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«Ringrazio di cuore tutti voi per i preziosi commenti e i messaggi fatti a questa mia poesia.» |
Inserita il 01/02/2009 |
| E tenendomi
stretta contro te udii le capriole del tuo cuore che batteva forte
come i tamburi d'una tribù lontana, cuore già innamorato perso
di me.
Di me
che ben poca cosa da donarti avevo, privata ormai dell'anima
ferita come gazzella intrappolata da una tagliola, attonita restavo solo a
guardare.
Guardare
ciò che in te era già così trasparente ma che per me non voleva dire ancora
niente.
Niente
come le nuvole che lente nel cielo col vento si dissolvono,
lasciando cadere al suolo una pioggia di
lacrime.
Lacrime
che per me copiosamente dai tuoi occhi lentamente
scivolano sul tuo viso bagnandomi le
mani.
Mani
le mie ancor capaci d'accarezzare e un cuore ancora in grado di sognare
ad occhi aperti nelle lunghe notti insonni, trascorse a pensare se tutto ciò
era bene oppure male e se era il caso di
continuare.
Continuare
entrando in una storia già sofferta in partenza senza vie d'uscita,
nè alcuna clemenza, vissuta con timore d'allontanarsi da quella strada ormai segnata
e sapere che difficile diviene la giusta via poter
ritrovare.
Ritrovare
l'allegria e spensieratezza che mi furon regalate un giorno non lontano
forse quando proprio tu prendesti la mia mano nella tua
mano. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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