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Me stavo, quasi, pe’ mori’ de fame ...
lo stomaco era vòto da tre giorni
e me sentivo de gira’ la testa!
So’ entrato ar Ristorante “Roma Antica”,
me so’ seduto ar tavolino in fonno
e dopo ave’ magnato la lasagna,
la sogliola, l’abbacchio, la bistecca,
contorni de verdura, frutta, torta,
caffè, sorbetto e vinarello rosso,
me so’ fumato ‘n sigaro toscano ...
ma m’è successo ‘n fatto tanto strano ...
er cameriere m’ha portato er conto
e appena ho visto er numero finale,
ve giuro, che me so’ sentito male!
Nun so se so’ svenuto o quarcos’artro ...
Me so’ svejato drento all’ospedale,
a letto, circondato de persone.
Sur lato destro, du’ carabinieri,
all’artro lato, quattro camerieri ...
che appena ho aperto l’occhi, m’hanno detto:
“Che famo? Paghi er conto o vai in galera?”.
Me so’ sentito male n’artra vòrta,
er core m’è scoppiato drento ar petto ...
so’ corsi tre infermieri e du’ dottori
e proprio in quer momento so’ svenuto!
Me so’ trovato in sala operatoria,
legato mani e piedi, e sulla bocca
la maschera pe’ famme torna’ er fiato!
Me so’ ripreso e ho visto ch’er chirurgo,
cor bisturi, me stava apri’ la panza!
Ma dalla faccia assomijava tanto
a quella der padrone ar ristorante!
A ‘n tratto, co’ la voce artisonante
e l’occhi pieni d’odio, m’ha strillato:
“O paghi er conto ... o t’apro le budella!”.
M’ha preso ‘na violenta tremarella,
ma proprio in quer momento, mi’ sorella,
s’è accorta che dormivo ‘n po’ agitato,
m’ha dato ‘no spintone ... e m’ha svejato! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«E’ una poesia ironica alquanto fantasiosa, causata da un sogno per via della fame che mi ossessionava già da parecchi giorni, purtroppo quando si soffre anche il sonno ha le sue ripercussioni a danno della serenità notturna e qui è spuntato un incubo che mi ha letteralmente sconvolto, fortuna vuole che mia sorella mi ha svegliato in tempo.» |
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bravo, poeta! (Stefana Pieretti)
...si sorride... incubo a parte! (Lia)
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