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Terra genitrice di quest'umanità,
vita e dimora di sentimenti,
tu che abbracci nostri amori
e dolori, mi inginocchio
baciando i tuoi piedi.
Ascoltami.
Madre che sempre proteggi e nutri,
lascia che ti parli di mio più grande
tormento. Perdonami se le lacrime
bagneranno preziosissima e tenera
erba, perdonami se si aggiungeranno
al pianto del Cielo, irraggiungibile
sposo. Terra che tutto conosci,
urna di sacri ricordi e corpi,
di soldati figli tuoi,
di amanti figli tuoi, vittime
ed anime innocenti tutti figli tuoi
ti prego, ascolta la mia supplica.
Guarda profondi tagli sul volto,
quali lunghe catene soffocano
il petto. Metti mano a profonda
ferita nel cuore, nello spirito.
E non fermarti a grida di dolore.
Ascoltami.
Troppe anime vertono in mie stesse
condizioni, soffrendo affetti
macchiati col sangue. Or tu permetteresti
a squarciate braccia di violare
purissima terra?
Noi siamo soli come spontanee margherite,
e patimento calpesta fragili sorrisi
di felicità,
Ascoltami madre Terra, ascoltami.
Allevia nostro calvario, perché ognuno
è filo d'erba su questo immenso prato
verdeggiante, spine di una stessa rosa;
e tutti nutriti da fresche
passioni. Allora perché industriosa
Entità concedi questo scempio?
Abbasso a toccar fronte, ed accarezzo
tuo volto. Io, cieco pipistrello,
non ho visto tue lacrime scendere
da delicata pelle, non ho sentito l'urlo
della tua sofferenza.
Ora tutto mi è chiaro.
Chiedo il tuo perdono, Mamma,
perché come noi soffri
e piangi, perché come noi
sanguini quando ramo viene spezzato.
E mentre io stringo forte tue
mani marchiate dal fuoco
del Mondo, sento una goccia
sfiorarmi il viso.
Irraggiungibile sposo, il Cielo
piange con te. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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