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Quale ansia solo, chiuso in questa stanza,
Che vedo bruna diventar la sera
E luminosa sorgere la luna,
Mi prende quando penso che Begli occhi
Potrebbe non venire a quella porta
Lasciandomi nel buio a pregar pace.
E a volte spero che mi renda pace
Scordando me che aspetto nella stanza,
Aperta solo a lei per quella porta
Che lascia fuori il gelo della sera;
Siccome temo di fissare gli occhi
Che specchiano ai riflessi della luna.
Ma mentre che levata è già la luna
Ed io meno che mai trovo la pace,
Allora invece voglio aver negli occhi
L'immagine di lei nella mia stanza;
Nel rapido avanzare della sera
Vorrei sentirla aprire la mia porta.
Ché quando ella venisse a questa porta,
Illuminata in viso dalla luna
Che le cancella i segni della sera,
Allora lì potrei trovar la pace,
Guidandola nel chiuso della stanza
Per perdermi nel mare dei suoi occhi.
Ma temo che il sorriso di quegli occhi
Traversi questa sera un'altra porta
E illumini di gioia un'altra stanza
Bagnata dal biancore d'altra luna,
Recando nel contempo ad altri pace
E a me più amara e solitaria sera.
Ed ora che ancor chiara vien la sera,
Mentre non si rassegnano i miei occhi
Che pure, insieme, cercano la pace,
Ecco, forse, dei passi alla mia porta
Ed io che sento un brivido e la luna
Di fredda luce illumina la stanza.
E poi ch'oso posar gli occhi alla porta,
Avverto l'alta pace della sera
E dolce nella stanza entrar la luna. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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