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vinfra47
Le 425 poesie di vinfra47
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e, si torna piccoli bambini
guardando il lontano infinito, il mare,
mirando il cielo blù,le montagne,
correndo a perdifiato in verde campagna,
scoprendo che nulla è più come prima, e
nostalgia ti assale e ti prende,
ritornano
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e, stanco di cercare un po' di pace
mi affido a Dio ed entro in una chiesa,
d'improvviso recito una vecchia preghiera
spontaneamente sgorga dal fondo del cuore
e mi riporta a quand'ero piccolo bambino
con l'abito del chierichetto che serviva
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e, mi sdraio, mi addormento, sogno
il soffitto diventa una bianca tavolozza,
scorrono immagini, sensazioni, emozioni
pallide vicende, veri amori, grandi passioni,
la vita diventa un gomitolo di nera lana
si srotola mano a mano e diventa esile
come
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e, ti guardo ti guardo
come ti guardai la prima volta
con quel bel vestitino stretto in vita,
la spilla che ti raggomitolava i capelli,
il rossetto rosa che dicevi esser burro,
quelli occhi malandrini come un canarino, e
ti ammiro, ti ammiro
ora
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e, ora che sei nelle terre del giusto
ed il viso ti risplende di comete e stelle
guarda qui oltre l'infinito terreno, ti accorgerai
che non è stata vana la tua scomparsa,
che al fine forse è stato molto meglio
che soffrire su quella
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e, che ne sai di me, del mio io,
del mio essere, del mio credo,
di quanti amori ho conosciuto,
a quali verità ho bevuto,
quali padroni ho servito,
quante croci ho portato?, e
che ne sai di me,
tu che semini parole al vento,
che critichi
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e, accovacciati ed ascoltami
di me. di te, di noi,
di lei, di lui, di loro
apertamente ti parlerò, e
lei per me è stata una ventata di vento
in una calda serata d'agosto lì sul mare,
lui per te forse qualcosa in più di
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e, dopo aver tanto troppo atteso
mi concedesti il tuo vellutato corpo
di carnagione che sapeva di albicocca,
la bocca era scolpita con fragole rosse,
gli occhi perle azzurre di un mare profondo,
i seni poi colline da scalare in fretta, e
mi
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e, sentirò in lontananza una campana
di una chiesa immersa nel verde dei boschi
camminando a far funghi e cercar trifogli
spensierato come ero da bambino un dì, e
mi chiederò soltanto se è arrivata l'ultima ora
quella
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e, dopo che sei per sempre andata via,
un'altra ho incontrato che ora sento mia,
non mi scalda il cuore come facevi tu,
non mi arrovella l'anima al tuo pari,
non mi chiede dove sono stato e con chi,
non mi aspetta la notte dopo il solito
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e, ora non vi parlerò di me
chi sono e chi sono stato,
se ho vissuto per gli altri o per me solo,
se ho amato o
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e, al calar dello splendido sole,
su di un balcone fiorito di rose
osservo la gente semplicemente, e
essa scorre come in
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e, rincontrarsi e dirsi,
ti amo;
riabbracciarsi e ripetersi,
ti amo;
riaccarezzarsi ed urlarsi,
ti amo;
perdutamente, semplicemente
ti amo, e
mi sei mancata
mi sei mancato,
sono stato male
sono stata male,
ora rivivo istanti bellissimi
non
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e, come un acrobata l'uomo
cammina piano sul filo di lana
attento a non cadere di sotto
la rete non potrà mica salvarlo, e
non s'accorge che il mondo è cambiato
che nulla è più come una volta
il mare, le stelle, il
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e, lentamente un bianco foglio imbratto
forse per noia e solo semplice emozione
per aver vissuto una vera passione,
provato quel che si chiama male,
detto agli altri la mia opinione,
portato qualcuno sulla speriamo retta via,
condotto per mano un
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e, addormentarmi vorrei tra le tue braccia
che sanno di vento impetuoso del sud,
di mare in tempesta che sbatte gli
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a vinfra47.
e, mi ricordo quando ancor giovinetto
spensierato nel cortile giocavo
con una palla di pezza e cartone
contro un muro sgretolato dal tempo
ed ero felice di quello che avevo, e
il sudore mi bagnava la canottiera,
le ginocchia erano sempre
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e, m'acceco, guardo il magico sole,
m'llumino, vedo la bianca luna,
bagno le mani nello splendido mare,
faccio palle freddissime di candida neve,
ammiro panorami incontaminati e belli,
raccolgo da immensi prati fiori variopinti,
parlo con gente
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e, hai sentito? un'esplosione
di rabbia, mafia, rancore, ribellione
laggiù in quella direzione, e
quaderni, matite, libri di scuola,
polvere, fumo negli occhi e in gola,
sirene, paura, sgomento, polizia,
è un'apocalisse, una
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e, solitaria vaga la mente umana
a ritroso negli anni ormai vissuti
a cercar volti, immagini consunte
vecchie foto ingiallite in un cassetto
a riveder cose oggetti ora strani
con cui passava le ore del suo giorno, e
non rinnega niente e nulla gli
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e, ridi sorridi meravigliosa bella donna
dalle tue viscere oggi è nato un bambino
dal tuo aver sinceramente amato è sbocciato un fiore
dal tuo seno materno si allatterà un virgulto
che uomo grande diventerà, e merito
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e, aspetto placidamente aspetto,
guardo la mitica splendente luna,
sfioro i petali di una scarlatta rosa
accarezzo il bavero di un abito consunto, e
perennemente in un assolo solitario,
vago con la mente in chiusi labirinti,
addito con lo sguardo
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e, piano piano dicevi,
in quel campo di grano maturo
fra spighe dorate e papaveri rossi,
mentre la tua pudica verginità donavi,
come cerbiatta in amore palpitavi,
come gatta pelosa in calore ansimavi,
al pari di rondine che vede il sole
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e, saprò e forse vorrò
un giorno incontrarti,
se inconsciamente sognerò
il tuo bellissimo volto d'allora,
se financo i tuoi passi calpestare
ad uno ad uno conterò, e
se all'alba ed al tramonto
ad ogni nascere e morir
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e. provo immensa pietà,
per la sconvolgente verità,
di uomini costretti all'ultimo passo,
per leggi costruite da poveri inetti,
per costrizioni fatte da grandi imbroglioni
per ogni cosa buona fatta solo per loro, e
irrefrenabile
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e, di niente e per nulla, diceva
potrò e vorrò lasciarti
mentre mi accarezzava e cullava
tra le eteree braccia che sapevano
d'immenso, e
poi un viaggio nella magica africa
diventò bianca fra i neri,
negli occhi l'indicibile
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e, ridi pagliaccio ridi sempre
dietro quella maschera che non è cartone
ma volto imbellettato con rossetto e farina
che sicuramente avrà un cuore ed anima, e
ridi di noi che ti applaudiamo contenti
delle tue smorfie e dei tuoi
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e, come un segugio ti cercherò
al di là dell'azzurro mare,
oltre i confini dell'incontaminato infinito,
nelle sconfinate distese innevate,
tra le nuvole, i temporali, le comete
in ogni dove ci sia possibilità
di trovare
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e, dopo un lunghissimo variegato viaggio,
tornerò
acqua, terra, fango, cenere,
rimescolerò
nuove città, contrade, strade,
vedrò
esseri umani vecchi e nuovi,
troverò
il vento caldo del mio sud,
sfiorerò,
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e, azzurro il mare, splendido il cielo
come vorrei fosse la mia esistenza
senza arsure, vuoti paragoni, accecanti bagliori
fra me e te che ci guardiamo adesso dentro, e
ci incontrammo per gioco una sera
non ricordo come, fu solo per un
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425 poesie trovate. In questa pagina dal n° 211 al n° 240.
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