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Vivevo in una casa in riva al mare,
in mezzo alla miseria, quando un dì
mia madre di malaria mi morì,
di notte, mentre ardeva il focolare.
In quel giorno era festa, era Natale
e c’era una candela con la fiamma
che illuminava il volto della mamma,
mentr’io piangevo accanto al capezzale.
Guardavo tristemente il suo bel viso
e gli occhi di mia madre, santa donna,
un quadro con il volto di Madonna
sembrava mi facesse un bel sorriso.
Quand’ecco che bussarono alla porta
ad aprir l’uscio mi precipitai,
il mio aspetto mutò quando notai
ufficiali, tenenti e una gran scorta
di soldati tedeschi tutti armati,
coi fucili e i berretti su d’un fianco
ed il volto d’ognuno ch’era stanco,
affamati, sudati e impolverati.
Vidi il tenente parlare a bassa voce
e vidi entrare in casa un ufficiale,
inginocchiarsi innanzi al capezzale,
e quindi farsi il segno della croce.
Poco dopo entrò anche un tenente
con il volto offuscato e dietro,
seguito a poco più di qualche metro,
ci stavan due tedeschi ed un sergente.
Si misero a guardar nella cucina,
e non trovando niente, sotto il tetto,
guardarono perfino sotto il letto,
intrufolandosi infin nella cantina.
Solo allora capii che quei soldati
cercavano mio padre il partigiano,
inutilmente, stava assai lontano
nascosto insieme agli altri camerati.
Io dovevo avvertire pur mio padre,
ch’era stata in casa quella scorta
ed allora m’imboccai per la porta,
ripensando alla morte di mia madre.
E piangevo col fazzoletto agli occhi,
distrutto per la morte di mia madre,
pensavo che la vita di mio padre
era tutta nella forza dei ginocchi.
Salii su d’una ripida scarpata
ch’era di fronte al nostro caseggiato,
quando vidi più sotto un soldato
tedesco con la canna già puntata ...
Il colpo sparò quello straniero,
stramazzai al suolo colpito al petto,
potei veder per l’ultima volta il tetto
stramazzando di nuovo sul sentiero!
...... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ...
(La mia prima poesia del 1947 con ripetizioni ed errori,
avevo solo 12 anni, con tanta fantasia, ma con
scarsa esperienza. Un ricordo a cui tengo molto). | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
«Un ricordo che resterà per sempre nel mio cuore perché da quella poesia scritta subito dopo la guerra avevo espresso il mio risentimento contro le barbarie e da quel giorno ho cominciato a scrivere liriche di tutti i generi, ora con l’esperienza di ben 86 anni scrivo liriche prosastiche di altra natura, ma questa prima poesia è come quando si fa l’amore la prima volta, mi ha fatto vivere delle emozioni particolari, versi semplici, ma vivi ancora oggi nei miei pensieri, mi ricorda quegli anni in mezzo alla guerra e ai bombardamenti continui degli stukas tedeschi.» |
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Le assurdità delle guerre... (Giacomo Scimonelli)
Complimenti a \" quel bambino \" di 12 anni... (Giacomo Scimonelli)
Un inchino sincero davanti il tuo ricordo... (Giacomo Scimonelli)
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