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Responsabilità sociale
La maschera
Impressioni
Lo spettacolo è finito,
cala il sipario,
le luci si spengono
Esci da questo teatro
non continuare a recitare,
getta la maschera,
mostra al mondo
il tuo vero volto
senza inganni né paure.
Non interpretare personaggi
diversi dal tuo essere
abbandonali, dimenticali.
Virtù e difetti a chi incontri
mostra fiero, non rinnegare
te stesso e le origini.
Getta la maschera ingannatrice
Autentico amore riceverai
se i tuoi limiti riconoscerai
se l'umiltà alimenterai
se te stesso racconterai.
Senza inganni né paure.
Poco dura una maschera
un poco di pioggia, si sbriciola
disperdendosi per la strada
L'anima nuda si rivelerà
il nulla ti rimarrà compagno
perché coloro che ti amavano
donavano affetto alla maschera
e non alla tua persona
Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
«dedicata a chi vive interpretando un personaggio a cui desidera assomigliare perché non accetta se stesso!»
Commenti di altri autori:
«La falsità regna sovrana! E' questo che ho capito a 23 anni! C'è gente che finge di essere diversa, solo per piacere, solo per essere apprezzati... e questo succede perché si rapporta con altre persone altrettanto false. E' un circolo vizioso che non smette di girare. Ci si sveglia la mattina, si indossa la bella maschera e via con il proprio teatrino. Ma così come esistono i falsi, esistono i veri... e fra di loro non regge maschera, che possa mentire, ingannare e far soffrire. bella poesia...»
«Ben detto. Una maschera che tanti riescono a portare benissimo, tanto bene che sembra veramente il proprio viso. sono i più pericolosi; ma ci sono tanti che sono così impacciati e riescono ad essere sempre un libro aperto. Piaciuta»
«Bella poesia introspettiva, molto profonda. Tutti dovremmo buttare via la maschera e vivere sinceramente questa vita fatta di apparenze. Letta e riletta con grande interesse.»
«Ciascuno di noi, anche se inconsciamente, recita una parte... spesso per sfuggire alla realtà quotidiana che non piace, che ci avvalisce. Spesso una maschera viene indossata non solo per mentire agli altri ma anche a se stessi. Ci illudiamo così di poter essere diversi, forse migliori. L'ipocrisia è un difetto atroce, ma il nascondere se stessi serve molto spesso per non morire... davanti ai propri occhi e forse in parte davanti a chi ci scruta per provare a colpire la nostra fragilità. Concludendo, ci sono secondo me, maschere che celano inganni e, maschere di carnevale! Chiaramente si tratta di un mio giudizio soggettivo ma per mia natura sono sempre un po' fuori sal coro! Sorry...»
«Amara riflessione di una realtà purtroppo quotidiana e appartenente a molti. Indossare la maschera è divenuta quasi una convenzione sociale per poter essere accettati e per non mostrare le proprie debolezze in un mondo fatto per i forti e i vincenti. Bello l'invito dell'autrice ad essere noi stessi e a farci amare con anima nuda e libera altrimenti alla fine non stringeremo altro che la nostra triste maschera nelle mani. Piaciutissima!»
«spesso si interpreta un personaggio perché da bambini si è imparato ad indossare la maschera, che al tempo serviva per proteggerci da certe situazioni emozionali tristi e veramente pesanti... poi questa maschera rimane incollata al volto, crescendo ci si accorge della sua scomodità ed inutilità e si inizia una lotta estenuante per poterla strappare... Le maschere indossate a volte sono molto scomode e nella foga che potrebbe assalire nel tentativo di toglierle si commettono molti errori e si incontra la solitudine, immancabilmente si passa in un tunnel dove ci si sente spersi e senza un Io definito.»
Cristalli nel vento Autrici del sito Scrivere Una raccolta di poesie è talvolta cosa stucchevole se non sorretta da un’idea che dia coerenza a un “canovaccio”, una sorta di filo di Arianna che conduca il lettore alla scoperta di un significato d’assieme. In verità un’idea in questa pubblicazione c’è ed è “forte”: sedici poetesse, dotate di spiccato lirismo e felicemente ispirate, cantano la vita attraverso le sfaccettature di uno smeriglio di cristallo. Cristalli nel vento, è l’opportuno titolo dell’opera, e son davvero puri petali di cristallo queste liriche, petali da strappare uno per uno.