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♦ Marina Demelas | |
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Gabriele Renda
Le 8 poesie di Gabriele Renda
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Mi piace pensar che l’avevan previsto
le menti più acute... fino a Gesù Cristo
duemila son gli anni... ora
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Pirati nel Mediterraneo
Assaltano il greco ed il cipriota
"sciabola corta" e all'arrembaggio
per poi virar
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Mamma che stringi
tuo figlio sul cuore
che doni fortezza
una gerla d'amore.
Mamma mia fonte
acqua cristallina
un sorso di vita
tu soave Regina.
Mamma che instilli
sorrisi e carezze
tu sola sai dare
fiducia e certezze.
Mamma
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Sono l'alieno
scavo nell'io
amo pensare
ch'esiste un Dio.
Volo su'n mondo
senza valori
osservo deserti
mestizia nei cuori.
Terre violente
falso progresso
smanie vuote
effimero successo.
Anime perse
squallide stanze
albergano
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Cantavi speranza
radiante letizia
ritmica danza
viva delizia.
Cantavi l’amore
con tanta dolcezza
mandorlo in fiore
sottile
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Sento un grido
che sale forte
uccelli neri
presagio di morte.
Maree nere
nucleari idiozie
veleni e morbi
umane pazzie.
Lobby e potere
consumi e mercato
governi e paura
un’uomo sfocato.
L’urlo di Gaia
nessuno più sente
improvvido
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Non son leghista dimoro a Varese
in fredde mura seicento al mese
lavoro sul tornio concio le pelli
per ore dodici se no son sfracelli.
Sulla “carretta” invocai Maometto
sempre agognato un paese perfetto
ma qui mi sfruttano e sono scontento
non
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E l'Italia giocava alle carte
e parlava di calcio nei bar
i tecnocrati vivevan su Marte
s'allenavano a meglio tosar.
Poi nell'aria un odore di zolfo
e l'appello alla calma in tivvù
tentativo senz'altro un po' goffo
di dipinger il
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