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Ella è silente, segue padre e madre;
l’abito indossa, lungo e celestino;
sul capo ha un manto, in tinte pie e leggiadre;
le mani ha giunte, il far benigno, fino;
volge ubbidienza, e, tacita, ea tramanda;
ama, ossequiosa, il Vuol del Sir divino.
Dante ciò intese, in guisa veneranda;
nove anni neanche aveva ei intanto, ivi;
chinò sé al Dio Che, ella, amò, educanda;
in Ciel così, gli esseri veri e vivi
volgono i passi, lievi, delicati;
timidi vanno, osannanti, divi;
omaggio eloquiano, interiori, i vati,
a Lui Che, a lei, Miracol soave, splende;
rimembriam, lieti, d’esser Lì già stati...
...l’alma, rinata, ancora di Ciò intende. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Quando una giovanetta nell’età della prima Comunione, nel nono anno, compare silente ed ossequiosa, lo stilnovista coetaneo, pure, tacito e deferente, ringrazia Iddio del segno, mistico e celeste. Tale vate conserverà l’immagine dentro di sé per tutta la vita, lodando la famiglia e la casa nella quale ella Lo adorò, come per la gratitudine verso una rivelazione. Questo mi ripete, ciascuna volta che vi entro, la Firenze antica.» |
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Bei ricordi in uno stile aulico sf Buona serata (Alberto De Matteis)
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