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Alessandro Accorinti
Le 23 poesie di Alessandro Accorinti
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Con te ho danzato in un’umida piazza
come in un girotondo di bambini.
Sembravamo lontani e poi vicini
vortici di cucchiaio in una tazza.
Sentivo infrangersi la mia corazza
e non mi dispiaceva esser cretini.
Non sono mai ripidi gli scalini
per chi
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Tu che giudichi
ignori i sentimenti
che si celano dietro
ad un sorriso spensierato.
Che sai dei girotondi
furiosi cui si piegano le membra,
degli intimi lamenti
che incidono su pareti
sentenze indelebili
e dei rimpianti e dei rimorsi
e dei
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Non so se è sol capriccio
o lieve turbamento.
Tanto tempo è passato
che la cenere ha coperto la fiamma
e il freddo ha lasciato entrare nel cuore
che dei modi e moti suoi
non ho neanche il ricordo.
So solo che è triste il
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Sono così distante
da questo vociare confuso
che le grida e le risa
sembrano frammenti di sogno.
Ti vorrei
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Mi basterebbe un bacio
su questa panchina di ruggine
e due mani che si sfiorano
vinta la timidezza dell'ignoto
e due sguardi che si amano
senza osare incontrarsi
per credere di nuovo
che si possa amare, amati.
Ma son solo su questa panchina
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Non ho bisogno di molto denaro,
nè della fama che divora
nè delle attenzioni di un re.
Lasciatemi pure
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Divoravo rabbiosamente le
piastrelle di quel balcone
mentre si spegneva, vicina,
l'ultima sigaretta dello zio.
Tu rimanevi lì, immobile,
a fissare quel sole, stanco,
di fine agosto che
sapeva di addio.
Il rosso friggeva gli occhi
di
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V'è un treno che non ha meta alcuna
e mai si ferma in polverosi lidi
a rifocillar le fesse membra ché
non conosce stanchezza né fatica.
Vuote le carrozze, liberi i seggi,
solo abitante il macchinista svolge
il suo perpetuo
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Commosso dalle
profonde vulnera,
sento come
di demone grido
incavalcarsi su per
le membra
e appo l'ombra
di quel che fui
o pur tal mi credetti
lascio perire
credenze vane e
vane illusioni
cui fui educato
o educar volli me proprio.
Di
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Orda caotica dell'umana
gente siete forse speme?
Forte l'un di subalterni cinto esulta
Sprezzante l'altro sulla scena
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Diversi tempi nel Tempo
il tuo e il mio.
Nascer non poteva
fiamma d'amor
ch'entrambi allor cingesse.
Quand'io ardeva
tu non capir potevi
come accenderti meco.
Non ancor matura ti volli.
E così tutto perì.
Non tuo né
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Invia un messaggio privato a Alessandro Accorinti.
Dicevan gli antichi:
"Non puote esser in terra
rosa che non perisca,
fiore che conservi eterna
la sua propria bellezza".
Ebbene potremmo dir
alla genìa passata
che in fallo furo e non poco,
che una rosa nove e mezzo lustri
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Non sei amico
se alla mia gioia non prendi parte
e fallace ritieni il mio dire.
Non sei amica
se simuli parole belle ruminando
quando il tremore della voce ti tradisce.
Dì pure che non mi sei amico,
che tanto grande è l'amore per
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Per il giorno tetro
e il plumbeo ciel
tra le convulse
spiegazioni
e i sinceri sbadigli
di tacita disapprovazione
che voi con me,
coriacei automi,
avete condiviso,
vi dico grazie, amici.
Per la gioia
delle
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Se ancora la tua candida voce impastata
riempisse gli antri vuoti del mio cuore
saprei forse di che tempra forgiare
le mie tristi molli membra
ma del dolce tuo dire, ahimè,
non mi rimane neppur l'eco.
Le tue parole eran profezie
che
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Amor ch'assale e travolge
senza tregua lasciar
per te non ho pace.
Riponi, venerea prole, il crudel
tuo stral nella faretra
e lascia un po' di respir
alla mia anima inquieta.
Morfeo furente con me s'adira
ché sol sottrarmi oso alla sua
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Che sarei senza te Musa,
guida dei giorni miei più tetri,
luce che il pozzo nero dell'anima
rischiari perenne
se pur sottile facella?
La noia e il fastidio
avidi padroni sarebbero e crudeli
della pochezza mia, linfa
che dai freddi
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Sempre
nel cuore
il ricordo
giace
silente
sopito
come animale
in letargo.
Ma
tutto
riaffiora
quando il pensiero
labile
cede
al vago
tristo
desio del passato.
Il dolore
prima lieve
puntura d'insetto
ramingo
poi spasmo
tremito.
Un
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Sei tanto bella ai miei occhi
che una dea mi lascerebbe indifferente
se decidendo di mostrarsi a un mortale
da me giungesse.
Se Zefiro sbuffando ritornasse in terra
per ricondurvi il bel tempo e i fiori e le erbe e
la primavera candida come la neve
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Parevami eterno ieri
il tempo del nostro amore.
Io ti mirava il bel sembiante
che il raggio lunare trapassando
la coltre silvosa discopriva appena
e del tuo riso m'inebriava lieto.
E avria creduto di parlar
con una ninfa o altro spirto
arcano
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23 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 20.
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