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Voler una vita senza tempo
Per non morire mai
E non vederti consumare piano piano
Come foglie solitarie
Sulla strada di dicembre.
Amore, adesso che è quasi Natale,
Sogniamo un po' di sole caldo,
non vogliamo stare
tra il vento e la neve,
non vogliamo stare in mezzo
ad una pioggia madida.
Ma ora che stiamo qua
E ci guardiamo negli occhi,
sorridiamo e attraversiamo il cielo,
tocchiamo la luna
senza quella paura di volare.
Questa poesia che chiude
La primavera della vita,
non può non gioire
degli occhi incolpevoli
di un bambino appena nato,
cancellando quel pianto
che sulla mia spalla avevi versato.
Alle periferie delle città,
nelle campagne dimesse
ad un tiro di sasso,
in Africa, nei deserti dell'anima,
in un sorriso innocente
o in un semplice applauso,
c'è quella fiammella di candela
che adagio si estingue,
si estingue per non illuminare
più la puerizia, i primordi di un amore,
di un bacio, di una poesia scritta di getto
come se fosse un testamento d'addio,
un comandamento.
Amore, ora che è quasi Natale,
con quelle luci rosse, gialle, verdi e blu,
con quella magia che come un luccicone splendente
sta alla finestra in mezzo alle stelle,
ora che è quasi Natale
rinasciamo insieme in una terra lontana
per voler una vita senza tempo,
per non morire mai
e non vederti consumare piano piano
come foglie solitarie
sulla strada di dicembre.
Ora che è finita
La primavera della vita,
che quei giochi sulla spiaggia
nei tramonti di settembre
non ci sono più,
rimani solo tu
nella mente mia lambita
dal vento del tempo... | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
«Una poesia che chiude il periodo della giovinezza per aprire quello della maturità» |
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