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Credevo che la vita fosse mia,
pensavo di gestirla con amore,
con tenerezza e tanta simpatia,
invece ho constatato con dolore
che l’amministra totalmente Dio,
pertanto non possiedo alcun potere,
la posso solo usare a modo mio
col massimo, specifico dovere.
M’è stata data in affidamento,
con contratto fittizio per l’affitto,
infatti non figura il pagamento,
però non posso avere alcun diritto.
Al termine del tempo stabilito
(il limite è di trenta mila giorni,
ovvero troppo illogico e sgradito! )
bisogna che la vita a Lui ritorni.
...Perché ci deve giudicare a fondo,
se l’anima è rimasta sempre pura,
se invece abbiamo fatto un gioco immondo
dobbiamo sottostare alla censura!
Perciò noi siamo schiavi e non padroni
di questa nostra inutile esistenza,
sfruttiamo tutte quante le occasioni
ma poi ci aspetta l’ultima sentenza.
Però non ci vogliamo soffermare
a ragionar su tale incongruenza,
pensiamo solamente a consumare
il tempo della nostra permanenza.
Eppure tanti uomini arroganti
si sentono i padroni della Terra,
non pensano che sono di passaggio
e un giorno finiranno sottoterra!
Si dice che la vita è sacrosanta,
però sappiamo ben che non è nostra,
l’usiamo fino a quando poi ci pianta
per scendere in silenzio dalla giostra.
Dobbiamo ribellarci? Non possiamo,
...in verità non c’è un dittatore
e, quindi, per quel poco che sappiamo ...
dovremmo contestare Dio- Signore!
Però sinceramente abbiam paura,
perché ci ha fatto dono della vita,
strapiena d’ogni tipo d’avventura
e ci risulta molto ben gradita!
Ci dà fastidio il fatto che alla fine
non ci rimane niente di noi stessi,
soltanto dei ricordi, poco incline
è l’uomo sempre avvezzo a dei successi,
che nel vedere il suo finale in lutto
avverte il senso della negligenza,
però non può far nulla ed è distrutto,
si deve rassegnare all’evidenza!
La vita ci vien data in concessione,
pertanto ne dobbiamo prender atto,
rimetterci a questa situazione
in modo riverente e soddisfatto!
Sappiamo d’esser schiavi dell’arcano,
ma in fondo lo dobbiamo ringraziare
d’averci dato questo ruolo umano,
siam liberi di vivere ... e di amare! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«La nostra vita ... non è nostra, in quanto appartiene a Dio, noi siamo solo destinati a consumare i giorni che ci vengono elargiti e dei quali non sappiamo nulla, viviamo alla giornata senza poter disporre di progetti futuri poiché non sappiamo quel che ci succederà in avvenire. Siamo a disposizione per tutto quello di cui possiamo vedere e che sappiamo non essere perennemente nostro, indi per cui non possiamo gestire nulla, viviamo perché ci è stato concesso di farlo, ma finito il tempo del passaporto torniamo là nell’eremo misterioso.» |
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