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filiberto
Le 203 poesie di filiberto
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| Laggiù
una lampada nera
irradia
raggi di solitudine.
Ecco
una bionda fiammella
avanza nel buio,
prima lontana, tremolante,
poi sempre più viva, sicura
e i più scoscesi rami
riprendono vita,
s'adornano di tenere
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| Mentre passo per queste camerate
situate su, al secondo piano
la tristezza tutto mi pervade
e penso a te, amore mio lontano.
E mentre qui sul letto ora riposo,
sento le note di "amor mi manchi"
so quanto son vere e sono ansioso
di
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| Intorno a me
un turbinio di foglie.
Foglie gialle
striate d'un verde ormai vecchio
ricordo di un aprile lontano.
Lassù,
l'ultimo ramo
dell'opaco noce
tende le nude membra
al cielo grigio piombo.
Strappate dal vento impetuoso
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| Sull'ali d'una cicogna variopinta
mi sei entrata nell'anima
Una cicogna (non l'alata postina
che porta fagotti frignanti,
ma il piccolo aereo
con aliante a rimorchio)
che romba e mi scuote e mi squassa
Afferro l'aliante e ti
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| Un giorno agnede a fa na passeggiata
er solito Pierino co la scola:
Ar civico museo fu guidata
da la maestra quella classe sola.
Vista Venere, se fermorno tutti
e la maestra chiese a li sbandati
li preggi, le virtù, li vizzi brutti
che su
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| Un ciuffo di capelli sale e pepe
ribelle come sempre
sfugge dal telo teso sull'asfalto
per una volta a posto del cartone.
Povera amica mia sconosciuta
ora riposi sopra quella strada
che hai eletto a vita
battuta e ribattuta senza
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| Cos'è questo rumore ricorrente?
Il sibilo del vento tra le fronde?
O tra gli scogli gli urli delle onde
che vengono dal mare di ponente?
Tra quali scogli può ululare il vento?
E' solo una colata di cemento.
E questo mormorio
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| Arrivato di notte
già chiuse pensioni e locande
mi furono stanze accoglienti
le scalette del porto
scomodo letto i gradini
a riparo di bora.
-Che fai?- mi chiese un barbone
trascinando i suoi beni
nell'eterno cartone.
-Che faccio?-
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| E' greve la sera, stasera:
Non è primavera
Una cappa brumosa
mi opprime le spalle
e mi avvilisce,
la tua lontananza
è la mia solitudine
(prendi il cellulare e chiamami
tu pensi)
Ma lo sai che il nostro amore
non è
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| Oggi mi sento Jonathan:
Jonathan Livingston, celebre gabbiano.
Quest'aria frizzante che l'ali m'attinge
ch'innalza, ch'abbatte, che prende per mano
un vento ribelle che in alto sospinge
un cuore che preme, lo sguardo lontano
un libero volo
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| L'ultimo raggio d'un tramonto rosso
mi sorprende affacciato sul terrazzo
nel rimirar terreno nero e smosso
del sottostante orto e dello spiazzo.
Lontano d'autostrade e grattaceli
godo del caldo sole e m'accarezza
il rifiorir di gelsi, peri e
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| T'ho conquistata con un baciamano
sfiorando il labro appena la tua pelle
quasi come carezza sconveniente,
sulle tue dita un fremito lontano.
Hai visto nel gesto riverente
una galanteria un po' rétrò
un desiderio vero devastante
e
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Figli,
sono presente e vicino,
vi adoro e son pronto:
v'amo troppo
per dare tediosi consigli,
omelie disperse nel vento,
afferrate soltanto un momento.
L'esempio è lezione di vita
essa stessa una scelta suprema
e non sembri
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Un'onda nera segue il vento caldo
in fuga dalle rauche sirene
sulle vie del mare e sulle spume
incurante del ribollir di schiene.
I Galli principali promotori
di guerra, di rivolta e di scompiglio
innalzano barriere innaturali
ad argine di
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| Prima d'escì de casa quer pallone
se ritoccava er nodo alla cravatta
po' s'allisciava mejo de na gatta
la rota aperta da sembrà 'n pavone.
Ner su' quartiere se sentiva bullo
er primo nello sporte e l'intelletto,
nella forza e
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| Come apriva l'occhi, già 'ncazzato,
se la pijava con er monno 'ntero
'nfilava li carzoni e battajero
incominciava er giorno da 'grugnato.
Si quarcheduno nun lo salutava
strigneva furioso li cazzotti
dentro de se sparava cento botti
er
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Invia un messaggio privato a filiberto.
| Richetto de Trastevere era avaro
e nun spenneva er becco de 'n quatrino,
mai na cena, mai in un festino,
teneva stretto a se solo er denaro.
Pe dà dimostrazione ar Padreterno
de come se gestisce er conto 'n banca
metteva i documenti 'n
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| 'N celebre dongiovanni da strapazzo
ci aveva 'n chiodo fisso ne la testa,
pochi capelli, mano sverta e lesta
e l'occhi spiritati come 'n pazzo.
Tutte le vorte a fronte de na donna
la 'mmaginava nuda, sempre quello,
je dedicava pure no
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| Tutto er giorno sdraiato sur sofà
poggiato sopra a 'n fianco mollemente
s'affaticava pure a penzà a gnente
s'arzava p'anna ar bagno e pe magnà.
Romolo pover'omo stava bene
solo allungato orizzontalmente
se godeva la vita
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| Tutti li giorni 'n omo grasso e basso
quanno passava pe annà ar lavoro
davanti ar forno j'arivava 'n coro
de profumi che je bloccava er passo.
S'arestava, guardava la vetrina
se tratteneva a stento pe le diete,
già alla vista
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| La sora Checca in visita all'amica
seduta sur divano ner salotto
guardava 'ntorno e 'ntanto sotto, sotto
sentiva er core stretto nell'ortica.
Quadri de moda, argento cesellato,
pure er marito dentro ar portafoto
era più figo sopra a
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| Soffia un venticello tra i miei rami
e mi racconta fiabe d'una volta
di elfi, di folletti, gnomi e nani.
Un picchio mi solletica la schiena
vorrei fuggire e ritornar bambino
ma un'edera le gambe mi trattiene.
E' nata piano e lentamente
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Un uomo navigato non dovrebbe
volare dietro a torbide visioni
abbandonarsi a strane tentazioni
vivere impossibili emozioni.
Un uomo navigato non dovrebbe
immaginarsi al centro del creato
credersi poeta assai apprezzato
ritenersi sempre
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| Quell'ologramma grigio che mi segue,
che mi copia, m'incalza con cipiglio,
è appiattito e non concede tregue:
ho dubbi, ma sospetto a chi sia figlio.
Vorrei riconoscerne i pensieri,
sapere se riflette come il padre,
vorrei volar via con
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| Non montano cavalli di carta
o dondoli di magica giostra
i tre cavalieri dell'Apocalisse.
Su destrieri dipinti di rosso, di nero
e di verde,
zoccoli ritmati sul selciato,
avanzano incuranti degli urli
delle ombre schiacciate.
Nippon
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Due tortore sul ramo dell'ulivo,
quello vecchio, scheletrico e contorto
che piega verso il sole, giù nell'orto,
si beano al calore quasi estivo.
Rifanno il nido, guardano al futuro,
ma in Giappone nulla è come prima
esplode lo
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Il vecchio pendolo appeso alla parete,
rondò di rintocchi senza tempo,
puntualmente, ogni quarto d'ora,
rivendica attenzione e sottolinea
lo stillicidio dei minuti.
Cappello del quadrante,
problema del problema
in trama arabescante,
il
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Ho giurato!
In forma solenne, tre volte ho giurato.
Elfo errabondo
per tante contrade
ovunque ho servito l'Italia:
Dalle Alpi, le Giulie,
dal Carso, ondulate doline,
alla Valle dei Templi,
a Carini, assolate colline,
ed ho sempre trovato
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| Una farfalla variopinta
plana
sul miraggio di un fiore.
Eteree nuvole bianche,
scarmigliate da venti irridenti,
si stringono alla vetta del monte
vogliose di flirt con abeti,
che più non ci sono.
Una fanfara
percorre le mie coronarie
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Abiteno lassù, ar piano appresso,
lui se chiama Bruno, lei Gina,
so giovani amanti der progresso,
se 'ncontreno la sera e la matina.
Lei lavora er giorno, lui la notte,
fra tempo de lavoro e de tragitto
quanno che entra l'una, l'artro
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203 poesie trovate. In questa pagina dal n° 151 al n° 180.
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