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A letto, in una stanza d’ospedale,
la grande attrice, vive nel terrore,
è vittima del truce ... “brutto male”
che le procura un intimo dolore!
Di fuori, nella sala, un giornalista,
staziona lì, da un’ora, con l’intento
di fare una fantastica intervista
da pubblicare, con un bel commento
su “Gossip”, il giornale degli artisti,
ma c’è di guardia il suo procuratore
che non ammette futili imprevisti
per evitarle il minimo clamore.
Ma Miriam Ludwig, star di primo piano,
si chiama in verità Miriana Alente,
la sua carriera cominciò pian piano
con il sostegno d’un famoso agente
che in seguito divenne suo marito.
Il giornalista, ch’era a conoscenza
di tutte le vicende ed ammonito,
per un commento fatto in precedenza,
non era più ben visto in quegli ambienti!
Chiamò il procuratore e a voce bassa
gli disse: “Se non siete compiacenti
all’intervista, sciolgo la matassa, ...
racconto che son stato fidanzato
con lei nei primi anni del liceo,
dettagli del gran sesso consumato,
persino sotto gli archi al Colosseo! ”.
L’agente lo afferrò con gran violenza
e stava per sferrargli un pugno in faccia,
... lorquando Miriam, in grave sofferenza,
sentendo la sua voce e la minaccia,
gridò: “Francesco, m’hai già denigrata
con un servizio intimo e mordace,
mi vuoi causar la fine anticipata?...
Ma lasciami morire in santa pace! ”.
Il giornalista entrò nella sua stanza,
guardò la donna in fase terminale,
le chiese scusa per l’intemperanza
e scese, in tutta fretta, per le scale!
...... ... ...
Al giorno d’oggi non si ha più rispetto
neppure per la gente in fin di vita!
E’ questo il più legittimo verdetto
qualora l’ignoranza è troppo ardita! | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
«NB.: I nomi dei personaggi e la vicenda suesposta sono frutto della mia fantasia, pertanto ogni riferimento a persone o cose, deve ritenersi del tutto casuale.
Al giorno d’oggi pur di fare un business giornalistico, non si guarda in faccia a nessuno, neppure si ha il minimo rispetto per le persone in fase terminale, e questo non è tollerabile in una società che vive in rapporto al limite stabilito per avere almeno pietà dei personaggi in fin di vita. Si sta superando la soglia del lecito, l’arroganza non è tollerata in questi casi!» |
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