, da interiori chiostri,
rime e catarsi, di poeti insigni.
Scorsi Alighieri, vate agli evi
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C’era un poeta, in cuffia e tonacato:
scriveva, assorto, alacre, in suo fervore;
nove anni aveva, al vicolo del core,
rime scorrendo, come in Cielo entrato;
madonna, in manto dal Celeste dato,
parea di chiostro di umiltà e fervore;
otto anni
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Si sa verranno i magi fra tre giorni,
Gesù fu già ier l’altro battezzato;
i pastorelli assai di gioia adorni;
il Pargolo dal Ciel divino è nato,
e seguono la stella dall’oriente;
stuoli di nunzi, ovunque, nel creato.
A acclamar festa è solo la
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"Città del Pane"-vuole dir- Betlemme;
stuoli di nunzi, in cielo oggi in gran festa;
il bove, in grotta, entra, lemme lemme; 3
accanto al ciuco, ei, con mitezza, resta,
e, san Giuseppe, il fieno a tutti e due
sparge, alla greppia, con letizia desta.
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Scorre silente, verso selve site
ove acque sgorghin per le ninfe e muse;
ancelle a lei s’inchinan, soavi, use
di orare al Sire: "ella di Voi, insignite!"
Umile, quieta, pia, benigna, mite,
madonna fede nel Re eccelso infuse
alle altre, alle alme,
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Rammento dei legati alti, imperiali,
gloriosi, per Fiorenza, sul destriero;
pareano cavalcar, ma aventi l’ali;
ci s’inchinava, ai nunzi del sol Vero,
per la corona, in regia cortesia;
Germania, Italia, un Reame unito, intero...
Cesare unto, che
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"Ianua" è la soglia, che varcar si suole
per avvenir di Corte- cortesia;
quando voglian salir l’onesta via,
"ianuario" è
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Santi, madonne, pecorelle ai prati;
bimbi giulivi, frati laboriosi,
campane, aromi sacri, savi, vati...
...incontrai un tempo, in luoghi gloriosi
ove letizia in core ovunque ferve;
rose leggiadre, io vidi e in mente posi.
Le anime, ancelle, han
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Salgono il Monte, isha e tre con Lui:
san Giacomo, san Pietro, san Giovanni;
da quando l’Oreb salì Elia, lustri, anni
tanti trascorsi, a gloria di costui;
Mosè sul Thur del Sinai già a dir fui,
che volse a Dio e a Sua Legge fanti e manni;
lume dal
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Riposa in stalla, a sera, ciascun bove;
rumina, quieto, fieno di buon taglio;
resta, pacioso, senza andar più altrove;
li ho visti con piacere: non mi sbaglio
nel ricordarli al palo del mulino;
al carro, al frantoio, lieti a ogni
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Pugna sleale, d’angioino modo;
Clemente quarto la battaglia causa;
a Mondragone, ‘elli sbarcar di frodo;
ciascun baron tradisce, speme clausa;
cade Manfredi, cadono gli svevi;
valor continua, forza senza pausa.
Tornano, i prodi, al Ciel de’
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C’era una volta un bel carretto a bovi,
alti, devoti, nella processione;
cari alla chiesa, e pure alle persone,
miti e solenni, come a intender trovi;
l’evo era quello di stil soavi e novi,
che, verecondia, è accanto a religione;
ciascun volgeva
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Ai banchi, posto prendono i signori
della città, con gran sussiego e onore;
vidi i patrizi, e mi balzò, almo, il core,
fra drappi insigni, be’ brillanti, ori;
i frati, dietro al grande altare, i cori
latini intonan, sul mezzan, maggiore;
sonano a
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Invia un messaggio privato a Vaibhava das Vito Parisi.
E’ la grancassa, fonda, al corteo innanzi;
"mea culpa"-peroravano- i dottori;
il Sacramento avea, da tutti, onori,
e il
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Odo già un flauto, ritmico e marziale;
rulla un tamburo, ai versi ricadenti;
le vie del giglio io scorro, fra le genti,
da che il saluto del Sir vero vale;
so il bianco è bene, e il nero di Valois male;
i bardi vanno, salmodiando, attenti;
giga,
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Rammento che il barroccio qua girava:
due bovi maremmani col carretto;
canestri con i fichi e l’uva; un detto
facea:
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Vidi la Signoria di re Corrado
e capitan del popolo fiorente;
scorrea, dagli Adimari, tanta gente
sì che io mi dissi: "A mani giunte io vado".
Tonaca e cuffia io sempre a pormi bado
e varcai il ponte, sul fluir ridente;
del Buondelmonti mi rivenne
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Camminan sopra il suolo, ma sfiorando
la terra, si, che ée non toccan mai.
Profuma, la natura, di rimando;
soavi ascendan quale incenso i lai
da elle volti, in gloria al Salvatore.
Chine, modeste, col fulgor di rai.
La gioventù
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C'è un pre- esule, davanti agli esiliati;
guida il corteo: ritornano, alme, al Paese;
fervore, inni, balzi, onde; ascese
incenso e laude, lievitante, ai vati;
eran distese d'esser sempre stati:
anime balde che il buon Padre attese;
fiumi
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Principe azzurro e gloria dell'aurora,
blu ed aurea, danno il verde di Speranza
che, all'alba, dal bel Cielo, a oriente indora;
al pascolo, sull'erba, sopravanza
l'aroma che il Pastor de' Cieli dona,
che il gregge pasce, qual sovrana
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Spicca la chiesa, al sommo del villaggio;
"paese" è il municipio dei glorianti;
mestiere fa ciascun, cioè onora i santi,
il "voi" al buon cavaliere, il "tu" al suo paggio;
di procession mariane,
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Il Pastor buono, nel Reame ai Cieli,
incanta coL Suo Verbo a eccelse note;
il flauto ha come il dentro a florei steli;
le più alte, all'universo, di astri ruote
danzano, quindi, il mite pastorale,
mentre, al cor soave, ambrosia, in fluir,
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Madonna Vostra, da umiltà che è in Voi,
timore sacro amante, in sé, coltiva;
di titolo, anzi a Voi, si sente priva,
e le altre vuole avanti, a' prieghi suoi;
manda le amiche a compiacerVi, e poi,
Vi vuol felice sopra ogni
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Parla del Sir, mediante lei, Firenze;
florei i Giardin, di Lui, nel Paradiso;
a Boboli rigò, elisir, sul viso,
nel cor condensa fu, d'ambrosie intense;
madonna le di Lui grazie fa estense,
e i Portinari il Chiostro han condiviso;
ivi il
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Finito l'anno, Egli inviò, al paesello,
un amico diletto, a riportare
di Lui, Che, in Core, restò sempre Quello...
ai genitori, e, poi, alle alme care,
a lei, che mai ebbe titolo, né ruolo;
rimase indietro, a udire in
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Le nuvolette sotto ai piedi: bianche;
le mani giunte, e, su, l'aureola santa;
lor pecorelle son fedeli, anche;
l'aria la gloria del bel Sire canta,
e, le madonne, soavi al Vuol di Lui,
Re della gloria, che Lui Sommo vanta.
Io a riverir poeti
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