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M’è arimasta ‘sta penna e ‘sto fojetto,
e tant’amore che ciò drent’ar petto,
così lo vojo scrive mo pe’ tutti,
tanto a li bboni ch’a li farabutti.
Ma vve ne sete accorti che ‘sta vita,
manco te ggiri che già c’è ffenita,
eri regazzo e t’aritrovi vecchio,
e tte la sei pijata drent’ar secchio.
Ognuno ha fatto tanti troppi erori,
e all’anima ce stanno li dolori,
nun ze ponno scassa’ ce lo sapemo,
ma verà ‘n giorno che li pagheremo.
Nun dico che dovemo esse’ santi,
però armeno cerca’ de tir’avanti,
rispettanno le cose e le perzone,
le regole e la bon’ educazzione.
Er monno ‘n’ ze divide co’ la ronca,
che co’ ‘na botta secca pi’ e tte tronca,
mettenno da ‘na parte li cristiani,
e tutt’e’ resto tra li musurmani.
Oppuro quanno pe’ ‘sta Roma e Lazio,
s’ammazzeno finenno ne lo strazzio,
‘na partita diventa ‘na commedia,
e le famije viveno ‘n traggedia.
Quante stronzate se uno ce penza,
che potressimo vive bene senza,
godennose li profumi e li colori,
gustannose ‘n po’ tutti li sapori.
Dice pe’ ffa’ ‘na vita men’amara,
ce tocca da comprasse ‘na chitara,
‘nvece consijo che all’elezioni,
dovemo èsse’ seri e no buffoni,
perché a noi nun ce frega gnente,
e se ce urge sistema’ er parente,
a quello che ce dice sta tranquillo,
portamo i voti puro de le squillo,
e speramo che doppo ‘sto trombone,
faccia parti’ la raccomannazione,
pe’ trovaccee ‘n ber posto ar ministero,
in cambio de ‘na cifra e tanti zero.
Perché nun famo tutti ‘na frenata,
e dannose ‘na bell’aregolata,
tornamo a esse’ ‘n po’ ppiù ggenuini,
rincumincianno già da i regazzini?
Se je le damo sempre tutte vinte,
voranno vive u’ monno co’ le spinte,
‘mparanno a di’ de no e a da’ valori,
sapremo fa li bboni genitori.
Ma si quello che ddico v’arimbarza,
e sseguitate ‘gni ggiorno co’ la farza,
po’ darzi che mme sbajo ‘n’ ciò pretese,
però ve manno dritti a quer paese! | 
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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| «”... però ve manno dritti a quer paese! ”, è chiaro che per l’autore è una battuta bonaria, senza cattiveria alcuna.» |
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