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Ieri sfioravo quella sabbia
lavata dal mare
non ho pianto
ti ho rivista laggiù
correre sul pontile.
La tua immagine leggera
sembrava sfiorare il mare,
il sole ti accarezzava con i suoi raggi.
Hai riportato l'estate
con n piccolo sorriso.
Ti guardavo, ti seguivo,
eri davanti a me
sembravi sfumata tra le gocce di mare
ed ho visto cadere il sole
dietro il tuo sorriso.
Nemmeno ti ho chiamata
soltanto il mio sguardo
era un richiamo
per te e per me
alla gioventù.
Il mio sguardo ha percorso il mare
abbagliato dai raggi del sole
ma era sempre fisso su di te,
riuscivo a vedere ogni cosa
mirando la tua immagine...
Il tuo passo sfiorava il mare e la sabbia
felice laggiù correvi
forse verso di me
nelle mani avevi il sole
negli occhi la felcità.
Racchiudevi ogni cosa,
eri felice, eri lontana
eri vicina, eri triste:
Sapevi entrare in me
e sparire all'orizzonte.
Continuavi a chiamare un nome
ma si perdeva tra le onde,
ti fermavi a guardarmi
in silenzio.
Il tuo era un richiamo.
Eri accanto a me
e subito correvi sul pontile
per poterti inebriare di quel vento di tramontana
fino ad ubriacarti
ti sentivi libera, non volevi fermarti:
Scomparivi
la tua immagine tornava
ora più chiara ora più sbiadita
mentre correvi
facevi grandi disegni sulla sabbia.
Troppo profondi quei disegni
per essere cancellati dal vento
per essere corrosi dalle onde.
E non sapevi il perché...
Ti sentivi libera come il gabbiano.
Il gabbiano che sfiora il mare
che vive sul mare e del mare
che si ferma laggiù
tra il luccichio di una onda
e si muove appena vede un luccichio.
Parlavi al mare
lo rendevi tuo più vicino a te
ed io rimanevo a guardarti
in questa visione serena
Corruttrice del male
Ti spiavo tra quelle ombre. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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