Esuli, siam, da la Città del Fiore:
araldi andiamo, mistici, imperiali;
lieti viaggiamo, lungo i divi strali
da Cielo in
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| "La casa edificata sulla roccia!"-
Isha ammaestra, Iesus, per la via,
mentre la sabbia, a fondamento, Ei boccia.
"Oro
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Per i quiriti, e, il vate Tito Tazio,
Numa Pompilio libagioni porge
come, ben grato, doveroso dazio;
gli dei di Dio fan
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"A mezzanotte, è festa, ecco lo Sposo!"
-ella, con Lui, le vergini pie guida;
chine van, prone, poi che il Sir Sé
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Da Cielo in terra, e, poi, da terra a Cielo,
le grazie vanno, lungo scie di luce;
bontà d’Iddio, Vita in le strade
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Umili e amiche, ancelle della prima,
le sante in manti della fede vanno,
quali osannanti, poi che lei Lui stima;
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Le mani giunte, l’aurea su lor sfondo,
sotto dei piè, una nuvoletta bianca;
inchino mite, fare verecondo,
eleva, al
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Ella è silente, segue padre e madre;
l’abito indossa, lungo e celestino;
sul capo ha un manto, in tinte pie e
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Tonache hanno, fulgide e giulive;
lagrime, incenso intorno a loro ascende;
un vate, in cuffia glorie eccelse
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Fatima è il nome di una santa antica;
è luogo in cui ogni pecorella ha pace,
tornando al Ciel Che, lor, richiamo
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Miti e pazienti, i bovi del barroccio
tiran lor carro, lenti, in processione,
come il forzuto, che trascini un
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Consacrò il figlio, a Dio: Isacco, Ismaele,
sovra la villa che il Risorto intende;
ciascun dei due votò sé, a Iddio
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Dalmata in fede, umile il diporto,
mitezza e lume d’interiore ingegno;
erbe aulienti, in adorabile Orto,
incanto amante
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Fummo nei Cieli, da distanze eterne
di tempo spirituale trascendente;
noi rammentiam, quello che, ciò, concerne;
Iddio,
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Tra il cielo quinto e gli astri della luce,
vidi il candor su miti pecorelle,
quando, di laudi, l’aer, ghirlande
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Prati assai verdi, Acqua della Vita;
stuoli di santi, inni celestiali,
cori eccellenti, grazia ovunque sita;
tuniche
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Invia un messaggio privato a Vaibhava das Vito Parisi.
Il Sire chiama, e, via, le pecorelle
seguono Lui, di idillio e pace Autore,
nel Reame alto, di Sue alme belle;
il Cielo,
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Ecco, murato, c’è un anello, in via;
ci legai i bovi del barroccio, allora;
rammento l’evo di tal dì, tuttora,
a ciascun
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Stilo ed inchiostro, case in pietra e in legno;
cuffia e guarnacca, canto lieve, sacro;
ossequio al sommo, trascendente
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Rinfresca l’alma, grazia, da lei ad elle;
è sandalo, la polpa farinosa;
è canfora, in cui, ella, Lui buon, chiosa,
è muschio, da Lui a lei, e alle alme ancelle;
profumi, in Paradiso, e a gioie e stelle-
-boccioli al firmamento, nobil cosa;
lo
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Solca l’argento, quando luna è piena;
ecco san Giorgio, e, poi, San Marco antico;
del suono alpestre che risale, io
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Toni sommessi, mani miti e giunte;
benevolenza verso iddio e il favore;
Egli le forma, in soavità e fervore,
le da Lui
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Profumi antichi, quando ancor nel fiore;
ciascun colore, puro come essenza;
infuso, esso induce riverenza,
in esso
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Dalla Badia, entrai, poi, in Santa Croce;
l’"angelus", era, al son delle campane;
forse dal Cielo, o da sacrali
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Lievi dal suolo, delicati, alianti,
i santi ascendan, miti e in lunga riga,
tonache, cuffie, aureole, sacri
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L’otto di Giugno, mille e due, e novanta;
ella seguì suo padre, Messer Folco,
sei mesi prima asceso, a Magion
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Pargol divini, fanciulletti onesti,
discreti vanno, ognun sulla sua via,
insieme, nei doveri antichi, agresti;
promessi
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Tonaca e cuffia, in modo fiorentino,
il giovanetto ai vicoli almi incede,
volto, gloriante, ai parchi nel Divino;
egli,
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Da Lui ella viene, poi che Egli la pensa;
’indi ella esiste, e, ‘Ei appare incontro, in via;
umile incede, e, nova, ancor
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Quel san Giovanni, otto secoli or sono,
rammento, si era a stuoli, in processione;
in fila, in vesti lunghe, le
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