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vinfra47
Le 425 poesie di vinfra47
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e, ricordami,
non per quello che sono ora al fine della vita,
neppure per quello che forse sarò domani, nullità,
ma per quello che ero quando m'incontrasti allora, e
ricordami,
non bellissimo, ma bello quanto bastava,
affabulatore
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e, al fine tu chi eri? essere
che mi giravi intorno prendendomi l'anima,
fanciulla- bambina con il corpo di donna,
flessuoso, invitante, meravigliosamente eccitante,
che nella mia tarda fanciullezza mi venisti incontro
come pasto famelico incoraggia
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e, per sempre
sfoglierò l'album delle nostre foto,
eri bella in quell'abitino scollato,
anche nel primo costume due pezzi,
oppure con il primo jeans attillato, e
per sempre
rileggerò le tue prime composizioni,
parlavano di me, di
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e, ti ricordo ancora,
bellissimo cigno di un'altra vita,
quando credere nel domani era speranza,
quando vedere un arcobaleno era felicità,
quando i palpiti del mondo erano lontani, e
ti ricordo ancora,
bellissimo corpo di fanciulla
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e, non voglio più il tuo ricordo
anelo, desidero il tuo ritorno, e
sparisti nel nulla come bolla di sapone,
come meteora nei cieli stellati,
come sogno allo svegliarsi del giorno,
ed io qui ancora ad aspettarti
senza comprendere ragione e
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e, ti voglio raccontare una storia,
piccola siediti ed ascolta il nonno:
in un tempo lontano ma non troppo
un bellissimo ragazzo, certamente io
incontrò una fata non dai capelli turchini, ma fata,
così apparve ai miei occhi
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e, quante cose vorrei dirti stasera,
di quando t'incontrai tra i banchi di scuola,
di com'eri bella sin d'allora con il faccino pulito,
di quando mi desti il primo bacio di nascosto,
di come fosti, fummo invidiati dagli altri, tutti,
di
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e, passa il tempo mutano le stagioni,
il mondo gira sempre nello stesso verso,
gli umani si amano e a volte si uccidono,
gli animali continuano la loro buia esistenza,
il mare è sempre lo stesso, immenso, magnifico,
la rosa sul davanzale della
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e, oggi ho tagliato i capelli,
erano mesi forse anni che non lo facevo
scendevano come neve sul pavimento blu, e
oggi mi sono rasato il viso,
dopo quanto tempo non so, forse da sempre
i bianchi ricci cadevano come petali di rosa in giardino,
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e, siamo diventati vecchi amico mio,
la covata del quaranta è in via d'estinzione,
quanti ne siamo rimasti, ben pochi,
quanti si sono persi per la strana via,
la guerra poi ha preso le sue prede,
le malattie i propri prigionieri, e
siamo
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e, vado via per sempre, non mi cercare
è stato bellissimo conoscerti,
ascoltare estasiata le tue parole,
assaporare con te il gusto dell'effimero,
condividere gioie ed anche attimi bui,
esplorare il tuo statuario corpo giovanile
come tu hai
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e, quando verrà quel giorno
a prendermi, pronto sarò
con la valigia preparata,
l'abito blu a righe
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e, mi guardo allo specchio e vedo un altro uomo
non quello che da giovine spezzava il cuore delle ragazze,
affabulava con frasi mielose classi di compagni increduli
invidiosi di tanta bontà di espressione e comprensione,
arrovellava le menti di
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e, io ti ritroverò,
dovessi contare le stelle ad una ad una,
prosciugare il mare, abbattere le montagne,
estirpare tutta la mala gramegna nel mondo,
devastare città, paesi, villaggi, deserti, campagne, e
io ti ritroverò,
ti
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e, un'altra pasqua è in arrivo e tu non sei tornata,
partisti donandomi un lunghissimo bacio, stringendomi,
scrivesti per qualche mese delle righe che diventarono rare,
ti laureasti con pieni voti senza me accanto, emigrando
in un paese
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e, donavi vorrò oggi un ramoscello d'olivo,
a tutti voi esseri della terra venuti per caso
senza sapere il perché e il percome ed il luogo
dove una donna si donava ad un uomo per amore
sincero o lucida follia di accoppiamento carnale,
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a vinfra47.
e, quando sarò di la, lontano lontanissimo
ritornato che sarò pulviscolo di fango essiccato
forse finalmente saprò comprendere i tanti perché
del mio venire in questo infinito creato in quel momento,
in quel preciso
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e, tranquillamente mi avvio alla meta,
non porto ori, valigie, danaro, orgoglio,
vengono con me solo i miei splendidi ricordi,
sommatoria di una vita spesa cercando il bello,
l'effimero, l'essenza del piacere, la vana gloria,
l'esser piacente,
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e, semplicemente tu,
chiamarti amore è il minimo,
darti di più sarà difficile, impossibile
pensarti lontano un'illusione invereconda, ed
ancora tu
nella mia vita terrena sbandata,
alla ricerca di cosa ancor non so,
forse di
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e, sei stata la mia donna per un mattino,
fresca, impalpabile come un fiore colto,
avevi occhi di cerbiatta spaurita e fiera,
con il corpo facevi ombre cinesi sul muro
e più mi facevi impazzire come falena sulla fiamma, e
sei stata la mia
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e, in un mare di sospirati sogni mi addormento,
sperando di trovarti domani al mio fianco,
sapendo che non sarà
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e, ti sei mai chiesto perché finisce un grande amore,
quello che ti fa vibrare, palpitare, soffrire, financo morire,
che al solo suo apparire è come un sole in terra e luna in mare,
che ti prende l'anima, l'arrovella, la scuote, non ti
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e, chi ci ha preceduto è lì sereno
sul marciapiede accanto, o di fronte,
ci guarda, sospira, annuisce il nostro essere
ci segnala la sua presenza con il suo profumo, e
tu sei lì carissimo amore mio,
seduta come aspettassi un
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e, se
il vivere ha ancora un senso compiuto,
il lottare per la sopravvivenza ha uno scopo,
lo sbranarsi per un pugno di
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e, piove a dirotto, piove
se non oggi, forse domani
all'albeggiare di un nuovo giorno,
al ritornar tra noi del meraviglioso sole,
ti condurrò la dove il mare affascina,
il gabbiano ridente rincorre le onde,
un pescatore cantando getta le sue
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e, che cattiva sei stata! hai
preso senza di me l'ultimo treno,
voluto precedermi nel lungo viale,
incontrare per prima colui che vale, e
che cattiva sei stata! hai
voluto lasciare a me le ultime incombenze,
il vuoto inutile rituale di ogni
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e, quando sarò grande, dicevo vorrò vivere
la mia vita liberamente senza tanti infingimenti,
senza compromessi alcuni né patteggiamenti strani,
senza veli corporei in cui nascondere il mio andare,
senza contare sugli altri ne
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e, se il bello della vita deve ancora venire,
se l'andare incontro alla catarsi della mia vita
avrà un senso, un deliberato destino già scritto,
se continuare il cammino intrapreso non per mio volere
ma soltanto per libera
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e, ora cosa faccio di me stesso
dove andrò a sbarcare il lunario,
su quale panchina mi addormenterò,
per cosa ancora avrò voglia di vivere?, e
se devo continuare così l'esistenza,
meglio finirla in qualsiasi modo,
in
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e, nera è la notte, come
buio è il mio animo,
triste la mia esistenza,
inutile il continuare a vivere, e
verde è il mare, come
splendida era la mia vita,
inebriante l'alba di ogni giorno,
felice l'incontrarti al bar per il
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425 poesie trovate. In questa pagina dal n° 91 al n° 120.
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