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Riposa sincera la mia maliconia
cullata da un vento leggero di montagna
che si posa di colpo
e gentile m'accompagna
in un album di ricordi,
fotografie color giallo ambrato.
Leggeri gli occhi, in quelle pagine dorate,
animano storie che avevo dimenticato.
E non è tanto il vestito largo di mia madre,
e il cuore sincero di mio padre,
a cui sorrido in quelle foto ingiallite:
Ma tu, che alle loro spalle li abbracci,
compagno dei silenzi e luce per i miei giochi.
Sorrido al rimpianto che mi piglia,
e vedo che non hai più le tue grandi e verdi foglie
che cadevano al primo vento di giornata,
e alla festa di vendemmia di una buona annata.
Ora sei un tronco reciso che ha visto passare trent'anni,
rovinato dall'arsura e dalle ferite di una guerra.
Ora mi manchi, perché cresciuto all'ombra dei tuoi frutti
non ho più la tua rèsina e il tuo odore più di tutto.
Mi manca la tua voce sibilata nel vento
e i tuoi rimproveri come un padre sempre attento.
Ti chiamavo Bruno, perché non sapevo dire: pruno!
E quando ti raccontavo le mie cose
mi regalavi frutti ancora più golosi.
Piansi molto davanti al tuo tronco bruciato,
e ricordo che mio padre si tolse il cappello
all'agonìa del tuo legno ammalato
per salutarti nel modo più bello.
Mi manca il tuo respiro possente e affaticato,
la tua paziente ostinazione
e l'odore della pioggia sui tuoi rami attorcigliati.
Mi manca la tua solenne benedizione
di quei giorni vestito a festa
o nei riposi dei pomeriggi d'agosto.
Mi manchi soprattutto tu amico dei ricordi
di cui il tuo amore dentro me non si perde.
Perché senza l'annuncio della tua voce,
questi anni che scorrono veloci
non daranno mai più il sapore dei tuoi frutti precoci.
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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