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giovanni bagnariol
Le 118 poesie di giovanni bagnariol
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Così dolce su per il pendio dorato alita
la fragranza della vigna gravida di frutti
da sfiorar la terra, che obliar mi fa di
ogni tristezza e d'ogni affanno...
E son mille e mille testoline sfavillanti
al sole ove l'autunno ha disegnato
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In un'acqua immobile, azzurrina che di
mirabile metallo tingon le canne dalla luce
argentina, quieta, sul far della sera una
gallinella dal becco innevato s'aggira a
schivare gli steli per tornare al suo nido...
Presto il sole che dagli alti
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E piove... piove sulle caste viti, sui fiori
sdentati del fico che invocano il sole...
piove sulle aiole e sul cupo rosmarino
che la smorfia del tempo attorciglia.
Piove sul sentiero infangato, tra precipizi
e dirupi e sassi sconnessi, nelle
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| Scivola lo sguardo sui tuoi capelli, soffice cascata
di luce, mentre i tuoi occhi carichi di cielo circondano
il mio cuore in una danza di bontà.
La curva dei tuoi fianchi è culla di dolcezza per le
mani mie nude e vagabonde...
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Poeta, tu sei sorgente d'acqua pura che mai
ristagna e infiora i prati e l'aride terre assetate
d'amore ristora... tu sei notte e aurora,
sei goccia che scava l'anima e di bellezza
l'irrora, sei la chiave discreta e forte che con
mano di
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Il tempo dell'attesa ha consumato la sua ora.
Non voglio più aspettare: nell'ombra della sera
che bagna i muri della casa, non un volto
qualunque che ridesti speranza. Sono solo.
Non aspetterò l'ultimo lume che sale nel blu
della
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Ulula sprezzante sentenza di morte
il tempo dalle crepe della carne ove
l'anima
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Vola anima mia dalle catene disciolta dell'inganno,
vola alta sopra le ceneri di un sogno estinto...
Oh, tu che un tempo amai, come un bimbo,
nell'abbraccio delle notti e nella morsa dei
giorni dove il tempo consumava di delusione
il pianto,
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| Ecco, immense le porte del cielo si spalancano
al buio...
Oscuri brandelli di nubi fluttuanti divorano spazi
di luce mentre il fiume affoga pigro in solitudine
tra le ombre dei salici trafitti dalle ultime folate
di vento ormai sazio di
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Sa di viole e gelsomino la brezza della sera
e di fresco tepor l'aria è ancor piena sì che
s'attarda l'ape sulle aiole a coglierne frenetica
l'aroma...
Bianche ali di farfalle dagli occhi neri fissano
immote l'inatteso azzurro
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Voglio camminare al sole dove i papaveri
infiammano il grano; e seguire con gli occhi
il volo silenzioso e quieto degli uccelli finchè
solitario scenda il vento della sera a colmare
il cielo con l'oro delle stelle...
Là, dove sale
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Del tuo sorriso un dì raccolsi il fior con
gran diletto...
Fiammelle rosa gli occhi, corolle di velluto
posaron sul mio petto quando vidi la
morbida dolcezza sulla bocca disegnata
di un nome pronunciato e il tenero riflesso
di un affetto
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Oltre il muro bianco di calce ove
china placida l'azzurra ombra
dell'ulivo, sanguina il tramonto
versando stille di nostalgico dolore
sul ramo di una rosa dove
piangendo la quieta fine del giorno
un merlo offre generoso il canto
all'ombre vive
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Muori al tuo mediocre io disfatto tu
che sbeffeggi dall'appagata nicchia
di una vita senza sogno dell'anima
mia il bisogno!
Sì, io son quel folle testardo e capriccioso
che di miraggi e passioni inappagate
ancora e sempre il cuor inganna
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Un fremito di passione presto dissolto come
la schiuma del mare è la vita senza amore.
Tutto nell'ombra si spegne: l'affanno del giorno,
le cose da fare e quelle da dire, inutili vacue
parole su trame sottili tra lingue di fuoco
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Viaggia leggera la luna tra grumi di stelle e
nubi argentate e in ceruli squarci di luce regale
tranquilla risplende.
Bianca e ridente si apre la rosa di maggio al
chiarore azzurrino e nel folto della macchia,
ove echeggia dell'usignolo
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Ecco, io parto...
cuore in cammino, solitario, per valli lontane, e tu con
me, presenza invisibile, verso terre vuote il vuoto mio
a riempire di un tempo che non passa, d'un viaggio
senza fine.
Sarai con me quando il soffio dell'alba avrà
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Sono sceso nell'abisso del mio cuore per donarti
carezze d'amore... Parole mai pronunciate, scritte
in un battito di ciglia sui miei occhi quando mi
perdevo nell'incredulo riflesso del tuo sguardo;
ed or che l'anima mi sanguina e come
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Tra sfumate ombre di annosi lecci e vuoti
marciapiedi, il borgo antico attraversando
silenziosa la via si estende.
Grava sul manto lattiginosa e tumida la
nebbia e a opprimer gli usci delle case si
protende, e sale cieca dai terrazzi fin
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Solitario e mesto risuona il mio passo
lungo le aiole gialle della primavera...
Guardo una merla innamorata che il
compagno insegue dal becco dorato
sopra l'erba di fresco rasata, là dove
posa lieve l'ombra dell'oleandro.
Potessi aver
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Stanno lì,
nel chiuso d'una stanza senza cielo...
Corpi appassiti, anime nude, tremule
al soffio di chi passa.
Occhi assenti han rapito alla bocca la
parola per dire quanto breve la bellezza,
quanto lungo il brandello di una notte
di
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| Legata ad un tenue ricordo sale la luce dei tuoi
occhi quando l'ombra della sera avanza e lenta
consuma la speranza.
O sguardo già d'amor ricolmo ove ogni ardore
ormai è spento!...
Più non sei chiaror di giovinezza che
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Sorge alto un palazzo ove prima rinverdiva
un prato... Quanti mutamenti il tempo ha
cagionato!
Là, dove posa la mole del gigante che alla
vista le gobbe dei monti ci sottrae, all'ombra
di un roveto, tra l'erbe in fiore, fu il nostro
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Un gesto d'amore mi bisbiglia il cuore...
Mi cattura l'anima un desiderio ora che
il tempo di marzo soffia sulle aiole fresco
l'effluvio delle prime viole:
Con man leggera, in assolato e molle
spazio, strapperò per te alla terra
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Tetti scarlatti... Azzurro il cielo!
Dai logori camini, qua e là, rotoli di fumo.
Di fronte, nell'oro dei gigli appesi a un balcone,
un viso di bimbo: mi guarda...
Usci socchiusi intorno... un'ombra ogni tanto;
ogni poco, nel silenzio,
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Io, soltanto un uomo... uno che il muro del silenzio
infrange e dietro la grata di un'insanabile solitudine
come un bimbo tra la folla al tuo sguardo si consola.
Tu, troppo giovane, forse, per me ma così donna ormai
per non capire che come
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Vola piccola anima...
portale col soffio della primavera il profumo
vellutato del mio amore!
Pianta di rose un cespo nel verde prato ove
più dolce risuona l'arpa dei miei sogni e di
porpora zampilla la fonte della vita.
Sfiorale, l'ali
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Quante volte in fondo al pozzo dei miei desideri
ho creduto perdermi nel diamantino riflesso dei
tuoi occhi!...
E tu, come miraggio di luna, tranquilla nella
penombra a sorridere muta e irraggiungibile...
Gioia e sgomento or m'assale il cuore e
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Non è ancor fiorita la mimosa stillante di rugiada
nella bruma mattutina che già mi coglie un raggio
di speranza nell'attesa, mentre si dissetano le
cince dal piumaggio turchese al virente filiforme
ordito appese...
Presto nell'aria
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Lento declina il canto della vita e tutto si
dissolve... Così la bellezza, raggio di luce che
ravviva il mondo, si perde oltre l'azzurra
vastità del cielo.
Essa non ci appartiene: come sorriso di bimbo
ci accarezza e dilegua
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118 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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