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Siero fendente di vero dolore
è il caro assaggio d'un furto d'amore
unico e sbaglio, fedele e se stesso,
d'un arida vena distratta il riflesso.
Il senso dannato d'un volo represso,
ingordo si aizza per chi col successo,
ha scaldato d'amore un corpo ormai spento e
ingozzato il pudore d'un gelido stento.
Imprecando alle stelle, io vedo il mio vento,
velo che primo copriva il mio tempo,
sussurrare le rime ad un povero inetto
prostrato all'incanto e illuso d'affetto,
Io spero e mi danno per un solo diletto,
il tenero volto di chi con sospetto,
l'amor nel suo cuore ha affogato nel petto,
contrito sentiero di un tempo negletto.
E fui sfiorato nell’ombra da un esser perfetto..
e pudico è il canto d'amore..
mio solo ormai vanto, dallo scarno sentore,
oh ella non vuole e vorrei tanto di chieder perdono,
udendo nauseo, l’udir di chi udir sa solo il rumore.
Ma con malevoli occhi di voci cullanti i pensieri si spengon
Oh com’è ode il tuo verso e il mio solo sentore
e offeso si pente il mio io..
che lascivo di vanto ho macchiato,
e con unguente parola ho adornato
la certezza di cielo d’un amore insultato,
Vivido offendo chi me stesso ha donato,
straziando le carni in sussulto smodato,
calcando di odio d'un sentore traviato,
ciò che nel vento ora vendo sfiancato…
me stesso e d'amor il suo ultimo fiato | |
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08/01/2008 00:16 | 2803 |
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