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Vi narrerò la storia d’una bella
fanciulla catanese: Gammazita
che per la sua virtù diede la vita,
morendo intonsa e pura, da pulcella.
Correva quasi quel milletrecento,
quel tempo tanto oscuro, sì crudele;
il vivere difficile, cruento.
Ed ecco il fato tessere le tele.
Si può morire per restar fedele?
Che sia il supremo atto dell’amore
o che l’insana spinta sia l’onore,
comunque un’esistenza si cancella.
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Ed egli è quel destino; e si arrovella,
attratto dalla sua beltà infinita,
e brama e trama; è stretta fra le dita:
il piano lentamente si incasella.
Io quel che volli, presi con la forza
al soldo del francese reggimento.
Nero il mio cuore, in una dura scorza;
perché patire ancora un tal tormento?
Tu mi rifiuti? Allora un rapimento,
se è vero che di nome fo Giordano,
ti porterò con me così lontano
dispersa fra le stelle, la più bella!
--
Lei, nobile d’aspetto e di favella
e dalla sua purezza impreziosita,
sciacquava panni al fiume; ed allibita
apprese la terribile novella.
Ebbene, masnadiero, ti sia esempio
quanto vedrai, e quanto sia il mio sdegno;
ché é meglio che del corpo mio sia scempio
che sfiori il vile verme che disdegno,
e questa vita che ebbi, lieta spegno
se in cambio ne ricevo dignità!
Tu non mi avrai; né alcuno più mi avrà!
E guizza giù in un pozzo, miserella.
Il sangue della povera donzella
sgorgato da ogni madida ferita
ancor lo tinge e la violenza addita:
che alcuno dalla mente mai divella. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«(ballata - tre volte XYYX ABAB BCCX, ritornello finale)
Si tratta di una leggenda catanese. L’azione si svolge intorno al 1280, due anni prima dei Vespri siciliani.
Il pozzo di Gammazita si trova nei pressi del Castello Ursino, nella parte medioevale della città, e le sue pareti hanno un colore rossastro dovuto agli ossidi di ferro; ma la gente preferì pensare al sangue di Gammazita (o Gemma zita, dove zita in dialetto vuol dire fidanzata), sacrificatasi per sfuggire alle brame del soldato francese Giordano (o Droetto, secondo altre fonti).» |
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Bella ed apprezzata. sf (Alberto De Matteis)
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