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“Papà, la tua compagna non mi piace,
neppure quell’amante della mamma,
vi siete scelti due soggetti strambi
e vivere così per me è un dramma!
Perché quei due signori sconosciuti
mi restano antipatici, ti giuro!
Potevano sposarsi fra di loro
così non ci cambiavano il futuro!
Adesso con mio padre e con mia madre
purtroppo devo fare l’altalena
da una famiglia all’altra senza sosta,
in questo modo non son più serena!
In genere io vivo con la mamma
e con quell’uomo veramente strano,
iersera l’ho spiati di nascosto ...
si stavano baciando sul divano!
Tu vieni a star con me di tanto in tanto
insieme a quella specie di signora ...”
Il padre le rispose in tono duro:
“Adesso basta! Lei si chiama Flora
e merita il massimo rispetto!
Non devi parlar male della gente,
ti devi dimostrare più gentile,
non essere testarda e indisponente! ”
La figlia nel sentire il padre offeso,
rispose: “Voi vi siete separati,
ognuno sta pensando al proprio amore,
così vi siete entrambi sistemati!
Ed io son diventata un bel fastidio,
per giunta devo pure esser gentile
con due soggetti ostili ed importuni
ai quali manca pure un certo stile!
E lui s’è fatto crescere la barba,
a tavola mi sento un’insicura,
non voglio stare in casa con quell’uomo,
la notte tremo sempre di paura!
Io sono una bambina di dieci anni,
volevo una famiglia solo mia,
ne più ne meno come tutti gli altri,
invece devo far l’acrobazia! ”
Il padre le rispose sconcertato:
“Sei piccola ed ancor non puoi capire
le scelte passionali degli adulti,
da grande lo potrai alfin scoprire,
per ora devi solo adattarti
a questa condizione di famiglia,
d’altronde vivi insieme con tua madre
ed io ti seguo sempre come figlia! ”
La piccola riprese: “Ogni qualvolta
al compleanno ... tutti radunati
per qualche ora ed in questo modo,
credete di sentirvi discolpati?
Ma io ho bisogno dei miei genitori
ad ogni istante della mia vita,
voi non capite che la situazione
è diventata apatica, sgradita!
E la tua amante che tu chiami Flora,
io non riesco proprio a sopportarla,
con quelle labbra piene di rossetto,
ma t’è così difficile cambiarla?”
Per la spontaneità adolescenziale
sorrise molto compiaciuto il padre,
l’accarezzò e disse in modo serio:
“Prepàrati, ti porto da tua madre! ”
La figlia alzò lo sguardo e gli rispose:
“Lo vedi? E’ finito il tuo permesso!
Non posso stare insieme con mio padre!
E’ terminato il tempo a te concesso!
Ma io non voglio stare con quell’uomo
di mamma e neppur con la tua donna!
...Il giorno che mi vien ... la luna storta
vi lascio ... e vado a vivere con nonna! ” | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
«Quando le coppie si dividono non pensano mai ai problemi che lasciano ai figli costretti a sobbarcarsi l’onere di vivere dei giorni con la madre e altri giorni con il padre ed i loro rispettivi partners con cui convivono felici, i figli son quelli che ne pagano le conseguenze di questa frattura, con amarezze interiori che spesso non confessano, ma che gli bloccano la vita nelle loro aspettative più serene e di crescere in una famiglia classica con tanto di felicità familiare.» |
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