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Novanta volte ci godiam l’estate,
novanta volte sopportiam l’inverno,
novanta volte tolleriam l’autunno,
novanta volte amiam la primavera!
Il ciclo della vita si rinnova
di anno in anno dentro le stagioni
che si sostituiscono l‘un l’altra
in una sfida senza alcuna sosta.
Estate, inverno, primavera, autunno,
i quattro moschettieri sempre attivi,
si scambiano in perfetta sincronia
per farci compagnia nell’esistenza.
L’inverno è la stagione più severa,
c’impone di restare chiusi in casa,
perché col freddo, il vento e con la neve
non ci concede libertà d’azione.
L’autunno è la stagione delle foglie
che cadono sul prato presso il fusto,
le piogge sono all’ordine del giorno
e la tristezza prende il sopravvento.
A primavera s’apron le finestre,
rispuntano le rose nei giardini,
la vita mostra tutto il suo splendore,
intorno c’è il profumo dell’amore.
L’estate è una totale meraviglia,
c’invita al mare, a stare in allegria,
si vivono serate suggestive,
la gioia appare dentro ad ogni sguardo.
Ed in questa rincorsa naturale
il tempo della vita si riduce,
finché s’arriva sotto alla montagna
finale che dovremo poi scalare
di giorno in giorno con quelle energie
che restano per l’arida vecchiaia,
il tempo della vita è limitato
e ci abbandona intorno ai novant’anni.
Estate, inverno, primavera, autunno,
son quattro ruote sotto la vettura
che noi guidiamo verso quell’uscita
laddove è scritto: “Fine della Vita! ” |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«La nostra vita vista sotto una corsa di 90 anni, ci pone davanti alle stagioni che si intercalano di anno in anno accompagnandoci sino alla fine. Passiamo da una stagione all’altra cambiandoci di abiti e così facendo non ci accorgiamo che il tempo passa e noi ci invecchiamo per legge naturale. Le quattro stagioni si rincorrono in una sfida fra di loro, e noi siamo schiavi di questa corsa ed assistiamo inermi alle loro esibizioni. Sono loro che ci guidano nel corso dell’esistenza.» |
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