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«Ho sempre bevuto (moderatamente) il vino, ma fino ai ventitré anni di età (quando andai a Cagliari per prestare i primi due mesi del mio servizio militare obbligatorio) non conoscevo il cannonau. Naturalmente, non ce lo davano (almeno a noi soldati semplici, fanti) alla mensa della caserma, ma capitò che il 12 maggio 1974, il giorno del referendum sul divorzio, alcune reclute più brave (io non facevo parte di quel gruppo, né ci tenevo a farne parte) furono scelte dai superiori per andare a svolgere il servizio di vigilanza nei seggi elettorali dei paesini presso Cagliari (io votai, favorevolmente, in un seggio di Cagliari città) . Esse tornarono, quasi tutte, con una bottiglia di vino cannonau a testa (gentilmente donata loro da parecchi elettori che si recavano alle urne), per metà già bevuta e con l’altra metà destinata ai commilitoni che, come me, erano rimasti in città (c’era parecchia armonia tra noi soldati di quella caserma, quasi tutti diplomati o laureati) . Quando bevvi il mio bicchiere, mi resi immediatamente conto dell’enorme differenza che c’era tra il cannonau e i vini che avevo bevuto in precedenza, e tuttora, ogni tanto, ne compro volentieri una bottiglia in qualche supermercato (tra l’altro, c’è anche un ottimo rapporto qualità / prezzo) .» |
Inserita il 25/01/2019 |
Dei vini di Sardegna sei l’emblema
tu, Cannonau, vincente, troneggiante
su tanti altri vitigni, nel sistema
vinicolo italiano ben trionfante.
Risolve un tuo bicchiere anche un problema
che il bevitor credeva assai angustiante,
sono le rosse gocce un bel diadema
da porre nella gola supplicante.
Da militare bevvi il primo sorso,
a Cagliari, da giovane, e da allora
non so più fare a meno del ricorso
ad una tua bottiglia, quando l’ora
diventa un po’ più nera, quando il morso
d’inquietudine e spleen m’assale ancora. |
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Dice una canzone: l’acqua fa male, il (Franca Merighi)
vino fa campà! Saluti cari e Salute! (Franca Merighi)
Ottima scelta, non solo vinicola. Suggestiva! (numerouno)
talmente vivida la descrizione che cerco di (Dorella Dignola)
immaginarne il gusto. Bravo! (Dorella Dignola)
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