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| L'annunziato dal profeta Isaia,
"Voce di chi gridava nel deserto",
al Signore preparava la via
inver'quel grigio Monte aspramente erto
ove fu grande la crudeltà umana
indifferente al Cor di Dio aperto.
Recavasi dal Santo una fiumana
col desio di ricever battesmo
per non render la mortal vita vana
ch'esso è salvazione nel Cristianesmo.
Venia glorioso al rivo Giordano
anche il Signor Gesù Cristo medesmo.
Il Battista all'acqua ponea mano,
ma dicea con voce sì possente
ch'esto inver'lo Fuoco era pur vano.
Il Battista scorto il divin parente:
"O Tu, che battezzi in Spirito Santo,
a venir da picciol me poni mente?"
Cristo sollevatosi il bianco manto:
"O Giovanni, sì il Padre mio volle!
Concedimi dunque codesto umil vanto!"
Mute e turbate assistean le folle
al dialogar di contante persone:
"Giovanni, quel che tu fai non è folle!"
Come Venere cadde per Adone,
presa da siffatto, eterno splendore
che dell'interior beltà era cagione,
sì il Santo al veder lo Superno Amore
volle sol seguitar l'orme celesti
di chi in bianco risplendea candore.
Indi pose il Cristo le proprie vesti
e nell'acqua cristallina s'immerse
come stava per iscritto nei Testi.
Ecco: le scure nubi a Dio avverse,
dell'infernal invidia certo segno,
tosto dileguansi èl cielo s'aperse.
Quivi, rai d'or dal Celeste Regno
e come colomba lo Santo Spirto
resero Gesù della mission degno.
Posasi l'augel sul capo del Mirto
e resesi teso d'ogne uomo il petto
ché una voce venia dal Ciel irto:
"Questi è il Sol Figlio Mio Prediletto!
In Ei Io mi son or compiaciuto!
Ascoltatelo!" ed Ei tornò al Suo Tetto. |
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