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E' un gioveddì a le cinque de matina.
In Palestina, Hashin, giovane e bello,
facenno er kamicazze fa un macello
poi vola in celo e bussa ar paradiso.
Opre San Pietro e dice: "So du' vorte
che quarchiduno sbaja le du' porte.
"Chi s'è ammazzato – dice co un soriso –
qua nun ce po' venì. Mo vai a l'inferno.
Brutto zozzone, quante donne vòi?
Qui se gode er creato bello e eterno.
Ritorna addietro, nun po'i stà co noi".
Quer gioveddì a le cinque de matina
Ninetto, una persona sempre onesta,
ne la notte de freddo e de tempesta
è finito a morì su la panchina.
Sale pe l'aria e bussa a un ber portone.
Opre Abdallah co tante donne intorno:
"Pe l'infedeli qui nun ce sta un corno.
Te sei sbajato porta. Sei un fregnone.
Vòi esse santo? Mo tu vai a l'inferno
indove troverai er foco eterno."
Anniscosto de dietro a un grosso sasso
c'è un tizzio co du' corne e co du' code
che se la ride e che se la sta a gòde.
E chi poteva esse? Satanasso
che se li guarda e poi:"Fijoli belli,
te, tutto intero e te, a pezzettini,
state a sentì. V'ho fatto li casini:
su le porte ho scammiato li cartelli.
Mo ve dico chi me l'ha fatto fà.
Un certo Livio, che sta sempre quà".
"Scusate pe lo scherzo che v'ho fatto.
Sentite bene 'sto consijo mio.
Ognuno poi sarà più sodisfatto
Ma prima ha da passà dar propio dio.
p'annaje a dì: -stamme a sentì.
Ce sta un ometto ch'ha fregato a tutti
ma dice che lui cià la soluzzione
pe dà er soriso indò ce so li lutti:
senza guerre ce metterà d'accordo,
tutti boni co la televisione.
Senza che noi dovemo caccià un sordo".
Che fa l'ometto senza li capelli?
Cor cellulare e senza fà fracasso
richiama l'attendente Satanasso,
je fa rimette a posto li cartelli,
je da un vestito novo p'er barbone
e la colla pe quello a porpettone.
"Ognuno vada ar paradiso suo.
Io ce so fà e ho messo tutto a posto.
Cor vostro dio
ciò già parlato io.
Te, poi portà er televisore tuo
E invece te, lo troverai sur posto.
Nun c'è da sceje: stanno in paradiso.
Nino gode er creato bello e eterno.
Hashin vede millanta donne gnude.
Nino vede bistecche, pizze e riso.
Nun c'è callaccia come c'è a l'inferno.
Tutti contenti, la storia se conchiude.
In paradiso cor televisore
sò tutte scene; nun se tocca gnente.
Tutti sbragati stanno a passà l'ore,
nun stanno soli, lì c'è tanta gente.
Abbasta la tivvù pe fà stà boni
l'ommini de curtura e li fregnoni.
Gnisuno soffre più e sai perché?
Perché puro ner celo Livio c'è. | |
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