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Si chiama Nadia Murad la ragazza
che sta lottando con immenso impegno
al fine di difendere le donne
dall’uomo quando assume un ruolo indegno!
Nel Duemilaquattordici rapita
a Kocho, nel Sinjar e fu costretta
a veder fucilare i suoi fratelli,
da quel momento lei ... giurò vendetta!
Trasportata a Mosul e resa schiava,
picchiata per indurla alla ragione
dai miliziani sadici, selvaggi
e chiusa in una lurida prigione!
In mano a quei violenti guerriglieri
dell’ISIS, Nadia Murad, irachena,
subì le più tremende umiliazioni,
ma non s’arrese alla richiesta oscena!
Coi mozziconi delle sigarette
fu torturata sino a svenimento
per poterla stuprar del tutto inerme
e soddisfare il loro piacimento!
Fu poi gettata dentro ad una stanza
e violentata a ripetizione
da venti militanti in preda a droga
per darle una solenne punizione!
Scampata per un colpo di fortuna ...
(si scordaron ... di chiudere la porta),
fuggì con il terrore dentro gli occhi ...
sennò sarebbe ... certamente morta!
Ha raccontato tutte le violenze,
subite in quella cinica esperienza,
all’Organizzazione Universale
per una favorevole emergenza!
Ed è stata premiata di recente
col giusto Premio Nobel per la Pace
insieme a Denis Mukwege suo collega
nell’intensa missione perspicace!
Inoltre il Premio Sakharov in quanto
sostien la libertà d’ogni pensiero
ed è Attivista dei Diritti Umani
riconosciuta in ciò dal mondo intero!
Ambasciatrice all’ONU per gestire
la dignità di vivere giulivi,
perché c’è ancor la tratta degli schiavi
che implica giudizi repulsivi!
Ed ora è paladina delle donne,
da schiava sessuale è diventata
la voce delle sue connazionali,
la voce d’ogni donna violentata!
Tuttora sta lottando giorno e notte
per riuscire a strappare dalle mani
le donne rese schiave e torturate
dai perfidi soldati musulmani!
Quel tre di maggio insieme con il Papa,
nel mentre si stringevano le mani,
Gli raccontò la sua tremenda storia,
le stragi e gli episodi disumani.
Da tempo Nadia, umile eroina,
combatte una battaglia senza fine,
...influenzata dalle invocazioni
di quelle sfortunate oltre confine.
La sua è un’impossibile missione,
ma non s’arrende, porta i segni addosso
di quelle inenarrabili violenze ...
che la sua mente non ha mai rimosso!
Non avrà pace sino a quando il mondo
non troverà la giusta soluzione
per liberare quelle poverette
dalla violenza e dall’usurpazione!
Ha solamente venticinque anni,
ma l’odio accumulato in quelle azioni
la porta a trascinar la sua battaglia
...sul tavolo di tutte le Nazioni!
Lo spirito che l’anima ha un sol nome,
è quello della fede e del coraggio
perché si sente il fiato sulle spalle
di donne che subiscono l’oltraggio!
Si batte, questa semplice ragazza,
in una lotta ìmpari, infinita ...
e lei per quelle donne violentate ...
è pronta al sacrifico della vita! | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
«Le hanno assegnato il Premio Nobel per la Pace, ma gli orrori che ha vissuto questa umile ragazza nessuno riuscirà mai a cancellarli dalla sua mente, un’eroina dei giorni nostri, che sta lottando come una belva ferita, perché il pensiero va soltanto a le altre poverette rese schiave da un esercito di sbandati che usano la violenza sulle donne per sentirsi degli uomini coraggiosi, in tutto questo è responsabile il mondo che non riesce ancora a trovare la pace per far vivere le sue popolazioni nella serenità e nella fraternità collettiva.» |
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Mi unisco con tutto il cuore al grido di dolore. (Danilo Tropeano)
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