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Giovanni Monopoli
Le 774 poesie di Giovanni Monopoli
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Poggia al cuor la mano accarezza
nel solco d’un amor fulgente
gemme a fiorir, sogno pulsante
tutto si placa con soave brezza.
Nell’intreccio di baci la bellezza
non si placa la sete ancor volente
nello scavo di passione ardente
adagiata nello
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A te figlio vorrei brandire il mio dire
quando il cuor pulsa d’amor paterno
osa l’unto del fare inciso su quaderno
e il canto dei versi prostrati al tuo sentire.
S’adagia la forte apprensione, l’ardire
della più naturale e condivisa situazione
nel
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Passi striscianti nel vuoto
anche il lamento silenziava
una invocata preghiera
tra i fili a spezzare la vita
Il colore del silenzio
acre respiro buttato per le terre
un fingere nella realtà
un mero riflesso nella speranza
L’eco si sperde tra
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Spingi il cuore verso lontani lidi
tu terra, l’amata terra mia
ricca di storia pur se travagliata
abbracci il mondo e sorridi.
Il sole ti scalda, è amore,
la luna ti sorveglia, è stupore,
la brezza contorna la tua bellezza infinita
sei unica, pur
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Nell’esilio della voce, un silente sipario
a contare in mesto silenzio il coro
con la strada ricoperta di ricordi
mentre scivola lentamente nell’oblio.
Blandisce l’eterno sonno
caduco si riflette all’infinito
a volger lo sguardo con afono
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Fremo al pensiero che c’accomuna
una favola, un racconto stretto al cuore
avvolge ogni attimo, ogni momento
ed elegantemente si posa... amando
I miei pensieri, i tuoi pensieri
bagnati dallo sciabordio delle onde
accarezzati dal vento con
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Recita sincera la mano
all’accarezzo di quel capo stanco
lo sfiorare di candidi capelli
nel silenzio d’un cuore sofferente,
d’un’anima lacerata che arranca
al capezzale d’una sedia or dolorante.
Spazzola leggermente col lambire d’un respiro
chino a
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luce per gli occhi che sanno amare
faro nel buio d’un cuore che palpita
caleidoscopico messaggio da cullare
nel miraggio costruito della vita.
L’amore è fucina che sa coltivare
cammino nei meandri della esistenza
metafora ambita tra carezze
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Una isolata panchina accoglie
nell’umido andare l’eterno vuoto
lo sperduto sguardo di stanche spoglie
tra i fogli d’un vecchio quaderno... l’ultima foto.
Una tremolante penna tra le dita
scarabocchia frasi senza senso
frasi a imbrattare, d’uno
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“Amor che d’amor è sempre vissuto
d’Amor sempre vive”
e bramo ancor con dorate missive
cullandomi di quell’amor, il velluto.
Bello donar simil tributo
nel poema che tutto trascrive
ancor meglio tra le rime successive
tra i frementi baci l’ancor
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Ho lasciato posare la mano sul suo capo
per accarezzarla alla luce del mattino
quando l’aria soffierà sul suo cuore
e tutto seguirà nel solare cammino.
Ho lasciato la mia voce al suo orecchio
per sussurrarle parole di conforto
quando la luna
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L’elemosina del tempo poggia
momenti scoloriti nelle gelate masse
calpestati da frivole carezze
tra i silenzi ad appannare il cielo
d’una nuvola passeggera
con grondante e inutile pioggia.
Aggrappati ad un fievole respiro
scivola il passo
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| Il domani sceglie il suo attimo,
l’alba del nuovo vivere incontra il sole
gli angelici doni poggiano al fianco
regalando alla nuova vita l’esistenza.
Grati al divino pensiero è l’amare
s’apostrofa il dolce canto all’unisono
con la generosità
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Un nuovo calendario
giorni a scorrere
con lo sguardo alla finestra
a mirare il vento, il suo accarezzo.
Gli opacizzati vetri
il nostro respiro
nuvole capricciose a spasso
mentre la brina accompagna
di quella musica il canto.
Giorni abituati
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La barba incolta, gli occhi spenti
uno sguardo smunto, distante
nel ricorrere giorni tutti eguali
per essere ancora una volta... tra gli assenti.
Una vecchia panca, l’umile giaciglio
tra le parole che l’aria assorbe
manca il sorriso tra quelle
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Un presto mattino come tanti
innamorato della vita, dei suoi colori
scolpisce quel raggio il marcato viso,
non contano gli anni, non li spaventa.
Al sorgere di un nuovo dì, una carezza,
pargoli attorno festosi, è vero gaudio
non contano gli anni,
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Invia un messaggio privato a Giovanni Monopoli.
Indirizzo personale di Giovanni Monopoli: giovannimonopoli.scrivere.info
| Tendimi la mano,
la stringerò al petto
come fiore a primavera,
porgimi la tua bellezza
la prenderò come la bianca luna
in una stellata notte.
Donami il tuo sguardo
lo coglierò come il sole al mattino,
donami i tuoi baci tra quelle albe
li
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Al costato d’una infinita felicità
con soffice sabbia a lambire
un’oasi tra le socchiuse palpebre
sulla spiaggia d’un grande amore
Non smetterò mai di amarti
tra le linee disegnate dal fato,
sarò lì con te sempre
a contare le stelle, lo sfavillio
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Fioccava la neve, fioccava
imbiancava col suo candore ogni angolo
ogni punto raggiunto dai graffiti dell’idiozia
fioccava silenziosa, fioccava
a nascondere la vergogna, l’ignominia.
Non più voce s’alzava in quell’andare,
in balia dell’inutile era
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Lo specchio riflette i bianchi miei capelli
rimembra i tempi trascorsi senza rimpianti
m’accorgo di quanto belli sono stati e...
...e sono tanti
e nel contempo ci giuda coi suoi ceselli.
Vivo per te nel barlume d’ogni giorno
nel pensiero che al
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All’ombra d’un raggio sfuggito al sole
giace dondolandosi un tenero fiore
si infrange nell’assoluto silenzio
donando al cielo il suo muto evidenzio.
La realtà giace nell’angolo, in attesa
osserva, quasi inerte, l’apatico respiro
nulla scalfisce
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Tra i respiri del tempo... l’infinito
la postilla d’un attimo ad affrescare il cuore
miraggi, desideri, volontà
col treno a peregrinare in ogni stazione
Una solitaria ascesa a spingere
verso alture colme di speranza
coi ricordi sempre lì a seguire
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Noi
noi due insieme
la copiosa acqua che scorre
nel limbo della felicità.
Noi
i nostri volti, sussurri,
una sola memoria
l’immensa valle
nell’olimpo delle verità.
Uno sguardo al cielo
le nuvole ci seguono
noi
nel grande abbraccio
al
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Arida terra, frammenti di tempo
sabbia lambita dal rovente sole,
mattoni di fango a coprire lo sguardo
nudi di tutto, deserti del cuore
nascosti all’aria acre della guerra
tra i lamenti d’un sorriso smarrito.
Fiumi di sangue imbrattano le
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Camminare, lasciarsi sospingere
dal vento dei desideri,
ammirare la via colorata della vita
e urlare al mondo la gioia,
la voglia di esistere
forgiando pensieri, intrecci di emozioni
e volare,
volare in alto sospinto dalla forza
dalla ricerca
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Una flebile luce, una vuota stanza
una vecchia poltrona attende
il suo essere arranco stanco
con pareti spoglie d’ogni sostanza.
All’ombra d’un sospiro... l’attimo,
il rimembro di gai giorni andati
la solitudine è là... lì vicino
un tramonto col
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Brezze s’elevano omertose
tra gli addii ... le note del dolore
una smarrita speranza
il richiamo caduto nell’oblio
a te... oh voce del mare
l’offrir l’immacolato fiore.
Le ombre silenziose s’accostano
par deliziare con la presenza il
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La preghiera accolse con umili gesta
del martirio scelse il destino
lei donna bella e promessa sposa
con umiltà s’affidò ad Agata la Santa
e del rinuncio fece la sua vita
donando ai poveri ogni sua cosa.
Perseguitata e mai vinta scelse
della
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Pendula il respiro al fiorìr del giorno
ansima al suo cospetto l’ora a venire
risuona tra i versi sui guanciali l’assopire
nel pulsare gemere d’amor intorno.
Muore l’ultima notte nell’alba del sorriso
la brina è a scivolare sulla silenziosa
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Non so se mai il mio sarà un poetare
se rimare sarà quello giusto, non so
ma son certo del motivare, trasportare
nella costellazione della poesia... la chimera.
Non so se mai il mio sarà un verseggiare
se alternato o baciato sarà quello giusto, non
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774 poesie trovate. In questa pagina dal n° 151 al n° 180.
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